Andrea Enria, capo della vigilanza della BCE, ha sottolineato la necessità di bilanciare l’innovazione finanziaria con adeguati meccanismi di regolamentazione per garantire la stabilità dei mercati, durante il convegno sul regolamento MiCA e la sua coordinazione con la legislazione europea dei mercati finanziari organizzata congiuntamente dall’Università Ca’ Foscari Venezia e dalla Banca d’Italia, e ha ha dichiarato che l’innovazione non dovrebbe avvenire a spese della sicurezza e della stabilità finanziaria.
“Innovazione entro i confini della regolamentazione”
L’alto funzionario della Banca Centrale Europea ha respinto l’idea che l’innovazione debba avvenire al di fuori dei confini della regolamentazione e della supervisione, sottolineando che quando le imprese gestiscono denaro altrui, è essenziale garantire protezioni adeguate per la sicurezza e l’integrità del mercato. Ha affermato che l’innovazione finanziaria richiede un’attenzione particolare per sviluppare soluzioni normative e di vigilanza adeguate, evitando il rischio di minacce alla stabilità finanziaria. Enria ha riconosciuto l’importanza del regolamento MiCA nella disciplina della “finanza digitale” e nel gestire le implicazioni di questa innovazione sulla stabilità finanziaria. Ha citato l’esempio dei cripto-asset, sottolineando come inizialmente sembrassero offrire nuove opportunità ma che le recenti turbolenze, incluse frodi gravi, giustifichino un approccio regolatorio più severo.
In passato il presidente del consiglio di sorveglianza della BCE aveva sostenuto la separazione dei cripto-asset dal settore finanziario regolamentato, ma ora ritiene che l’approccio di “lasciarli sperimentare in un ambiente chiuso” non sia più sostenibile. Ha elogiato la decisione dei legislatori europei di regolamentare l’emissione e i servizi legati ai cripto-asset, definendola una mossa appropriata e tempestiva. La sua conclusione ha sottolineato l’importanza di non essere né in ritardo né troppo indulgenti nella regolamentazione finanziaria per preservare la sicurezza e la competitività del mercato.

MICA, un punto di partenza
Filippo Annunziata, Professore associato di Diritto dei mercati finanziari all’Università Luigi Bocconi, ha sintetizzato il sentire generale riguardo al regolamento Mica emerso durante il convegno organizzato a Venezia, dichiarando: “La grande lacuna… ma è un punto di partenza”. Gli interventi dei partecipanti hanno evidenziato incongruenze interne nella normativa MiCA e confini poco chiari con altre regolamentazioni, come MiFID, rendendo il percorso operativo delle aziende crypto ostico. Nonostante gli obiettivi dichiarati di agevolare lo sviluppo delle start-up nel settore, sono state sollevate preoccupazioni sui costi e i parametri di base, considerati eccessivamente elevati per le start-up.
La MiCA, considerata un “punto di partenza”, è stata criticata per non affrontare aspetti chiave del mondo crypto, come gli NFT, e per non trattare la Finanza Decentralizzata. Tuttavia, è emerso che la normativa rappresenta un punto di convergenza per operatori legali, istituzionali, accademici e crypto.

Durante il convegno sono state sollevate diverse criticità, tra cui la lentezza nell’esegesi e nell’applicazione della normativa, prevista per diventare completamente operativa solo nei prossimi 18 mesi. La normativa è stata anche oggetto di critiche per le sue contraddizioni e lacune, che complicano una definizione precisa del perimetro di operatività. Inoltre, calare una norma europea in un panorama internazionale frammentato è stato considerato complesso e potenzialmente disfunzionale.
Il convegno ha esplorato una vasta gamma di temi, tra cui CBDC, AML, DeFi ed ecosistemi centralizzati, mettendo in evidenza la complessità del settore crypto. Mentre la MiCA rappresenta un punto di partenza, i partecipanti hanno sottolineato che il mercato crypto evolve rapidamente e che ulteriori discussioni e regolamentazioni sono necessarie per adeguarsi a questo dinamismo.