Il mese scorso, la Cina ha promesso di reprimere la criminalità informatica collaborando con Myanmar, Thailandia e Laos. I quattro Paesi hanno istituito un centro di coordinamento a Chiang Mai, nel nord della Thailandia, per aiutare le forze di polizia a collaborare nella lotta alle bande di criminali informatici. In queste ultime settimane Pechino ha condotto una serie di azioni di repressione contro le basi criminali in Myanmar, in un contesto di crescente preoccupazione in Cina per le frodi nelle telecomunicazioni all’estero, soprattutto dopo che il film No More Bets, legato alle truffe informatiche, ha sbancato i botteghini del Paese durante l’estate, scatenando un dibattito nazionale sul tema. Queste operazioni confermano la volontà della Cina di sradicare le bande con base in Myanmar che spesso prendono di mira i cittadini cinesi, attirandoli con piani di investimento e promesse di amore o lavoro, per poi arrestarli e costringerli a lavorare come operatori telefonici, programmatori di computer e altri lavori nell’ambito di truffe online.

Arrestate 1200 persone
L’ultima di queste operazioni è stata resa nota venerdì 8 settembre 2023 dal Ministero della Pubblica Sicurezza cinese, il quale ha confermato che il Mianmar ha consegnato alla Cina 1.207 sospetti di cyber crime, confermando che saranno intensificati gli sforzi per migliorare la cooperazione tra le forze di polizia nella lotta contro le frodi online nel nord del Myanmar, che prendono di mira principalmente i cittadini cinesi. Il Ministero ha mobilitato i dipartimenti di pubblica sicurezza della provincia dello Yunnan e di altre regioni per portare avanti la repressione di questi crimini in risposta alla triste e complessa situazione delle frodi online nel nord del Myanmar. Di conseguenza, gli organi di pubblica sicurezza di Pu’er, nello Yunnan, hanno svolto un’attiva cooperazione di frontiera con le forze dell’ordine in Myanmar, fornendo loro tempestivamente informazioni sui gruppi di truffatori e truffatrici.

Oltre alla consegna dei sospetti le forze dell’ordine del Myanmar hanno anche sequestrato un gran numero di oggetti come computer, telefoni cellulari, carte SIM e carte bancarie. Sono in corso ulteriori indagini sui sospetti e coloro che sono coinvolti in frodi, attraversamento illegale delle frontiere o altri crimini saranno puniti severamente, ha dichiarato un funzionario del ministero. La polizia cinese indagherà a fondo su qualsiasi indizio relativo a cittadini cinesi detenuti illegalmente all’estero e solleciterà i dipartimenti preposti all’applicazione della legge dei Paesi e delle regioni interessati ad adottare misure decisive per punire i criminali e proteggere la sicurezza personale e i legittimi diritti e interessi dei cittadini cinesi.
L’operazione del 3 settembre

In una precedente azione di repressione congiunta tra Pechino e il Paese del sud-est asiatico, erano stati arrestati oltre 269 persone di cui 186 cittadini cinesi (vedi foto sopra), con l’accusa di coinvolgimento nelle truffe informatiche con sede in Myanmar e si era proceduto alla distruzione di 11 basi di truffe informatiche nel nord del Myanmar, dove sono stati arrestati 269 sospetti di frode, tra cui 186 cittadini cinesi che sono stati rimpatriati, secondo un comunicato del ministero. Tra i fermati anche 21 persone che hanno avuto un ruolo chiave in truffe per 120 milioni di yuan (16,5 milioni di dollari). L’operazione congiunta è stata condotta domenica dalle forze di pubblica sicurezza locali in Myanmar e dalla polizia della prefettura autonoma di Xishuangbanna Dai, nella provincia dello Yunnan, attraverso un meccanismo transfrontaliero di applicazione della legge, secondo il comunicato. Il mese scorso, la polizia della provincia cinese centrale di Henan ha arrestato 225 sospetti in una base di truffa nel nord del Myanmar, come ha riferito la Henan Television.
Anche droga e immigrazione clandestina focus degli sforzi congiunti
Oltre alle frodi online, i crimini legati alla droga nella sottoregione del Grande Mekong sono stati discussi in un incontro tenutosi a Pechino mercoledì alla presenza di funzionari di Cina, Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia, Vietnam e dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine. Tsang Wai-hung, vice-commissario della Commissione nazionale cinese per il controllo degli stupefacenti. Inoltre, anche l’Amministrazione nazionale cinese per l’immigrazione ha intrapreso azioni decisive contro le frodi online e altri crimini transfrontalieri. Negli ultimi due mesi, le autorità per l’immigrazione hanno indagato su circa 14.000 persone entrate o uscite illegalmente dal Paese e hanno impedito a circa 21.000 persone coinvolte nel gioco d’azzardo e nelle frodi online di lasciare il Paese, ha dichiarato venerdì Li Tao, vicedirettore dell’Ufficio per l’ispezione e la gestione delle frontiere della NIA. I dipartimenti amministrativi per l’uscita e l’ingresso hanno anche rafforzato il rilascio dei documenti di uscita e di ingresso e intensificato l’esame dei materiali dei richiedenti per promuovere la repressione del gioco d’azzardo transfrontaliero e delle frodi online.