Finalmente querelare un giornalista senza motivo potrebbe costare caro. Il Tribunale di Spoleto, infatti, ha condannato un ex consigliere della Spoleto Credito e servizi che aveva denunciato per diffamazione a mezzo stampa il giornalista Carlo Ceraso per alcune notizie pubblicate sul sito Tuttoggi. L’inchiesta giudiziaria accertò che i fatti descritti nell’articolo erano veri e la posizione del giornalista è stata archiviata. Così la Procura di sua iniziativa ha aperto un fascicolo a carico del querelante accusandolo di calunnia. L’uomo è stato rinviato a giudizio e alla conclusione del processo è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione pena sospesa. Inoltre dovrà risarcire i danni, da quantificare in sede civile con una provvisionale di 10 mila euro. La difesa ha sostenuto la mancanza dell’elemento “soggettivo” del reato e aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato. L’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa si sono costituiti parte civile nel processo e hanno ottenuto un risarcimento di 5 mila euro ciascuno.
Le reazioni
L’avvocato Iolanda Caponnecchi, difensore del giornalista oggetto della querela, ha dichiarato che la sentenza rappresenta il primo caso di “querela temeraria che si ritorce contro chi l’ha presentata” ed ha sottolineato il fatto che il pubblico ministero abbia proceduto di sua iniziativa e non dopo una denuncia di parte. Gianluca Amadori, responsabile del Gruppo di lavoro Giustizia e Informazione dell’Ordine nazionale, ha commentato la notizia esprimendo la speranza che questa sentenza costituisca “un precedente per gli altri uffici giudiziari italiani e ha espresso la speranza che il Parlamento approvi una norma contro le querele bavaglio per garantire la libertà di informazione.