La Direzione Investigativa Antimafia ha presentato al Parlamento la relazione sull’attività svolta e i risultati conseguiti nel primo semestre del 2022.
Holdings criminali
E’ inquietante il quadre disegnato dalla DIA, la quale sottolinea il fatto che le organizzazioni della criminalità organizzata si caratterizzano sempre di più come “multi-service provider”, in grado cioè di sfruttare nel mondo digitale “la capacità organizzativa di fare networking, di stabilire alleanze operative e strategiche tra gruppi diversi, anteponendo l’unità di intenti alle lotte interne”. La relazione mette in evidenza la capacità delle Mafie di operare in sinergia tra di loro condividendo l’high tech soprattutto tecnologico e digitale, oltre a quello finanziario, Le mafie sono capaci di sfruttare la crittografia e gli strumenti del mondo digitale per pubblicizzare merci illegali e diffondere la disinformazione, al punto che il Web è diventato il luogo preferito da esse per svolgere le loro attività lucrative sfruttando gli spazi di manovra offerti da un quadro giuridico frammentato e dalla costante evoluzioni della tecnologia digitale. Questo fenomeno ha costretto i sistemi giudiziari dell’Ue a definire approcci innovativi e adattare i processi esistenti. Solo la cooperazione internazionale può consentire di massimizzare l’efficacia della lotta alle organizzazioni criminali ormai proiettate a valicare sistematicamente i confini nazionali.
Le misure previste in Italia
Le potenzialità sempre in evoluzione offerte dalla digitalizzazione e le conseguenze cui essa espone il sistema finanziario sono stati oggetto di una comunicazione della Banca d’Italia il 30 giugno 2022, la quale ha avuto come destinatari, non solo gli intermediari vigilati ma anche a quanti “…operano a vario titolo negli ecosistemi decentralizzati anche come utenti “per richiamare l’attenzione oltre che sulle opportunità offerte da tali tecnologie anche sui rischi insiti nelle stesse e nell’operatività in cripto-attività” i quali erano stati alla base dell’approvazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze recante disposizioni per l’esercizio dei servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e dei servizi di portafoglio digitale. Esso per lo lo svolgimento di tali attività, anche on line, richiede il possesso di specifici requisiti e l’iscrizione degli operatori de quibus in un’apposita sezione del Registro dei Cambiavalute e impone loro l’onere di inviare in via telematica al medesimo organismo, con cadenza trimestrale, i dati relativi alle operazioni effettuate nel territorio della Repubblica italiana
Gli strumenti necessari a contrastare il fenomeno
Secondo la Relazione è indispensabile affiancare “all’attività di contrasto giudiziario, un’efficace azione preventiva”. La mafie italiane, sottolinea la DIA, svolgono la loro attività a livello internazionale e costituiscono “una crescente minaccia per la sicurezza degli Stati, delle loro economie e dei diritti dei cittadini”. La Relazione sottolinea che esse sono da considerarsi come “holdings finanziarie”, che fanno un limitato ricorso alla violenza” circostanza questa che potrebbe portare alla “riduzione della percezione della pericolosità sociale della criminalità organizzata”. La Dia ribadisce inoltre la necessità di “utilizzare un linguaggio comune, metodologie e normative condivise per massimizzare l’efficacia delle azioni di contrasto poiché i nuovi scenari richiedono strategie congiunte e coordinate ad ogni livello, anche in considerazione del recente interesse della criminalità mafiosa verso il sistema delle criptovalute, nonché un più moderno ed efficace adeguamento normativo da parte dei Paesi Ue ed extra Ue”. Un intervento normativo di questa portata in materia di “misure antiriciclaggio e patrimoniali”, dovrebbe essere basato sull’approccio italiano “follow the money”, apprezzato a livello globale, nella comune consapevolezza che le future sfide si combatteranno nel mondo digitale (dark web, metaverso, criptovalute, ecc.).
Un tavolo permanente per lo studio delle transazioni digitali
In relazione al crescente sviluppo delle transazioni finanziarie attuate utilizzando la tecnologia blockchain e lo scambio di criptovalute e Nft, è stato avviato un tavolo permanente “volto allo studio delle correlate fenomenologie e all’individuazione di possibili elementi di contatto con la criminalità organizzata.” La crescente diffusione dei virtual asset rende necessarie norme che possano prevenire “l’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo”. In tale ambito, si sottolinea l’efficacia della Rete Operativa Antimafia @On di cui la Dia è ideatrice, promotore e Project Leader, che è oggetto di apposita disamina nel Focus di questa relazione semestrale. La Rete, il cui progetto era stato avviato nel 2013 e recentemente rifinanziato per ulteriori 24 mesi dal “Grant Agreement” tra il Direttorato Generale per la Migrazione e Affari Interni della Commissione Eu Dg-Home e la Dia con ulteriori 2 milioni di euro a partire dal febbraio 2022, rappresenta lo strumento con cui la Dia favorisce le Agenzie di Polizia nello scambio operativo delle informazioni relative alle organizzazioni criminali presenti negli Stati membri dell’Unione Europea per sostenere le indagini transnazionali anche mediante il rapido invio sul posto di investigatori, specializzati nel particolare fenomeno criminale indagato, a vantaggio dei Paesi richiedenti.