La vicenda della New Financial Technology, lo schema Ponzi che ha scammato l’agosto scorso si arricchisce di un altro capitolo. La truffa, della quale ha parlato per primo il giornale La Tribuna di Treviso, consisteva nella promessa di rendimenti del dieci per cento mensile ai clienti grazie al meccanismo dell’arbitraggio. Ad agosto il “crac”: pagamenti sospesi e promotori scomparsi (Christian Visentin, Mauro Rizzato Emanuele Giullini) in fuga tra Dubai e Lugano. Si calcola che siano quattromila gli investitori rimasti con un pugno di mosche. Sono in corso le indagini della Guardia di Finanza e di due Procure.
I clan alla caccia del loro denaro
Una agenzia di investigazioni privata ingaggiata da uno studio legale, che si occupa della vicenda, ha riferito che uomini incaricati dalla camorra si sono recati, nelle settimane scorse, a Dubai da Christian Visentin, uno dei promotori della truffa, il quale sottoposto a minacce, ha restituito tutti i soldi che i clan della malavita gli avevano affidato.
La spedizione
La spedizione dei malavitosi contro Visentin, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, è avvenuta qualche settimana fa. Il primo a essere contattato è stato Emanuele Giullini, avvocato trapiantato a Roma, originario di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Grazie alla sua presenza gli uomini dei clan hanno raggiunto il residence sulla spiaggia, dove vive Visentin a Dubai, bypassando il cordone di sicurezza che si è costruito attorno a sé temendo per la propria incolumità, e sono riusciti ad avere un contatto diretto con lui riuscendo a recuperare per intero la somma, che avevano investito nelle operazioni della Nft anche allo scopo di riciclare denaro sporco. Scenario inquietante, del quale gli investigatori di Treviso sono stati informati.
Truffati hanno perso le speranze
Nel frattempo le migliaia di truffati hanno perso le speranze di recuperare i loro investimenti. Le promesse di restituzione da parte di Giullini, con tanto di calendarizzazione, non si sono mai concretizzate. Il 21 novembre scorso doveva essere la data “ics” dell’inizio del payback, ma c’è stato l’ennesimo intoppo: “Pur sollecitata a più riprese con cadenza quotidiana, la società monetizzatrice non ha ancora comunicato la data di liquidazione della tranche in oggetto”, ha fatto sapere l’avvocato e socio di Visentin e Rizzato tramite il proprio canale Telegram.