“Le mafie italiane stanno vivendo una trasformazione epocale, abbandonando le tradizionali pratiche per adattarsi all’era digitale” lo afferma il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, esperto nelle indagini sulle organizzazioni criminali. Questa nuova generazione di “boss 5.0” ha messo da parte lupare e vecchie coppe, preferendo copricapi di lusso e abiti su misura presi da boutique di alto livello a Milano, Londra e Parigi.
I nuovi arsenali delle mafie
Il nuovo arsenale delle mafie è composto da super computer e terabyte, con cui gestiscono i loro traffici in modo più sofisticato che mai. Gratteri sottolinea che questi criminali si sono trasformati in veri e propri imprenditori dell’ombra, in grado di comunicare con criptofonini resistenti alle intercettazioni, trasferire enormi somme di denaro in valute virtuali con un semplice tocco su un tablet e assumere ingegneri informatici e maghi del computer per proteggere le loro attività nell’oscurità del web. Questi nuovi mafiosi sono in costante evoluzione, utilizzando le opportunità offerte dal mondo digitale. Hanno iniziato ad utilizzare i social media, ma stanno estendendo la loro influenza in territori sempre più vasti e complessi. La ‘ndrangheta sembra essere un passo avanti nelle criptovalute e nelle attività illegali online, mentre la camorra è più coinvolta nei social media.
Le mafie usano il dark web
Le mafie italiane stanno sfruttando il dark web, una parte nascosta e non indicizzata del web, dove durante la pandemia hanno prosperato le attività illegali. Sono coinvolte in una serie di attività, tra cui traffico di droga, commercio di armi, truffe online, vendita di merci contraffatte, furto d’identità e altro. Queste organizzazioni criminali utilizzano piattaforme “blindate” e chat criptate per comunicare al sicuro dal rischio di essere intercettati dalle forze dell’ordine. Alcune mafie dispongono di ingegneri informatici che lavorano per proteggere le loro comunicazioni, rendendo la lotta alle mafie ancora più complessa. Le forze dell’ordine stanno cercando di adeguarsi alla minaccia delle mafie del futuro, ma Gratteri sottolinea che è necessaria una cooperazione globale e un migliore scambio di informazioni per contrastare queste organizzazioni sempre più ibride che operano sia nel mondo analogico che digitale. Le mafie sparano meno ma corrompono di più e stringono alleanze sempre più strategiche.
Il declino dell’istruzione
Nicola Gratteri aveva nei giorni scorsi lanciato un vibrante appello denunciando il declino dell’istruzione in Italia e l’importanza di affrontare il problema culturale e sociale che favorisce la diffusione delle mafie. Durante un incontro su “Etica, legalità, economia” organizzato dalla banca San Paolo a Napoli, Gratteri ha dichiarato che i governi degli ultimi decenni hanno trascurato l’istruzione, creando generazioni che spesso non sanno scrivere in italiano e hanno scarse conoscenze in materie fondamentali come storia e matematica. Il procuratore ha criticato aspramente il sistema educativo italiano, sostenendo che le scuole si concentrano troppo sui progetti, come la “giornata della legalità,” che spesso si traduce in semplici incontri con magistrati e personaggi famosi. Gratteri ha suggerito che questi eventi non abbiano un impatto significativo e ha sottolineato la necessità di parlare ai giovani in modo più realistico, focalizzandosi sui soldi e sulle opportunità di carriera, anziché sulla morale.
I disvalori dei giovani
Gratteri ha evidenziato l’importanza di spiegare ai giovani quanto possono guadagnare e quanto rischiano nel mondo del crimine organizzato, come nel caso dei corrieri di droga. Ha illustrato un esempio in cui, per trasportare 5 chili di cocaina da Napoli a Milano, i corrieri ricevono 1500 euro, un guadagno che può superare quello di un bravo idraulico in una settimana. Il procuratore ha sottolineato come l’immagine del successo sia spesso distorta per i giovani, che vedono gli insegnanti come sfigati, preferendo il modello del cafone che arriva con un costoso SUV davanti a un pub. Gratteri ha inoltre evidenziato la responsabilità dei genitori, accusandoli di essere egoisti e di aver abbandonato i propri figli davanti a internet. Il magistrato ha proposto un approccio più pragmatico per le giovani generazioni, suggerendo di portare i ragazzi in comunità terapeutiche per parlare con tossicodipendenti, visitare anziani abbandonati negli ospedali geriatrici e affrontare temi reali come la legalizzazione delle droghe.
Infine, Gratteri ha criticato il sistema giudiziario italiano, sottolineando la necessità di creare un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale e di ridurre i tempi dei processi. Ha anche evidenziato la presenza di magistrati “fuori ruolo” che non svolgono il lavoro per cui sono stati nominati, ma vengono impiegati come consulenti dei ministeri. Il procuratore ha sottolineato la necessità di semplificare il sistema giudiziario italiano per renderlo più efficiente ed efficace nella lotta alle mafie.