Centinaia di migliaia di euro riciclati all’interno del circuito del Bitcoin da cosa nostra,’ndra ngheta e camorra in affari nei quali operano come un unico soggetto sulla base di un patto di federazione. E’ questo l’inquietante scenario che emerge da una telefonata anonima, che un professionista nel settore imprenditoriale ha fatto chiamando direttamente la Guardia di finanza di Magenta.
L’operazione
L’interlocutore ha rivelato che a in via Varese 2 a Lainate in un capannone dato in uso alla cooperativa Yxel ci fosse un deposito di armi I militari I militari sono intervenuti il 14 aprile scorso ma, a parte il custode, non hanno trovato nessuno e anche le armi, che erano il motivo principale del loro intervento non c’erano; secondo gli inquirenti, esse sarebbero state presenti all’interno del capannone fino a pochi giorni prima della perquisizione. In compenso dietro gli scaffali sono stati trovati circa mezzo milione di euro, diviso in decine di mazzette e su ognuna indicato un nome di fantasia. Nel sottoscala i militari hanno trovato un bunker allestito con decine di server e altrettanti computer per investire denaro nel campo dei bitcoin.
La cooperativa
La cooperativa che ha in uso il capannone comprende tre soci, uno dei quali, un giovane imprenditore, è indagato per riciclaggio (non per mafia) . Gli investigatori hanno ipotizzato che la Yxcel, la quale ha un valore della produzione di oltre mezzo milione di euro e un attivo totale di circa due milioni, farebbe parte di un rete più ampia di società collegata alla nuova cupola mafiosa che domina la metropoli milanese.
I commenti
Durante la grande manifestazione di Libera a Milano del 22 marzo scorso il capo dell’antimafia milanese Alessandra Dolci aveva spiegato: “Nel nostro territorio oggi le mafie non si fanno la guerra e vista l’accentuata propensione economica” dei clan, in questo senso “si creano alleanze”. Dopodiché aveva citato alcuni passaggi delle intercettazioni rivelando che l’operatività delle organizzazioni criminali si è spostata nei settori dell’innovazione economica, nel quale agisce la ndrangheta, e dell’evasione fiscale, mentre sono venuti meno i tipi reati di stampo mafioso. Oggi i nostri arrestati dicono: mai io non sono mafioso faccio solo fatture false, e questo li rende meno criminali davanti all’opinione pubblica”.
Conclusioni
Le mafie tradizionali hanno sempre saputo adattarsi alle nuove tecnologie, per lo più allo scopo di facilitare il riciclaggio di denaro. L’uso di Bitcoin e altre criptovalute da parte delle mafie è un segno preoccupante dell’adattabilità delle organizzazioni criminali. Per combattere questo problema, le forze dell’ordine stanno implementando nuove tecnologie e tattiche. Ciò include l’uso di software avanzati per monitorare e analizzare le transazioni di Bitcoin, così come l’adozione di nuovi approcci investigativi. Tuttavia, è una lotta in salita, dato il rapido sviluppo e l’adozione delle criptovalute. Mentre le autorità si adattano per combattere queste nuove tattiche, la società nel suo insieme deve rimanere vigile. Solo attraverso la continua evoluzione e l’adattamento possiamo sperare di rimanere un passo avanti rispetto ai criminali.