Articoli che sponsorizzano schema Ponzi, video che “shillano” (creano interesse) su truffe, impossibilità di distinguere tra una news a pagamento e news indipendenti. Questo è lo scenario in cui è costretto a muoversi il povero risparmiatore/investitore che vuole approcciarsi a questa nuova, entusiasmante, tecnologia della blockchain e tutto il resto appresso.
L’utente è da solo, bombardato da un’infinità di informazioni, senza avere la possibilità di sapere se si tratta di un’informazione sincera, che lo tuteli e lo informi, oppure una vera a propria trappola, tesa a farlo cadere in un imbroglio, un vero tentativo di truffa insomma.
I lettori lasciati soli
Non esiste, a parte Decripto.org, un giornalismo libero specializzato nel Web3 e le crypto, e questo a nostro parere è il problema più grave di tutto il comparto. Com’è possibile per l’utente destreggiarsi in un mondo così nuovo e così disseminato di pericoli se non ha nemmeno una voce al suo fianco? E non stiamo parlando solo di influencer che non hanno competenze giornalistiche e a volte possono cascare in truffe anche loro, senza nemmeno rendersene conto. Dall’altra parte, infatti, la stampa tradizionale non ha le competenze per affrontare questo argomento, così nuovo e tecnico, e tante volte ha fatto incappare il giornalista di turno in clamorose figuracce quando si cimentano con argomenti e termini di cui non conoscono nemmeno il significato.
Nella jungla cripto, nessuno rispetta le regole
Secondo le leggi sulla stampa, non è vietato pubblicare articoli pubblicitari, a patto che siano immediatamente distinguibili rispetto all’informazione libera. Deve essere impaginato in un altro modo, con colori diversi, e con la dicitura chiara e leggibile che quello che il lettore ha davanti è un contenuto pagato, quindi non giornalistico, e pubblicitario, appunto. Questo, nella miriade di canali Youtube, account Instagram o Telegram o Discord che trattano di cripto, è lettera morta. Ma ormai, sempre più spesso, i giornali tradizionali più importanti stanno degenerando nella commistione tra pubblicità e informazione, continuando nella interminabile discesa del calo dell’attendibilità e della fiducia che ripongono in loro i lettori.
Per l’utente finale è praticamente impossibile rendersi conto se le informazioni che sta leggendo/ascoltando, siano state confezionate ad hoc per carpire la fiducia del risparmiatore, abbindolandolo con possibilità di facili e clamorosi guadagni, senza dare alcuna informazione oggettiva sul valore che il progetto potrebbe portare (ne abbiamo parlato qui).
Chi “shilla” scam rischia la tentata truffa
Ma come comportarsi se questi articoli/video/recensioni/live sono mirate a spingere truffe? In questo caso si potrebbe configurare, per il giornale e il “giornalista” o sedicenti tali, il reato di tentata truffa in quanto si presuppone che chi scrive e diffonde queste informazioni su schemi ponzi e scam vari, in realtà siano informati della non sostenibilità di questi “progetti” e quindi la diffusione di informazione volte a raccogliere altri “polli” sul mercato, sia, in tutto o in parte, dolosa e quindi perseguibile a termine di legge.
È in questo scenario e con questi presupposti, che abbiamo deciso di fondare Decripto.org, la prima testata giornalistica specializzata nel web3 in Italia, diretta da un giornalista professionista, e che sempre e per sempre sarà dalla stessa parte, quella dei lettori.