Un tribunale di New York ha classificato le popolari criptovalute ether (ETH) e bitcoin (BTC) come “commodities”, respingendo una proposta di azione legale collettiva contro Uniswap, che è uno dei principali exchange decentralizzato di criptovalute Uniswap.
I punti salienti della sentenza
La denuncia iniziale, presentata nell’aprile del 2022, accusava gli imputati di aver favorito “frodi dilaganti” sull’exchange decentralizzato e di aver “offerto e venduto titoli non registrati”. I querelanti avevano anche chiesto che Uniswap si registrasse presso la Financial Industry Regulatory Authority. Il tribunale ha fatto una distinzione tra un protocollo e la sua interfaccia. Uniswap è un protocollo di scambio decentralizzato a cui chiunque può accedere senza autorizzazione. Lo sviluppatore Uniswap Labs gestisce un’interfaccia front-end del sito web, che funge da porta d’accesso di facile utilizzo al protocollo sottostante.
Il giudice Katherine Polk Failla, la quale presiede anche la causa della Securities and Exchange Commission contro Coinbase, ha respinto in toto la causa collettiva contro Hayden Adams, Uniswap Labs, la Uniswap Foundation e gli investitori Paradigm, Andreessen Horowitz e Union Square Ventures. (alla fine dell’articolo è possibile leggere le sentenza del tribunale). Il giudice ha stabilito che il software non può essere ritenuto responsabile per le perdite subite dagli utenti o per i danni subiti da terzi scrivendo nella sentenza: “A causa della natura decentralizzata del protocollo, l’identità degli emittenti di token truffa è fondamentalmente sconosciuta e inconoscibile, lasciando ai querelanti un danno identificabile ma nessun imputato identificabile”.
I commenti
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— hayden.eth 🦄 (@haydenzadams) August 30, 2023
Huge win, long live DeFi 🦄
One longtime fear of mine has been bad legal interpretation of our complex, technical industry
It’s highly motivating to see US courts hold up arguments I’ve felt deeply for years
Below are some of the most BASED (smart) court comments pic.twitter.com/lb7ZP4pD1C
Hayden Adams, fondatore di Uniswap, ha definito come “fondate” le conclusioni del giudice Failla e ha sottolineato che la corte ha anche rifiutato di “estendere” le leggi federali sui titoli, suggerendo che tali espansioni sono di competenza del Congresso. La sentenza ha anche creato un precedente affermando che gli sviluppatori di codice non dovrebbero essere ritenuti responsabili per l’uso improprio da parte di altri, aggiungendo che i fornitori di liquidità non perdono necessariamente il titolo legale quando contribuiscono a un pool di scambio decentralizzato.
Adams ha dichiarato che è stato “molto motivante vedere i tribunali statunitensi sostenere argomenti che ho sentito profondamente per anni”. Tra queste, l’affermazione della corte secondo cui “non è logico che un redattore del codice informatico alla base di una particolare piattaforma software possa essere responsabile per l’uso improprio di tale piattaforma da parte di terzi [dato che]i contratti intelligenti sono un codice che si auto-esegue e si auto-applica” e che “lo stato attuale della regolamentazione delle criptovalute li lascia senza ricorso”.
Adams ha anche sottolineato il commento della corte secondo cui le preoccupazioni dei querelanti sarebbero state meglio indirizzate al Congresso, che i casi in questo settore riguardano tipicamente ruoli di avvocati e sottoscrittori che gli scambi decentralizzati sono stati progettati per eliminare e “la Corte vede il merito nel contrappunto dei convenuti che questo caso è più simile a uno sforzo per ritenere uno sviluppatore di auto a guida autonoma responsabile per l’uso da parte di terzi dell’auto per commettere un’infrazione del traffico o per rapinare una banca”.