Le indagini sulla vicenda New Financial Technology, riguardano, adesso, anche la rete dei procacciatori di clienti, i sostenitori, gli sponsor o acchiappa polli, come si vogliono chiamare. Ci sono tre nuovi indagati da parte degli organi inquirenti: Massimiliano Musto, 48 anni di Venezia, Elena Zanardi 40 anni di Roncade (TV) di e Kristian Galina di Trevignano (TV). L’accusa è di avere lavorato attivamente per procurare nuovi clienti alla New Financial Technology. Gli altri indagati destinatari anche di un provvedimento di sequestro cautelare operato dalla Guardia di Finanza di Treviso, sono Daniel Pianon, 50enne di Roncade, ex dirigente della società, e Simone Rizzato, 49enne di San Giorgio delle Pertiche (Padova). Un aspetto interessante questo da seguire anche per tutte le altre truffe piramidali che i lettori di Decripto conoscono bene.
Le accuse
Musto è socio in affari di Pianon in un paio di attività, come la 4Time Group con sede a Londra e la PM Worldwide di Sestiere San Polo a Venezia, società di consulenza per le imprese. Elena Zanardi è la compagna di Pianon, laureata in ingegneria aerospaziale, è invece progettista meccanico per una impresa di Casale sul Sile, oltre ad essere l’amministratrice di una società sportiva dilettantistica a Mogliano. Per la Procura anche lei avrebbe svolto illecitamente attività di intermediazione, convincendo gli ignari investitori a puntare su Nft. Kristian Galina è un colsulente assicurativo, il quale si difende affermando di essere stato un investitore come tanti altri e che avrebbe proposto questo tipo di attività agli amici perché lui stesso era un investitore Nft; infine argomenta che avendo un rapporto di amicizia con Christian Visentin si era fidato e mai avrebbe pensato a una cosa de genere. A smentire le sue parole il fatto che egli contattava i nuovi clienti “armato” di una presentazione della New Financial Technology in pdf, nella quale si prometteva un futuro radioso e ricco a chiunque avrebbe aderito al progetto.
“Siamo solo vittime della truffa”
Daniele Pianon 54 anni, indagato per reimpiego in attività economiche dei profitti di reato, il quale ha ammesso di avere lavorato nella Nft come direttore, ma ha sottolineato che lui stesso è una vittime della truffa dal momento che vi ha investito ingenti somme. Gli inquirenti non la pensano allo stesso modo e la Guardia di Finanza gli ha sequestrato un vigneto e un immobile, per un valore di 230mila euro, e disponibilità finanziarie per altri 600mila giacenti nei conti correnti della società che, secondo gli inquirenti, avrebbero dovuti essere utilizzati per concludere una ulteriore operazione immobiliare entro breve tempo. Pianon ha affermato che i beni e le somme di denaro oggetto del sequestro erano frutto del suo lavoro e quello della sua famiglia di imprenditori e ha sottolineato di essere “un truffato come tutti gli altri, avendo investito cospicue somme da me legittimamente detenute e fiscalmente dichiarate” e ha annunciato di avere querelato i fondatori della Nft per appropriazione indebita.
Un altro indagato è Simone Rizzato, il fratello di Mauro, ex direttore commerciale della Nft, La Guardia di Finanza ha messo i sigilli a dieci auto di lusso di sua proprietà (tra cui una Porsche Carrera cabriolet, un’Audi Q8 e una Mercedes Gle per un valore complessivo di 800mila euro). I suoi legali hanno chiesto il dissequestro dei mezzi perché acquistati con fondi propri e hanno affermato che il loro assistito non aveva alcun rapporto lavorativo con la Nft, ma solo di parentela con Mauro.
L’arresto smentito
Su tutti i giornali italiani una settimana la notizia del suo arresto era data per certa. A smentirla lo stesso Christian Visentin, uno dei soci fondatori della New Financial Technology, la società con sede a Sila (TV), che nell’agosto scorso ha chiuso la sua attività di presunto arbitraggio sulle criptovalute e lasciato senza un soldo migliaia di persone il quale, secondo quanto riportato da un articolo del Gazzettino di Treviso del 18 febbraio scorso, afferma di trovarsi a Dubai dove porta avanti la sua attività lavorativa affermando di essersi “sempre reso disponibile alle autorità senza mai scappare”.
I fatti
Visentin dice che vive in un appartamento sul lungomare di Dubai con regolare contratto di affitto a suo nome e di non essersi mai mosso. L’immobile è lo stesso indicato alle autorità emiratine come dimora di Visentin. Il suo legale Paolo Gianatti spiega che il suo assistito si presenterà spontaneamente all’autorità giudiziaria degli Emirati. Come già espresso a favore della Procura di Treviso” e che, al momento, non c’è, nessun misura restrittiva che lo interessi. Le informazioni che arrivano da Dubai sono frammentarie e contradditorie. L’unico che ha avuto un contatto diretto con esse è l’avvocato Paolo Patelmo attraverso il suo collega negli Emirati Salman Lutfi. Patelmo promuovendo un’azione legale ha messo gli investigatori di Dubai sulle tracce di due dei principali indagati nella vicenda Nft: Visentin, appunto, e l’avvocato romano Emanuele Giullini, il quale è sottoposto a un travel ban, “una misura assimilabile a un divieto di espatrio dal paese” come spiega il suo avvocato Nicola Bonino, che ha precisato che il suo assistito ha “fornito la sua versione dei fatti all’unità di investigazione finanziaria di Dubai e poi è stato rilasciato” –
Il legale di Visentin ha annunciato di aver già concordato con le autorità emiratine un incontro per dare la propria versione dei fatti, riassunta in una memoria difensiva già consegnata alla Procura di Treviso. per la quale non era lui la mente del raggiro milionario (che si stima superi i 300 milioni di euro per una platea di investitori raggirati che si aggira sulle 6mila unità, ndr).
La promessa di risarcimento
Emanuele Giullini è accusato di “tradimento” e “azioni contro la fiducia”, rischia in caso di condanna una pena, che può arrivare fino a dieci anni di reclusione, e ha annunciato di voler risarcire i circa 400 investitori mettendo a disposizione 40 milioni di euro. che hanno sporto denuncia contro di lui a Dubai. Sul piatto ha messo 40 milioni di euro. Se le vittime della truffa ricevessero effettivamente il risarcimento promesso, i reati contestati in base alle nuove norme introdotte dal governo degli Emirati Arabi si estinguerebbero.
La vicenda Nft
Emanuele Giullini, avvocato romano di 43 e i trevigiani Christian Visentin e Mauro Rizzato sono i fondatori della New Financial Technology, una società titolare di un presunto sistema di arbitraggio sulle criptovalute che, sostenevano, garantiva rendimenti del 10 per cento al mese. In realtà sono scomparsi nel mese di agosto svuotando le tasche di migliaia di risparmiatori.