Sono passati ormai già alcuni giorni da quando The Rock Trading, storico exchange di criptovalute con una storia tutta italiana, ha (più o meno) bruscamente interrotto la sua operatività. Dal 17 febbraio, infatti, la piattaforma ha sospeso i prelievi e il sito è stato messo offline e, al 21 febbraio, è stato pubblicato uno sconcertante avviso sulla sua home page. Abbiamo anche creato un gruppo telegram sulla questione Trt: questo qui.

Cos’è The Rock Trading?
The Rock Trading è (stata) una piattaforma prestatrice di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, ovvero una piattaforma di scambio e conversione da euro a criptovalute (e viceversa). È stata fondata nel 2011 da Andrea Medri e Davide Barbieri ed è stata una delle piattaforme più longeve del settore ed una delle più innovative, essendo stata la prima piattaforma ad integrare la tecnologia dei depositi istantanei di GreenAddress, e le tecnologie Bech32, Multisig, Legacy, Liquid e Segwit (https://blog.therocktrading.com/cose-the-rock-trading/).
La fine di un’era
Senza dubbio, The Rock Trading è stata un vanto per la scena crypto italiana. Sempre ritenuta solida e affidabile, nonché particolarmente attenta alla sicurezza, il suo declino è stato del tutto inaspettato. Ci sono stati solo pochi segnali che hanno allertato unicamente i più sospettosi: il 26 gennaio, per iniziare, la piattaforma aveva organizzato un webinar sul quadro fiscale e giuridico della cripto-attività, poi disdetto il giorno stesso, con un preavviso di poche ore. Inoltre, ha destato non poco malcontento la decisione improvvisa da parte di The Rock Trading di cambiare partner bancario, interrompendo bruscamente la storica allenaza con Banca Sella e passando all’istituto irlandese Modulr Finance.
La nostra analisi
Alcuni lettori di decripto.org sono riusciti ad effettuare dei prelievi di bitcoin nelle ultime ore di operatività di The Rock Trading e ci hanno fornito gli estremi delle transazioni con le quali hanno ricevuto i fondi. Così il nostro team si è messo all’opera e ha ricostruito gli ultimi giorni di operatività della piattaforma, scoprendo quello che sembra essere uno scenario triste e ancora poco chiaro, soprattutto in assenza di comunicati ufficiali da parte degli amministratori della piattaforma e con voci sempre più insistenti che gridano all’hack o alla truffa.
Le transazioni segnalate sono parte di schemi noti come “peel chain”. Si tratta di sequenze di transazioni dove un indirizzo mittente invia bitcoin a due indirizzi destinatari, uno reale destinatario di un pagamento e l’altro che riceve il resto e dal quale partirà una nuova transazione della stessa tipologia.

Risalendo a ritroso queste “peel chain” siamo giunti all’indirizzo 1HpAZqCNBiG8SH8bg6ajcSSQQrRMGJMJJJ, al quale sono ricollegabili parte dei fondi movimentati da The Rock Trading nei suoi ultimi giorni di operatività. Come di consueto, abbiamo realizzato un grafico con Miro in cui è possibile osservare le transazioni ricostruite.

L’indirizzo 1HpAZqCNBiG8SH8bg6ajcSSQQrRMGJMJJJ ha ricevuto gran parte della sua liquidità da diversi exchange tra cui Poloniex e KuCoin fino al 23 gennaio 2019. Osservando l’operatività di questo indirizzo, si può notare come questo presenti un’attività molto più riconducibile ad un wallet personale e non ad un servizio online come The Rock Trading. Riteniamo che questo indirizzo potrebbe far parte di un wallet utilizzato da una persona vicina all’amministrazione della piattaforma.
Una piccola parte dei bitcoin di questo indirizzo il 12.02.2019 è stata inviata all’indirizzo 16K8caytjGAhLM4chgWPSyMm3D8WsDqyhr, dove sono rimasti fermi fino al 20 gennaio 2023, momento in cui è partita una prima peel chain. Per confermare che si tratti di una sequenza di transazioni riconducibile a The Rock Trading possiamo osservare che lungo la sequenza di transazioni è stata immessa una piccola quantità di bitcoin proveniente dall’indirizzo 3M6aF53gjK1EH5DSqTFHBAazz4PaYUyiXb, direttamente associabile a The Rock Trading.
Nella stessa analisi abbiamo individuato un’altra peel chain, partita il 16 febbraio, con la quale sono state effettuate probabilmente le ultime transazioni di The Rock Trading del 17 febbraio, giorno in cui è stata interrotta l’operatività della piattaforma. Questa sequenza di transazioni si è interrotta all’indirizzo bc1qvk7u88qq7maefnu8kpj9n79q93qlc6htu588xe, sul quale è rimasto un saldo disponibile di piccolo valore.
Osservando più da vicino l’operatività dell’indirizzo 1HpAZqCNBiG8SH8bg6ajcSSQQrRMGJMJJJ, ci siamo anche accorti che questo ha inviato diverse transazioni verso l’exchange Poloniex, lo stesso da cui provengono la maggior parte dei bitcoin che ha ricevuto. Inoltre, l’indirizzo 1HpAZqCNBiG8SH8bg6ajcSSQQrRMGJMJJJ, tra il 2018 e il 2019, ha inviato sei transazioni verso altrettanti indirizzi che ad oggi non hanno ancora speso i bitcoin ricevuti, circa 5,75. Potrebbe magari trattarsi di un piccolo tesoretto messo da parte da qualcuno legato a The Rock Trading?
Conclusioni
Intanto, con la nostra analisi, grazie alle informazioni arrivate dai nostri lettori, abbiamo osservato come The Rock Trading sembra essere in difficoltà da diverse settimane ormai, al punto da ricorrere a dei fondi personali acquistati oltre quattro anni fa. Questa circostanza potrebbe rassicurare gli utenti sull’assenza di mala fede da parte di The Rock Trading che, senz’altro, avrebbe potuto interrompere l’operatività già alle prime avvisaglie di problemi, qualche mese fa. Tuttavia, abbiamo anche trovato un piccolo tesoretto al quale, se fosse effettivamente di persone legate a The RocK Trading, si potrebbe attingere per far fronte alle richieste che senza dubbio stanno arrivando da tutti gli utenti che hanno perso l’accesso ai loro fondi.
Se il mondo delle crypto ci ha insegnato qualcosa è che niente dura per sempre, ma tutte le volte rimaniamo basiti della rapidità con cui solide certezze possano ridursi in fumo. Senz’altro la vicenda di The Rock Trading ha lasciato tutti a bocca aperta (e molti a bocca asciutta, si calcola almeno 34mila risparmiatori coinvolti). Siamo in attesa che la società rilasci un comunicato che chiarisca cosa è successo, in particolare a tutti i suoi utenti che si sono visti sottratta la disponibilità dei fondi investiti.