In campagna elettorale il partito Pheu Thai aveva promesso lo scorso maggio di distribuire 10.000 baht digitali (280 dollari al cambio attuale) ai cittadini thailandesi con età maggiore di 16 anni, direttamente sui propri wallet personali, se fosse salito al governo. Il partito populista aveva attirato l’attenzione su di se con l’annuncio di questo “airdrop” e ora, che è entrato a far parte di una coalizione di governo. Il vice segretario generale del Pheu Thai, Paopoom Rojanasakul, ha confermato che la distribuzione di valuta nazionale digitale sarà attuata “utilizzando la tecnologia blockchain”.
Le condizioni
Questo sostanzioso “airdrop” ha un valore di 560 miliardi di baht, pari a 16 miliardi di dollari. Qualsiasi cittadino thailandese di età superiore ai 16 anni può partecipare. Secondo le condizioni previste nel programma, gli interessati dovranno spendere questa somma entro 6 mesi. Ed entro 4 chilometri dal loro luogo di residenza. In altre parole, questo esclude alcuni titolari in località più remote. Ciò significa anche che il governo ha il controllo sui token dei portafogli digitali, in quanto può renderli inaccessibili dopo 6 mesi.
Le reazioni
Il partito al governo considera questo provvedimento un vero e proprio “tsunami economico”. La Camera di Commercio stima che il PIL del Paese aumenterà del 2,5% grazie a questa distribuzione. Ma per altri la distribuzione creerà solo più inflazione. Essi indicano l’esempio dello “stimulus check” statunitense, che non ha fatto nulla per alleviare l’inflazione post-Covid. Un’altra critica mossa al partito Pheu Thai è che la promessa è stata vista da alcuni come un mezzo per “comprare” indirettamente voti, facendo leva sulla voglia di guadagno degli elettori e sui bisogni dei più poveri. Tuttavia, è ipotizzabile che altri partiti in tutto il mondo giochino su questo trampolino di lancio se si dovesse rivelare efficace, in un momento in cui l’inflazione rimane particolarmente alta.
Le risorse
In campagna elettorale il partito Pheu Thai aveva promesso lo scorso maggio di distribuire 10.000 baht (280 dollari al cambio attuale) ai cittadini thailandesi con età maggiore di 16 anni , direttamente sui portafogli digitali, se fosse salito al governo .
Nella sua spiegazione scritta, firmata dal leader del partito Cholnan Srikaew, il Pheu Thai ha affermato che il denaro proverrà principalmente dalle tasse e dal normale bilancio statale. Secondo il partito, 260 miliardi di baht sarebbero provenuti da un aumento stimato delle entrate statali, altri 100 miliardi dalle tasse guadagnate con l’attuazione della politica, 130 miliardi dalla gestione del bilancio e 90 miliardi dalla sovrapposizione del bilancio del welfare. Il partito ha dichiarato che le cifre potrebbero essere modificate in futuro per adattarsi alla situazione finanziaria del Paese.
Per quanto riguarda l’utilità e i benefici della politica, il Pheu Thai ha affermato che i cittadini avranno a disposizione denaro digitale destinato a stimolare l’economia e lo sviluppo economico del Paese. Il Pheu Thai si aspetta che il denaro venga fatto circolare in tutto il Paese, con conseguente espansione economica. Il portafoglio digitale avrebbe portato benefici alle future misure finanziarie del Paese, in quanto avrebbe portato al Paese un “nuovo formato di sistema monetario” attraverso la tecnologia blockchain. Inoltre, le imprese thailandesi avrebbero beneficiato beneficerebbero dell’aumento del potere d’acquisto dei cittadini.
“Chiuderemo Facebook se non blocca i cripto scammers”
Il Ministro dell’Economia e della Società digitale della Thailandia, nel frattempo, ha annunciato che intende chiedere a un tribunale di chiudere Facebook (META.O) di Meta Platforms nella seconda economia del Sud-Est asiatico se non dovesse intervenire in merito alle truffe che hanno colpito più di 200.000 persone. “Chiediamo al tribunale di chiudere Facebook e di non permettergli di fornire servizi in Thailandia se lascia che queste pagine false truffino le persone”, ha dichiarato Chaiwut Thanakamanusorn a Reuters, il quale ha riferito di aver fatto ripetute richieste affinché le inserzioni identificate come truffe venissero tolte da Facebook, ma il problema non è stato risolto e per questo motivo ha deciso di rivolgersi ad un tribunale. Il portavoce del Ministero, Wetang Phuangsup, ha dichiarato alla Reuters che i funzionari stanno raccogliendo le prove dei comportamenti scorretti da parte di Facebook, che saranno presentate in tribunale. “Se ci sono molti illeciti, il tribunale potrebbe chiudere pagine e account. Oppure il tribunale potrebbe chiudere l’intera piattaforma”. Il ministero ha precisato che le truffe perpetrate su Facebook oggetto dalla sua attenzione includono l’adescamento di utenti per investire in società false, la falsificazione di enti governativi come la Securities and Exchange Commission e il commercio di valute digitali.
“Non possono fare affari in questo modo”, ha detto Chaiwut.