The Blockchain Era è il nuovo nome che assumerà la piattaforma nota fino a questo momento come WeWe Global, non un semplice rebranding, ma un vero cambiamento di paradigma per gli utenti, che potranno godere di “nuovi servizi e opportunità”. In realtà questo era il mantra dei sostenitori di WeWe Global, ma dall’esterno non si capisce di cosa si tratti e l’unico modo per capirlo è entrare nel sistema. I documenti sono privati, ci viene detto, i nomi dei detentori dei token che girano in questo sistema non si possono sapere perché altrimenti si violerebbe la privacy e, per intervistare il founder e i dirigenti, l’unico modo sarebbe andare di persona a Dubai. Su telegram abbiamo aperto un gruppo di discussione libera sull’argomento.
Abbiamo visitato due gruppi di utenti delle due piattaforme per cogliere il clima e il tono delle conversazioni dei partecipanti in merito a questo “epocale” passaggio dell’ecosistema tanto idolatrato dai suoi aderenti. La realtà è che lo schema è sempre lo stesso, e i lettori di decripto lo hanno visto ripetersi sempre uguale decine di volte.
Wewe global chiude in un clima di mestizia
Sono tanti i commenti di chi dice che “si è rotto il giocattolo”, “ Wewe è fallita” “ la piramide è crollata”. Di fronte a tanta mestizia l’unica risposta dei promoter rimasti è quella di attenersi alle guide ufficiali che potrebbero tradurre usando google translate.
Un utente preoccupato chiede: “Quando sarà ripristinato il nostro portafoglio????? E il nostro cloud minting?????” perché attualmente è tutto in stand by in attesa della migrazione alla nuova piattaforma. Questo quesito ha scatenato un ampio dibattito tra gli utenti. In generale l’atteggiamento della maggioranza potrebbe essere riassunto da questa risposta: “ Se aveste seguito le zoom ufficiali sapreste che il 15 settembre è la data di riapertura. Tutti lo sanno tranne te e gli “idioti” che dicono truffa. Esci da questa piattaforma se hai intenzione di postare queste stronzate”. Un’altra reazione tipica è la domanda : “Dove sono i vostri direttori?”. Un’altra dinamica tipica sono coloro che si offrono di aiutare a patto di inserire chi richiede informazioni nella propria “squadra”.

Non mancano le voci critiche: ad esempio c’è il tizio che è dentro la piattaforma da 4 anni ha “ 5 smart attivi e 14 cloud da 2500” e ancora non ha visto un euro e che minaccia di andare dalla polizia postale se dopo il 15 settembre non succede niente e chi, rassegnato, cerca di disegnare uno dei possibili scenari futuri parlando di cose già viste perché, dice, c’è il problema degli utenti non verificati, che però già lo erano, ma poiché la strategia è quella di prendere tempo, a suo parere, saranno inventate tutte le scuse possibili per rinviare la partenza della nuova piattaforma (del tipo le foto non sono nitide ecc.). Ad un certo punto, è la sua convinzione, ad una piccola parte dei clienti verificati sarà consentito di andare avanti di modo che possano diffondere la notizia che tutto funziona a meraviglia e per dare speranza a chi non è verificato per tenere calmi gli utenti e infondere la speranza che tutto ritorni a funzionare” e continua commentando che si tratta di “tattiche vecchie” e affermando che “è stato creato un clima di diffidenza, incertezza e sfiducia in tutti noi, adesso sfido chiunque a mettere altri soldi nel sistema, poi tranquilli che ci saranno altri problemi per il trasferimento dei BTC e LFI e prenderanno altro tempo e dicendoci sempre che stanno lavorando per noi: Semplice no!”. Il lungo post continua affermando che Lyopay chiude e bisogna trasferire il tutto su Lyotrade entro il 5 ottobre e superata questa data poi si prendono il 15% sull’importo trasferito. Inoltre gli stessi stratagemmi di cui ha parlato prima saranno richiesti anche per questo passaggio per portare gli utenti dopo la data di giorno 5 ottobre e conclude affermando che “ così giustificano la rapina che fanno, cari signori è tutto studiato e pianificato nel dare colpe e responsabilità agli utenti, ma in effetti sono loro che hanno creato il casino e chi ci rimetterà saremo solo noi, e vedremo anche questa storia di Lyopay”. L’utente “rassegnato” risponde anche a chi vorrebbe andare a denunciare affermando che “non serve a nulla” perché la “sede è oltreoceano” e la Polizia Postale non ha gli strumenti adatti per intervenire e consiglia di aspettare un mese e vedere cosa accade.

Un utente sbotta: ”Quante polemiche che si fanno! Mi chiedo se prima di polemizzare ci si è informato sul cambiamento e del trasferimento dati su una blockchain propria e non più di terze parti, quanta negatività!” a cui risponde una donna in modo caustico: “Ma come….sveglia!!! dicevano che eravamo già a su una ns blockchain nel 2020…anzi “pagechain” (ti risparmio la stronzata spiegata all’epoca nelle duemila zoom quotidiane)… grazie alla quale i possessori di licenze avrebbero guadagnato fees… invece non c’era… una delle tantissime minchiate sparate… ma gente come te non le sa queste cose e ancora crede a questi farabutti”.
Una nuova era “turbolenta”
Ma dove sono finiti tutti gli ambassador, promoter, direttori di Wewe Global? Ovviamente nei nuovi gruppi dedicati alla nuova piattaforma “The Blockchain Era” dove dispensano speranza, sogni, felicità, in un clima del tutto opposto a quello del precedente gruppo, che pure si riferisce ad una piattaforma che hanno glorificato fino all’altro ieri.
La prima cosa che risalta è la presunta intervista a Forbes che sarebbe stata rilasciata da un personaggio legato a WeWe global Luiz Goze. Il sito nel quale è stata pubblicata l’intervista è https://forbesnewyork.com/revolutionizing-blockchain-a-comprehensive-interview-with-luiz-goes-ceo-of-lfi… Utilizzando il sito https://who.is/whois/forbesnewyork.com si nota che il dominio è stato registrato il 31/03/2021 dal signor Abhinav Pundir, che abita a New Delhi in India .

A titolo di cronaca il vero sito della rivista Forbes è https://www.forbes.com/ ed è stato registrato il 17 giugno 1993. Abbiamo segnalato la cosa alla rivista perché fosse informata di questo fatto.
Nel gruppo dedicato alla nuova piattaforma un semplice scambio di opinioni ha messo in evidenza il clima che caratterizza il lancio della nuova piattaforma. Un utente, che evidentemente faceva parte della vecchia (wewe global) ha fatto una semplice domanda: “Su questa piattaforma dovremmo inserire il nostro Lic? Per recuperare tutto il nostro investimento?” per scatenare una reazione alquanto sconnessa di una delle amministratrici, la quale non vuole è andata in escandescenza affermando che non vuole che si parli di investimento perché un utente compra o affitta macchine per fare il cloud mining, lo redarguisce per il fatto che non segue le zoom ufficiali e si rifiuta di rispondere quando le vengono chieste informazioni perché afferma che “non è tenuta a darle liberamente”.
Conclusioni
Quando si entra a che fare con realtà come questa le leggi dello stare al mondo vengono stravolte. In genere in un azienda esiste il servizio al cliente: se lui ti chiedesse una informazione tu gliela daresti e se dovesse chiedere del materiale informativo tu glielo forniresti. Invece in casi come Wewe global se il cliente dovesse chiedere informazioni verrebbe trattato in malo modo e, persino, insultato e se richiedesse documentazione cartacea o online su aspetti come sede, operatività, autorizzazioni, non riceverebbe nulla. In effetti non è dato sapere come si svolge l’attività di “cloud mining”, che queste realtà dicono di svolgere. E su questo tutti gli anelli della catena sono coerenti. Uno dovrebbe dare i propri soldi a questa gente sulla base di un atto di fede in cosa? Non si sa.
E’ bene studiare bene il progetto nel quale si intende investire prendendosi tutto il tempo necessario prima di decidere il da farsi, perché dopo non c’è più nulla da fare se non fare denuncia alle autorità, sperando che siano arrestati i colpevoli e recuperati le somme estorte.
La redazione di decripto.org è sempre disponibile per chiunque abbia necessità di richiedere informazioni.