Recentemente abbiamo scoperto che Zeniq è stato promosso in diversi gruppi online, così abbiamo deciso di dare una controllata da più vicino. Come si può leggere sul loro sito:
ZENIQ sta sviluppando il primo dispositivo hardware per la finanza digitale completamente integrato: ZENIQ HUB. Una piattaforma di scambio di asset sarà combinata con una forte tecnologia crittografica in collaborazione con i moderni partner bancari in un ecosistema digitale senza soluzione di continuità.
ZENIQ offrirà l’opportunità di investire in prodotti e progetti nella fase iniziale per generare solidi profitti attraverso attività tokenizzate.
descrizione dal sito di Zeniq
Seguendo le loro istruzioni basterà comprare il loro HUB per poter minare il loro token Zeniq Coin, poi una volta salito il prezzo, basterà scambiarlo con altri token per prendere profitto.
Qualquadra non cosa
Già da questa descrizione, notiamo come bisogna comprare già qualcosa, l’HUB. Questo tablet servirà infatti per contenere i propri token, in quanto hardware wallet, e permetterà di scambiare token, avendo un exchange integrato. Infatti tutto girerà sulla loro blockchain esattamente come specificano loro durante la presentazione della loro Coin. Ledger e Uniswap non vanno bene secondo loro.

Nel sito però non si vede nulla che riporti ad una blockchain, né un link ad un explorer, si vedono solo due contratti, uno sulla blockchain di Ethereum e uno su BSC. Purtroppo neanche una banale ricerca su Coingecko produce alcun risultato, altro sintomo di malafede.
La compagnia dietro a Zeniq
Nel footer del sito, possiamo notare come loro affermino di essere una compagnia privata della DIFC Freezone a Dubai. Andando allora a controllare cosa riportato nel sito ufficiale della DIFC e cercando la Zeniq Technologies Ltd, notiamo una cosa che dovrebbe far sorgere qualche dubbio. La società infatti non è regolamentata ed è stata costituita a metà 2021.

Un altro aspetto ci ha fatto sorgere qualche dubbio, nei campi di lavoro della società vediamo come ci sia: Software House, IT Infrastructure, Information Technology Consultants, Cyber Security Consultancy e Technology Research & Development. Nulla che riguarda le crypto o la promozione finanziaria di asset su blockchain, per la quale serve una licenza ed una autorizzazione apposite.
A questo punto sorgono ulteriori domande, se la società è stata fatta a maggio 2021, com’è possibile che a metà 2020 abbiano venduto l’HUB?! Sono stati quasi un anno senza licenza per poterli vendere?

CEO
Se la compagnia non ci ha dato molti spunti di affidabilità, vedremo quanti ce ne riserva il team.
Il CEO Erwin Dokter infatti non è al suo primo rodeo, nel 2020 ha iniziato a spingere lo stesso modello di società con HUB (un maledettissimo tablet) che però non è andata avanti benissimo, JUWELIS HUB. Su questa vorremmo aprire una piccola parentesi dato che la situazione è ancora in divenire.
La causa ancora in atto
Approfondendo il trascorso della Juwelis, salta fuori un altro aspetto che dovrebbe far suonare diversi campanelli di allarme. Alla fine del 2019, JUWELIS Management è stata contattata da Erwin Dokter e dal Dr. Michael Ofner in merito a un investimento in VouGee GmbH con sede a Graz, in Austria, relativo allo sviluppo di un portafoglio hardware di risorse digitali. Lo sviluppo/gestione del progetto è il core business del Gruppo JUWELIS e l’Hardware Wallet proposto aveva alcune proprietà uniche all’epoca. Pertanto, un accordo di finanziamento e collaborazione per lo sviluppo e la produzione dell’Hardware Wallet è stato firmato con VouGee GmbH nel febbraio 2020, con la consegna dell’Hardware Wallet a partire da giugno 2020 e l’ingresso dei personaggi nel team.
Questa consegna però non è mai avvenuta, la società ha infatti tagliato ogni rapporto con i suddetti soggetti, i quali però, senza autorizzazione, hanno utilizzato il marchio Juwelis, per fondare una nuova società: Juwelis GmbH in Austria. Questa violazione dei termini del contratto, unita all’utilizzo del nome senza autorizzazione hanno dato il via ad una azione legale tutt’ora in corso, i cui sviluppi sono stati repentinamente segnalati sul sito della Juwelis, almeno finchè non sono partiti ripetuti attacchi DDoS per provare a fermarli. Ulteriori informazioni legati allo svolgimento degli eventi legati alla causa li potete trovare qui.
Team
Una ricerca approfondita sui vari membri del team, non solo quelli di facciata, trova i signori:
A fianco di nomi visti in altri schemi Ponzi o truffe belle e buone come Hyperfund, Onecoin, Bitconnect e tanti altri, nella lista delle persone coinvolte e che promuovono aziende blacklistate per riciclaggio.
Insomma non siamo proprio in buone mani.
Conclusioni
Senza esprimere alcuna opinione personale, ma solo guardando le prove, possiamo dire che tutti gli aspetti visti fino ad ora portano ad una sola conclusione, è un Ponzi pronto a scoppiare. Come al solito questi articoli hanno lo scopo di informare e instillare il pensiero critico, chiunque vi abbia proposto Zeniq, molto probabilmente lo ha fatto in buona fede, ma senza indagare più di tanto. Come Pinocchio insegna, bisogna fare attenzione al Gatto e la Volpe, perchè purtroppo i soldi non crescono sugli alberi. Prendete quindi l’abitudine di indagare e porre domande, meglio perdere un’occasione che perdere soldi e amicizie.