In occasione del Digital Italy Summit promosso da The Innovation Group Adolfo Urso Ministro delle imprese e il made in Italy ha affermato “L’impegno assunto da questo governo per accelerare la transizione digitale delle imprese sta dando i suoi risultati”
Le misure della digitalizzazione
Il percorso di digitalizzazione di dati e processi è ormai un elemento chiave di sviluppo economico e sociale. Il digitale produce molti vantaggi, tra cui una maggiore efficienza operativa e una migliore accessibilità ai servizi,che possono contribuire ad aumentare la produttività e la competitività.
Per misurare l’avanzamento della digitalizzazione nei vari Paesi, nel 2014 la Commissione Europea ha introdotto l’indice DESI (Digital Economy and Society Index). L’obiettivo principale di questo indice è quello di misurare i progressi compiuti dai Paesi dell’UE al fine di convergere verso un mercato digitale unico. Ogni anno le relazioni DESI comprendono profili nazionali, che aiutano gli Stati membri a individuare i settori su cui intervenire, e capitoli tematici, che offrono un’analisi a livello europeo delle principali aree digitali, essenziali per sostenere le decisioni politiche. Cosa è l’intensità digitale
Il ministro nella sua relazione ha parlato di intensità digitale, il cui indice è una misura che valuta il grado di adozione delle tecnologie digitali nel tessuto economico del paese. In particolare, essa è l’insieme di dodici fattori specifici che devono avvenire all’interno delle aziende. I fattori che compongono l’intensità digitale sono: 1) percentuale superiore al 50% di dipendenti connessi; 2) velocità di download superiore ai 30 Mbit/s; 3) utilizzo IoT; 4) uso intelligenza artificiale; 5) presenza e uso di un CRM; 6) 6) ricavi di vendita online superiore all’1%; e 7) di queste, almeno il 10% proveniente dal B2C; 8) uso di ERP; 9) presenza di social media o 10) di due social media; 11) servizi cloud di livello intermedio o avanzato; 12) cloud computing
Ognuno di questi fattori sarà presente, nelle pmi, con una scala di intensità differente. E in base ai valori raggiunti, ogni Pmi avrà il proprio profilo di intensità digitale

Intensità digitale in Italia superiore alla media europea
Durante il suo intervento il ministro Urso ha citato l’indice DESI argomentando che “il livello base di intensità digitale nelle piccole e medie imprese italiane è al di sopra della media europea: 60% in Italia su una media europea del 55% grazie alla diffusione dei servizi cloud (52% in Italia su media europea del 34%), all’uso di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale (6% su una media Eu dell’8%) e in parte big data (9% su base europea superiore del 14%)”. Urso ha spiegato che il nuovo piano nazionale transizione 4.0 ha supportato le imprese nell’acquisto di beni materiali e immateriali 4.0, nelle attività di ricerca sviluppo e di formazione e ha annunciato che è allo studio una misura per potenziare questo piano attraverso lo stanziamento di 5 miliardi di euro da destinare a progetti di efficientamento energetico delle imprese, in linea con gli obiettivi fissati dal green deal europeo. Inoltre ha affermato che un elemento fondamentale di questo processo è la rete nazionale di trasferimento tecnologico, la quale ha come coprotagonisti le PA, i centri di ricerca, le università e le aziende in una logica di prossimità territoriale,. Lo scopo principale di questa infrastruttura, ha spiegato Urso, è “intercettare il bisogno di innovazione delle nostre filiere produttive in ambito che ricomprendono l’AI, la blockchain, l’Internet Of Thinks, un ecosistema di tecnologie abilitate da reti telecomunicazioni di nuova generazione 5G”.
I collegati in Legge di Bilancio
Il ministro ha annunciato che saranno attuati i collegati in Legge di Bilancio dedicati alle tecnologie di frontiera, alla blue economy e alla space economy, al fine di dare all’Italia e alla sua industria un ruolo da protagonista nei comparti che saranno il futuro dell’economia mondiale”, Per raggiungere questo obiettivo Urso ha spiegato che sarà fondamentale “il completamento dei piani di intervento nelle reti di comunicazione ultra-veloce come la banda ultra larga per cui si è già provveduto a sottoscrive 17 addendum con le ragioni, e da misure in corso di definizione per incentivare tramite voucher per le imprese progetti di digitalizzazione per l’acquisto di beni materiali e immateriali, per l’acquisto di beni specialistici avanzati, per l’introduzione in azienda di specifiche tecnologie e di specifiche figure manageriali in grado di implementare tali tecnologie, le competenze che servono”.
L’importanza delle reti di nuova generazione
A completare il quadro, ha annunciato il ministro delle imprese e il made in Italy, ci saranno importanti novità di settore, come “l’approvazione in aula al Senato del Decreto Concorrenza nel DDL sulla concorrenza che alza i limiti elettromagnetici in Italia da sei volte per metro a 15 volte per metro, nella direttrice che c’era stata già indicata oltre vent’anni fa dall’Unione Europea alla quale ci siamo adeguati con limiti ben superiori di altri Paesi dell’Unione europea” in questo modo, ha sottolineato Urso “sarà più veloce il dispiegamento delle reti di nuova generazione fisse e mobili nel nostro territorio”.
Momento storico
Il ministro ha concluso affermando che il nostro Paese sta vivendo una fase storica “del processo di digitalizzazione del Paese” spiegando che “esso deve vedere una sinergia strategica nella quale l’impegno delle istituzioni e degli attori privati, la disponibilità di risorse e il superamento di alcuni elementi di incertezza nel settore consentiranno di imprimere un’accelerazione determinante nell’acquisire quel livello di pervasività digitale di cui le nostre imprese hanno bisogno per essere ancora vincenti nella nuova importante sfida della transizione energetica digitale che è un’autentica rivoluzione industriale”.