Questo sarà un articolo molto schematico; una sorta di vademecum per aiutarci a verificare le nostre competenze in merito a progetti ai quali possiamo essere interessati. Qualsiasi gap di conoscenza possa emergere da tale analisi, sarà per tutti un’importante base strategica per poter pianificare studio e formazione al fine di colmare pericolose lacune.
In questi momenti di difficoltà di mercato è quanto mai più importante ricordare perché certe cose esistono, che funzioni offrono, a cosa portano e a chi possono essere utili.
Questa è l’unica via per poterne padroneggiare sempre più i canali e le strategie di approccio che andremo ad elencare di seguito.
Che si parli di Bitcoin, azioni, criptovalute, commodity, prodotti derivati o iniziative di finanziamento, la check list che segue è di fondamento per assicurare una presa di contatto più conscia, libera da fretta-da-investimento o altro tipo di emotività altamente pericolosa.
Ci sono sostanzialmente tre modi per approcciare un prodotto listato su mercati finanziari:
- investimento di lungo periodo
- investimento di breve periodo
- investimento per utilizzo
Ognuna di queste macro visioni può essere mischiata in differente percentuale con le altre due; facciamo un esempio:
potrei decidere di investire su dei bitcoin (o satoshi, frazioni di essi) suddividendo il “il carico” in questo modo (seguendo l’ordine dell’elenco sopra citato):
- 60% del quantitativo per fare holding (o HODLing, citando termini di settore) di lungo periodo, vedendo i bitcoin nella loro forma di “oro digitale”, ossia asset difensivo dall’inflazione delle valute FIAT.
- 10% per fare trading speculativo, andando a scaricare la mia posizione in momenti di mercato euforico per poi rientrarvi in momenti di maggior contrazione, incassando la differenza come capital gain.
- 30% del restante da utilizzare come bene di scambio, utilizzando i bitcoin nella loro forma di moneta transazionale riservata e proprietaria, in tutti gli ambiti in cui è possibile utilizzarlo come tale.
Nell’esempio appena fatto, si è andati ad utilizzare tutti e tre gli orizzonti temporali per applicare una strategia variegata. Questo è stato possibile poichè per l’asset preso in esempio, le funzionalità di utilizzo sono molteplici.
Questo è un puro e semplice esempio e non costituisce nemmeno in minima forma un qualsiasi voglia consiglio di natura finanziaria; non è il tema in questione.
Il punto dell’articolo è aiutare il lettore a farsi le giuste domande del perchè è entrato, o pensa di entrare, in un’operazione di investimento in merito a qualcosa.
Le domande cardine da porsi a monte dell’osservazione di ogni prodotto disponibile sul mercato sono sempre:
- Conosco come funziona? Che cosa gli dona valore di scambio?
- A cosa può servire? Che funzioni può avere per me o per il mercato?
- Ho davvero bisogno di espormi a questo grado di rischio? Con quale orizzonte temporale ho intenzione di farlo?
Diamo anche qui riposte schematiche restando nell’ambito dell’esempio in essere, ossia bitcoin:
- su rete decentralizzata, viene distribuito un registro che assegna un quantitativo spendibile a chi ne possiede i codici di movimentazione. Inventa un bene di scambio fungibile, libero da intermediari, capace di donare possesso, riservatezza e conservazione del valore ai suoi utilizzatori (trustless money e digital gold);
- può aiutare persone in ambienti di difficoltà socio-politica a scambiare/trasportare valore senza che gli sia negata la possibilità di poterlo fare (censorhip resistant); permette di accumulare un quantitativo limitato di grandezze digitali che, se rapportate alle fiat-money, possono conservare o addirittura incrementare il proprio valore (capacità di risparmio);
- se vivo in un paese sufficientemente civilizzato e libero (le due cose possono comunque non coincidere..) posso non averne bisogno come mezzo di scambio; se la moneta a corso legale ha invece dinamiche tendenti all’iper inflazione, potrei valutarne l’utilizzo come mezzo di conservazione del valore.
Ecco un esempio di risposte che possono derivare da un studio, dapprima superficiale poi approfondito, dell’asset preso come esempio in questo articolo.
Se solo la maggior parte (ma anche molto meno) dei retailer che si affacciano al mercato si facessero queste domande prima di entrarvi, avremmo sicuramente situazioni molto meno volatili e disordinate di quelle che possiamo osservare su qualsiasi grafico.
Non è un caso che l’analisi tecnica si dimostri un accurato sistema pseudo-predittivo. Questo poichè tende a segnalare l’imminenza di profezie auto-avveranti che, attraverso patterns, linee e disegni sul grafico, tendono ad influenzare movimenti di massa nelle direzioni “pre-annunciate” che molto spesso poi si verificano, in particolare in quei mercati con grandi volumi di scambio; situazione che tende a premiare chi ha competenze e metodo a scapito chi ne è privo e cade preda dell’emotività.
Piccolo tip di segnalazione per aspiranti traders: più un mercato è carico di volumi, più l’analisi tecnica tenderà a dimostrarsi accurata. Al contrario invece, l’andamento a mercato sarà molto più facilmente scosso da eventi socio-emotivi (che comunque, in base alla loro magnitudo, sono in grado di traviare qualsiasi forma di analisi tecnica).
Per l’appunto, per dedicarsi a questo tipo di operatività servono molte competenze, esperienze, ore di studio e un’accurata analisi del rischio. Ecco perché quasi nessuna delle “vittime” di alcune pubblicità insistenti riesce ad essere un trader ma perde sempre il capitale dedicato (più dell’88% degli utenti ci dicono le statistiche).
Ma, chiudendo questa breve panoramica sulla speculazione di breve termine, occorre tornare al tema principale e farsi quell’elenco di domande, anche qualora fossimo già “dentro” una dinamica di investimento: “So quello che sto facendo? Comprendo quello a cui mi sto interessando? Ho una chiara strategia sul come ho intenzione di farlo?”.
Chiedersi se qualcosa salirà o scenderà senza capire a cosa possa servire sul breve o lungo periodo è spesso l’inizio di esperienze dolorose, altamente istruttive magari, ma spesso anche conclusive.