Ma cosa sono “Terra, Luna, Anchor e UST” e perché hanno perso il 99,9% del loro valore in pochi giorni?
Se ti può consolare non sei l’unico. Infatti ci sono milioni di persone che cercano risposte nei motori di ricerca come Google. Quindi cercheremo di chiarirti meglio possibile le idee in questo articolo di approfondimento.
Terra: il progetto Blockchain
Terraform Labs era la startup di finanza decentralizzata, Cofondata da Daniel Shin e Do Kwon (@stablekwon), che ha dato vita a “Terra”, un network blockchain per i pagamenti digitali, che utilizza per fare questo diverse stablecoin per il funzionamento dei suoi servizi. Il progetto si basa un asset crittografico, ovvero una attività registrata in forma digitale e resa possibile dall’uso della crittografia che non è, e non intende rappresentare, un credito o un debito finanziario di un’entità identificabile.
LUNA: la cryptovaluta
“LUNA” invece è il token che viene utilizzato all’interno del network Terra per le funzionalità di base e che fa anche da “regolatore” del valore delle stablecoin che vengono emesse sull’omonima blockchain. Un complesso sistema monetario algoritmico ne regola creazione e distruzione.
Anchor Protocol: la “banca”
“Anchor Protocol” è un protocollo DeFi che consente agli utenti di usufruire di un sistema finanziario di prestito basato su stablecoin. L’idea è semplice: un prestatore deposita il suo UST presso la “banca” Anchor che lo utilizza per fare dei “prestiti garantiti” in cambio di una parte degli interessi riscossi.
TerraUSD: la “moneta stabile”
“TerraUSD“, Ticker UST, rappresenta la stablecoin nativa del progetto Terra, con il suo valore legato, in teoria, a quello del Dollaro USA. Si tratta si una stablecoin algoritmica, cioè che si basa su un algoritmo al fine di mantenere l’ancoraggio del suo valore e “sfruttando” l’altro token dell’ecosistema, LUNA, che svolge un compito chiave per il mantenimento del valore di UST riducendo la sua volatilità.
Il crash di LUNA e di Terra è stato causato proprio dalla stablecoin TerraUSD (UST) che ha perso la parità con il dollaro per una enorme immissione sul mercato di Token Luna.
Cerchiamo di essere ancora più chiari
La tecnologia Terra, la Crypto LUNA e la Stablecoin TerraUSD (UST) sono state create da Terraform Labs, fondata nel 2018 a Seoul, in Corea del Sud da Do Kwon.
L’idea era quella di creare una “moneta stabile algoritmica” in cui il token LUNA potesse essere “bruciato” o “creato”, ovvero convertito, per “coniare” nuovi UST, ovvero per aumentare, o diminuire, il valore di mercato ogni volta che avesse perso il suo ancoraggio (PEG) 1:1 rispetto al dollaro.
Facciamo un esempio pratico
Se il valore di un UST fosse sceso a 0,90 dollari, una quantità di UST sarebbe stata convertita in Token LUNA fino a recuperare il valore di 1 dollaro.
Viceversa e se un UST avesse raggiunto il valore di 1 dollaro e 10, una piccola quantità di Token LUNA sarebbe stata convertita in UST. Questo perché più valuta circolante viene emessa meno vale e vice versa, a causa dell’inflazione che si produce e in base alla regola finanziaria della domanda e dell’offerta.
Questo sistema ha funzionato perfettamente, ma solo finché non ha smesso di funzionare.
Ma quindi perché LUNA si è schiantata?
Perché UST abbia perso il suo ancoraggio, nessuno lo sa, e neanche lo stesso Do Kwon ha saputo fornire una spiegazione chiara agli investitori e agli organi di controllo finanziario, ma sono circolate diverse ipotesi, più o meno ufficiali.
Si dice che si sia trattato di un massiccio attacco pianificato e coordinato per sfruttare la bassa capitalizzazione di LUNA e causare un crash di Bitcoin, in modo che le “balene”, ovvero i grandi investitori, avrebbero potuto acquistare a prezzi stracciati.
Una lezione da parte di un gruppo Hacker?
C’è chi mormora che fin da giovanissimo, Do Kwon, appena 30enne, avesse già una pessima reputazione su Twitter causata dalla sua fastidiosa superbia e arroganza. Quindi si pensa anche ad un attacco personale da parte di concorrenti nel mondo della blockchain o di grandi gruppi hacker.
Un moderno Lupin III delle Cryptovalute?
Un’altra teoria è stata avanzata dal fondatore di Cardano, Charles Hoskinson, che ha twittato di un fantomatico prestito anonimo (detto in gergo borrowing) di ben 100.000 Bitcoin dall’exchange Gemini.
Con quei BTC avrebbero comprato una enorme quantità di UST “over the counter” (OTC), ovvero “exchange decentralizzati non regolamentati” tramite cui è possibile negoziare e acquistare titoli finanziari mantenendo il totale anonimato. Questo avrebbe abbassato rapidamente la liquidità dell’UST facendone schizzare il valore alle stelle.
Quindi l’algoritmo, in automatico, avrebbe cercato di abbassarne il valore vendendo grandi quantità di BTC e UST, accumulati da Terraform Labs proprio per tenere sotto controllo il prezzo di UST, questo avrebbe provocato una mole enorme di liquidazioni di long con leva, slippage e vendite innescate dal panico da parte degli investitori, creando un devastante effetto valanga.
In pratica, il tweet di Charles Hoskinson, insinuava che Terra fosse uno “schema ponzi” e che Terraform Labs non avesse abbastanza riserve di BTC per prevenire questa tempesta perfetta.
Nessuna di queste affermazioni è stata ancora confermata. Infatti Gemini ha negato l’emissione di tale prestito e forse per questo motivo che dopo poco tempo dalla sua pubblicazione, lo stesso Charles Hoskinson, ha cancellato il tweet.
Hoskinson (@IOHK_Charles) ha poi ritwittato che, anche se Gemini ha negato la transazione, rimane evidente come “qualcuno” abbia lanciato un attacco a Terra. Chi fosse per ora è ancora sconosciuto e i social media sono pieni di ipotesi e teorie.
E adesso qual è la situazione?
Poco dopo il disastro, Do Kwon ha creato una nuova versione di LUNA 2.0, abbandonando al suo destino la vecchia LUNA CLASSIC, ancora in vita seppur malandata. Questa operazione di spin off non ha prodotto grandi risultati, almeno per ora, infatti secondo i dati di CoinGecko la capitalizzazione di mercato della nuova moneta è scesa in poco tempo di oltre il 50% precipitando a 364 milioni, dai 40 miliardi di picco massimo, dimostrando un basso interesse al nuovo progetto da parte di piccoli e grandi investitori.
LUNA CLASSIC è in agonia, ma è ancora viva
LUNA, che molti avevano già dato, prematuramente, per morta e sepolta, ha rimbalzato di oltre 100 volte dai minimi di toccati a 0,00000112 dollari, ma la strada è ancora molto lunga per credere in un pieno recupero. L’attuale prezzo LUNA, oggi ribattezzata LUNA CLASSIC ($LUNC), è di 0,00027 dollari.
L’unica possibilità per $LUNC, di eliminare qualche altro zero dopo la virgola, è che gran parte dei token circolanti, quantità iper-gonfiata a causa del tentativo di compensazione del valore di UST (ora di oltre 6,5 trilioni di Token LUNA CLASSIC) venga “bruciata” definitivamente. Un numero smisurato anche nei confronti della capitalizzazione di mercato di sua maestà il Bitcoin, pari ad “appena” 578 miliardi.
Con l’attuale capitalizzazione di mercato, LUNA CLASSIC potrebbe raggiungerebbe nuovamente i precedenti 40 miliardi di dollari con un prezzo per ogni LUNC di poco superiore alla metà di un centesimo (0,006 dollari). Questo valore si calcola moltiplicando il prezzo del token crittografico LUNC per l’offerta in circolazione.
La comunità di sostenitori di LUNC è molto numerosa, determinata e motivata a rilanciare in orbita il progetto e il valore di LUNA, e il primo su tutti è proprio un certo Changpeng Zhao, CEO di Binance (@cz_binance), che ne detiene ancora il 40% dei Token in circolazione.
Ce la farà?