Nell’ottobre del 2022, la cantante Mina ha creato un marketplace dove si trovano vinili, nastri analogici, ma anche collezioni di NFT. Il sito prende il nome della sua casa discografica attiva dal 1967: Pdu Music.
Un “multiverso” per collezionisti

Sul sito si trovano 11 NFT diversi. La creazione di ogni NFT è limitata 500 pezzi, salvo l’NFT “foglia d’oro”: la creazione di questo NFT infatti è limitata a soli 100 pezzi. Tutti gli NFT sono in vendita a 100 dollari l’uno. All’acquisto, oltre a ricevere il proprio NFT, si riceve una serie di contenuti aggiuntivi. Per esempio, acquistando l’NFT dell’album “Canarino Mannaro” si riceve anche una foto preparatoria di repertorio inedita, l’immagine definitiva dell’album ottenuta partendo dalla preparatoria e tre video in cui Mauro Balletti (grafico e fotografo) spiega le tecniche adottate all’epoca (in questo caso l’anno è il 1994) per la creazione dell’immagine definitiva. Oltre agli NFT, sul sito si possono comprare vinili e nastri analogici di Mina, ma anche di altri artisti, come Domenico Modugno e Ivano Fossati.
Solo 30 NFT venduti sui 5100 disponibili

Tutti gli NFT in questione sono token ERC-1155, cioè un token unico che ammette token fungibili e non fungibili (NFT). La sua collezione di NFT, basata sulla blockchain di Polygon, al momento della scrittura di questo articolo, su Opensea ha venduto solo 30 NFT sui 5100 disponibili, meno dell’1%. Ma perché le vendite sono andate così male? Siamo agli inizi di questa tecnologia e chi si butta a sperimentare non deve essere preso di mira, ma anzi sostenuto e difeso. Però, per far progredire il Web3, bisogna anche e soprattutto iniziare casi di successo anche se, come sempre, è sbagliando che si impara.
La storia di PDU Music e Mina

La PDU (Platten Durcharbeitung Unternehmungen, Produzione Dischi Ultrafonici in italiano) viene fondata nel 1967 da Mina e suo padre Giacomo Mazzini. L’obiettivo principale della casa discografica è di produrre e distribuire i dischi della cantante. La PDU oltre alla produzione dei dischi di Mina dal 1967 a oggi, ha pubblicato dischi di artisti importanti di tutti i generi musicali: Musica classica (Marta Argerich, Maurizio Pollini e vari grandi solisti, un catalogo di circa 60 titoli), Jazz italiano (Giorgio Gaslini, Martial Solal, Franco Ambrosetti, Danilo Rea, Massimo Moriconi, Alfredo Golino), Rock progressive (Popol Vuh, tra i dischi anche le colonne sonore per i film di Werner Herzog “Nosferatu” e “Fitzcarraldo”), Tangerine Dream, Peter Tosh per il reggae, gli Audio 2 e molti altri ancora. PDU Music ha tre account social, ma non una vera e propria community: il canale Youtube ha 77 iscritti. La pagina Facebook 451 follower e Instagram 2053.

L’ultima esibizione dal vivo di Mina risale al 1978, quindi ben 44 anni fa (all’epoca Mina aveva appena 38 anni). Inoltre, non rilascia interviste da più di 20 anni. Mina ha incarnato il modello del talento e della diva dello spettacolo sulle scene, in televisione e nei suoi dischi. Ha fatto la storia della televisione italiana negli anni ’60 e ’70 per poi decidere di non apparirvi più. Ha interpretato le canzoni di successo che hanno accompagnato la vita quotidiana degli italiani per 40 anni. Mina pubblica un lavoro discografico inedito ogni anno. Nel 2001 ha aperto le porte del suo studio di registrazione attraverso internet, dando in streaming un filmato dove registrava live. Le richieste di poter vedere Mina in questo documento filmato al server dell’operatore Wind telecomunicazioni s.p.a. sono state addirittura 50 milioni, facendo collassare l’intero sistema. Questa volta però, il suo progetto di NFT non sta riscuotendo il successo a cui è abituata.
Come mai la vendita è andata male?
Questa potrebbe essere un’ottima occasione di dibattito tra esperti del settore. Se Mina, la più importante cantante italiana per distacco, riesce a vendere meno l’1% degli Nft creati forse è il caso di fare una riflessione. Innanzitutto i vantaggi e i benefit dell’Nft sono un po’ limitati, foto, video, ok, ma forse si poteva dare qualcosa di più. Se, per esempio, avessero dato diritto a una forma di contatto con l’artista, anche solo una breve call di gruppo esclusiva, avrebbe avuto un altro appeal. Poi, l’assenza di una community specifica è garanzia di insuccesso quando si vuole lanciare un Nft o un progetto Web 3. Ed è un peccato perché non è nemmeno stato usato il profilo ufficiale di Mina su Instagram, fermo da più di un anno. Altro punto debole, la comunicazione. Nonostante stiamo parlando dell’artista numero 1 in Italia, c’è stata una scarsa copertura mediatica sul progetto Nft. Ultimo, ma non ultimo, affidare l’on boarding di tanti potenziali clienti avanti con gli anni solo a OpenSea e alla creazione di un wallet Metamask o affini è forse uno scoglio tecnologico troppo alto. Sarebbe stato meglio creare delle piattaforme di acquisto più Web 2.5 che Web 3.0 con un processo di vendita semplificato, così come ormai tutti sono abituati, e la possibilità di acquisto anche con carta di credito o paypal e non solo con le crypto, per poi fare il passaggio “on-chain” dell’Nft in un secondo momento, magari con l’appoggio di un servizio clienti e video tutorial a supporto. Ovviamente il progetto è in corso e si può migliorare, resta il fatto che bisogna riconoscere alla grande Mina il coraggio e la capacità di mettersi ancora in gioco, usando le nuove tecnologie, dopo una carriera sfavillante che ha segnato la storia della musica italiana. Chapeau.