Alan Glanse, ex amministratore delegato di Juice Fields e uno dei suoi volti più conosciuti ha affermato di non avere alcuna responsabilità nella presunta “exit scam” Juicy Fields e ha aggiunto che si trova nella stessa situazione degli utenti truffati e ha aggiunto di essere “scioccato da tutto quello che è successo”. “Non ho paura di nulla perché sono innocente”- aggiunge.
Glanse non è scomparso e ha trascorso gli ultimi giorni a parlare di persona con alcuni investitori colpiti proclamando la sua innocenza in molti gruppi telegram formati dalle vittime della “exit scam” . Ha sostenuto di non avere mai rubato soldi, e di volere trovare gli uomini russi che controllano lo schema. “Li ho incontrati solo cinque volte prima di essere assunto”- ha sottolineato.
Un documento interno
Nelle ultime ore, un documento uscito dalle filiali Juicy Holdings B.V. (Paesi Bassi) e JuicyFields AG (Svizzera) ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio tra i gruppi telegram di vittime della presuntra”exit scam” in tutto il mondo. Il documento, intitolato “Indagine interna di due diligence”, contiene numerose informazioni sui chi prendeva le decisioni davvero all’interno di Juicy Fields e su molti dei loro quadri intermedi, che potrebbero essere stati i responsabili della presunta fuga con il denaro. El Pais Financiero ha cercato senza successo di contattare le filiali nei Paesi Bassi e in Svizzera per confermare l’autenticità di queste informazioni. Tuttavia, sia le linee telefoniche che gli indirizzi e-mail sono già stati scollegati. Alan Glanse, in qualità di ex amministratore delegato dell’azienda, ha potuto confermare la veridicità di alcune informazioni contenute in questi documenti. In particolare, ha dichiarato che i presunti atti panamensi contengono informazioni affidabili sugli effettivi proprietari e architetti di Juicy Fields.

I veri padroni
Il documento afferma che Paul Bergolts, un individuo con passaporto russo, controllava effettivamente il 51% di Juicy Grow GmbH, la filiale tedesca di Juicy Fields. Secondo il documento, Bergolts possedeva anche il 51% di JuicyFields AG, con sede in Svizzera. Inoltre dalle informazioni in esso contenute si evince che Paul Bergolts era l’azionista di maggioranza di una parte o di tutta la rete Juicy Fields. Robert Laibach, un presunto avvocato con passaporto russo, deteneva, secondo gli atti, il restante 49% delle due società sopra citate. Tuttavia, è importante ricordare che Laibach figura come azionista designato, una “testa di legno” le cui azioni appartengono in realtà ad Alex Vaimer e Vasily Kandinski. È quindi difficile stabilire se Laibach abbia avuto una reale responsabilità per quanto accaduto o se, in quanto avvocato, abbia semplicemente permesso ai suoi clienti di usare il suo nome.
Lo stesso documento afferma che Viktor Bitner (con passaporto tedesco) e il dottor Robert Mueller hanno agito come “teste di legno” per le società costituite rispettivamente in Germania e in Svizzera. Non è noto l’effettivo coinvolgimento di entrambe le persone nel caso