Solana fino a pochi mesi fa era sulla bocca di tutti, la sua velocità e le bassissime fees di transazione l’avevano resa una delle blockchain più popolari, tanto da guadagnarsi la nomea di “Ethereum Killer”. Ma, dal crollo di FTX, diversi problemi hanno afflitto la rete, minando la fiducia che si era guadagnata tra gli investitori.
Breve storia di Solana
Solana nasce nel 2017 da un’idea di Anatoly Yakovenko, ma solo nel 2020 vede la luce con il lancio della blockchain e la validazione del primo blocco. La rete, open-source, utilizza un innovativo algoritmo denominato Proof of History che permette transazioni molto veloci a basso costo. Questo ha permesso la nascita di un florido ecosistema di dApp e applicazioni sulla blockchain.
Il lancio del token di Solana (SOL) è stato però fin da subito molto discusso, quasi il 50% dell’offerta totale dei token è stato infatti distribuito tra: Solana Labs, team e Venture Capital (tra cui, come vedremo, FTX e Alameda Research).
Il restante 50% è stato diviso tra: Foundation (13%), Airdrop (circa il 30%) e solo meno del 10% dei token totali sono stati destinati alla vendita pubblica.
In questo modo il prezzo è totalmente controllato dai grandi attori entrati per primi nel progetto, lasciando agli investitori retail solo le briciole.
Solana e FTX
Il fallimento del famoso exchange FTX ha avuto un impatto devastante sull’ecosistema di Solana, ma perché?
FTX solo sei mesi dopo il lancio della mainnet aveva acquistato, insieme ad Alameda Research, ben 50 milioni di SOL venduti dalla Solana Foundation e circa 7.5 milioni di SOL venduti da Solana Labs. Al suo massimo storico, il valore totale in dollari dei token detenuti da Alameda e FTX superava i 15 miliardi di dollari.
Il fallimento dell’exchange e del fondo di investimento collegato (Alameda Research) ha portato panico tra gli investitori di Solana che temevano una vendita a mercato di gran parte dei token, con conseguente crollo verticale del prezzo. E così è stato. In soli 4 giorni il prezzo, già martoriato da mesi di bear market, ha perso il 70% del controvalore in dollari toccando i 10$, un -97% dai massimi storici di 260$ del 2021.
Ma non è stato solo il prezzo del token a soffrire, gran parte degli investitori DeFi su Solana sono infatti scappati dopo il crollo di FTX. Il TVL (Total Value Locked) su tutte le dApp di Solana è passato circa 1 miliardo di dollari al 6 novembre 2022 a 350 milioni di dollari solo 10 giorni dopo.

L’impatto di FTX su Solana non è solo attuale ma sarà anche futuro. Gran parte dei token acquistati da Alameda e FTX sono infatti bloccati nei contratti di stake, questo significa che, fino a gennaio 2028, milioni di SOL verranno probabilmente scaricati a mercato impattando sul prezzo.
Tra blocchi e problemi di decentralizzazione
Al contrario della blockchain di Bitcoin che conta il 100% di uptime, quella di Solana è nota nel settore per essere particolarmente inaffidabile ed andare spesso in blocco, non permettendo lo scambio di token e qualunque tipo di transazione.
Il 14 settembre 2021 subisce un blocco causato dal fatto che differenti validatori registravano uno stato diverso della rete, causando un fork. Dopo quasi 24 ore, il 15 settembre, la rete è tornata operativa. Altri blocchi si sono verificati il 1 maggio 2022, il 31 maggio 2022, il 1 ottobre 2022 e l’ultimo, tra i più lunghi, il 25 febbraio 2023, durato quasi 19 ore.

Le vulnerabilità non finiscono qui, come risulta da uno studio di Messari, il 95% dei nodi validatori è hostato in grossi datacenter tra cui spicca Hetznter, società tedesca che ospita il 42% dei nodi di Solana. In questo modo la rete è estremamente esposta ad attacchi e blocchi annullando di fatto la decentralizzazione.
Le buone notizie
Tra i diversi problemi la blockchain di Solana ha dimostrato, per ora, un’ottima resilienza e lato sviluppo non è mai stata abbandonata, anzi. Da novembre 2022 (crollo di FTX) il prezzo è cresciuto quasi del 200% e un report di Coinbase ha confermato la validità tecnica della blockchain nominandola tra i layer 1 più interessanti sul mercato.
L’ecosistema di sviluppatori è in continua crescita e lo dimostrano anche i dati, da dicembre 2022 il numero di developers sulla chain di Solana è cresciuto dell’83%, più che su ogni altra blockchain.
Tra le più recenti dApp lanciate troviamo la tanto discussa Homebase, una DAO che permette l’investimento immobiliare tramite la tokenizzazione. Mentre già da mesi Instagram permette di caricare sul famoso social gli NFT di Solana.
L’evento in Italia
Anche la community italiana di Solana non resta a guardare. Infatti, dal 22 al 26 marzo 2023, presso il Poma Institute di Milano si svolgerà un bootcamp su Solana con un focus su sviluppo e programmazione.
Il programma del corso si concentrerà su:
- Funzionamento e architettura di Solana
- Tecnologia NFT: creazione e gestione su Solana
- Metaplex, il protocollo NFT di Solana
- Strumenti e funzionamento smart contract su Solana
- Utilizzo del framework Anchor
- Sviluppo completo di smart contract su Solana
A questo link (pomainstitute.com/bootcamp) trovate tutte le info sul corso e le modalità di iscrizione.