E’ stato arrestato Matteo Messina Denaro. Ricercato dall’estate del 1993 l’ex capo di Cosa Nostra è stato arrestato questa mattina dai carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Matteo Messina Denaro era all’interno della clinica privata Maddalena di Palermo dove si era presentato con il nome di Andrea Bonafede. Il boss si trovava nella struttura “per sottoporsi a terapie”, spiega il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto, che ha coordinato le operazioni dalla caserma intitolata al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sede della Legione carabinieri Sicilia. Alle 9,35, il boss è stato caricato su un furgone nero dai militari e scortato da diverse gazzelle dei carabinieri portato via, fra gli applausi di tanti palermitani.
L’operazione
Più di cento uomini e un quartiere assediato dai carabinieri sono stati necessari per catturare Matteo Messina Denaro. Un centinaio di carabinieri del Ros, del Gis e del comando provinciale di Palermo da questa mattina presidiavano la zona di San Lorenzo attorno alla clinica “La Maddalena”. “All’improvviso, intorno alle 8.30 si questa mattina, abbiamo visto almeno 200 uomini, tutti vestiti di nero e incappucciati. Sono passati qui davanti e poco dopo abbiamo sentito dell’arresto di Matteo Messina Denaro”, hanno raccontato all’Adnkronos i due baristi del Bar San Lorenzo di Palermo, a poca distanza della clinica Maddalena. I Ros hanno dispiegato un ingente numero di forze per mettere in sicurezza anche i pazienti che si trovavano ricoverati nella struttura. Quindi il blitz è scattato intorno alle ore 9, con tutti i militari a volto coperto. L’area è stata sigillata con carabinieri ad ogni uscita della struttura. Messina Denaro non ha opposto resistenza durante l’arresto. Dopo l’operazione, è stato portato nella caserma dei carabinieri San Lorenzo in via Perpignano.
Chi é Matteo Messina Denaro
Nato a Castelvetrano nell’aprile del 1962, Matteo Messina Denaro era l’unico boss rimasto in libertà a conoscere i segreti delle stragi. Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Messina Denaro era latitante dall’estate del 1993. Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del 1992, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma.
Le reazioni
“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”. Lo si legge in una nota del Quirinale.
“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia“: così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia.
Se dovesse parlare
Matteo Messina Denaro è l’ultimo dei superboss, che conosce la verità dietro le stragi del 1992 e gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma. Sono molti i misteri legati a questo periodo e un eventuale collaborazione di Messina Denaro riscriverebbe la storia del nostro Paese. Proprio ieri c’è stato l’anniversario dell’arresto di Totò Riina e ancora ci si chiede perché non fu mai perquisito il suo covo. E poi ancora si deve fare luce sulle coperture e le protezioni che consentirono alla Mafia di distruggere un tratto di autostrada per ammazzare Giovanni Falcone e chi avvertì gli uccisori di Paolo Borsellino dei suoi spostamenti.