Un uomo di Las Vegas è stato accusato per la sua presunta partecipazione a CoinDeal, uno schema di frode di investimento che ha frodato più di 10.000 vittime per oltre 45 milioni di dollari.
I fatti
Secondo i documenti del tribunale, Bryan Lee 57 anni ha lavorato insieme ad altre tre persone per convincere gli investitori che CoinDeal era costituito da un gruppo di aziende, le quali stavano lavorando allo sviluppo di prodotti nel settore della realtà virtuale. Secondo l’accusa, Lee e i suoi co-cospiratori hanno anche affermato di essere in trattativa con un potenziale “consorzio di ricchi acquirenti“. Agli investitori veniva detto che i fondi erano necessari per pagare le spese operative fino alla realizzazione e alla vendita dei prodotti; Lee e i suoi complici hanno promesso rendimenti significativi. In realtà, i presunti truffatori hanno speso in modo sfarzoso in auto di lusso e immobili, secondo i pubblici ministeri. Per dare credito alle loro promesse i truffatori hanno falsamente pubblicizzato i nomi di due miliardari come facenti parte del potenziale gruppo di acquisto. Il “miliardario 1” descritto come fondatore e presidente esecutivo di una “società di vendita al dettaglio online” e il “miliardario 2” come fondatore e amministratore delegato di una “società di auto elettriche”. Sebbene l’accusa non contenga alcun nome, queste due descrizioni corrispondono alle caratteristiche del fondatore di Amazon Jeff Bezos e di Elon Musk CEO di Tesla.
La mente della truffa
Lee lavorava sotto la direzione di Neil Chandran, che “si presentava come il proprietario” del conglomerato, e al fianco di Michael Glaspie, un uomo della Florida che aiutava a raccogliere i fondi degli investitori. Chandran è stato arrestato e accusato nel giugno 2022, mentre Glaspie si è dichiarato colpevole di frode telematica a febbraio. Nella denuncia della SEC, Chandran viene descritto come un “violatore recidivo della legge sui titoli e un criminale condannato”. Lui e i suoi finanziatori “hanno preso di mira investitori per lo più non sofisticati”, sostenendo che la sua tecnologia sarebbe stata venduta per “trilioni di dollari” al finto consorzio sostenuto da un miliardario, secondo la SEC. I procuratori hanno accusato anche Garry Davidson,per aver presumibilmente raccolto e riciclato denaro per Chandran.
Le 39 Tesla
All’epoca dell’arresto di Chandran fece scalpore l’entità dei beni che gli furono confiscati. In particolare la sua collezione di 39 Tesla, la quale comprendeva 16 crossover Model Y, 15 berline Model 3, quattro berline Model S e tre SUV Model X. Oltre a questi mezzi gli furono confiscati altri 19 veicoli, due pick-up, tre camper e una barca, Inoltre cinque immobili in California e Nevada, una Ferrari, una Rolls-Royce e altri beni costosi, tra cui un orologio svizzero d’oro tempestato di diamanti. Infine Chandran aveva 36 milioni di dollari in contanti conservati in 25 conti di 12 banche diverse, due compagnie di assicurazione e un servizio di brokeraggio azionario.