Swag è un progetto di cui avevamo già parlato in un articolo tempo fa. La nostra community ci ha però sempre chiesto aggiornamenti perché, nonostante il palese e sospetto multi-level marketing, la società Swag OÜ è iscritta al registro OAM (organismo competente che raccoglie gli agenti che si occupano di attività finanziarie senza fare, purtroppo, alcuna due diligence) e continua da anni la sua espansione con eventi e promozioni sui più importanti giornali economici italiani. Manca, ovviamente, l’autorizzazione Consob che però troppo spesso non fa sentire la sua voce in difesa dei risparmiatori che dovrebbe tutelare, nonostante le segnalazioni.
Abbiamo aperto un gruppo Telegram per permettere alla nostra community di discutere liberamente dell’argomento, potete entrare da questo link: t.me/swagdecripto
Che cos’è Swag?
Capire che cosa è realmente Swag non è facile, vedendo la facciata, cioè siti web ed interviste, sembra una bellissima realtà italiana che promuove Bitcoin attraverso il noleggio a distanza di macchine da mining, un wallet e addirittura una carta di debito Mastercard.
Scavando però vengono fuori i primi lati oscuri. La promozione è infatti affidata a “promoter” che ricevono una percentuale sulle affiliazioni con un sistema a livelli che ricorda molto uno schema piramidale. Per reclutare promoter e vendere le affiliazioni, vengono organizzati decine di eventi al mese in tutte le città italiane (come possiamo vedere nella foto sotto).

In questo articolo però non parleremo approfonditamente del funzionamento dello schema multi-livello. Vi basti sapere che, come per molti altri “progetti” simili, esistono varie qualifiche che partono dalla “Bronze” fino ad arrivare alla “Black Star”, assegnate a seconda dell’investimento iniziale e dalla profondità e “qualità” della rete. Ai promoter viene assegnato (a pagamento) una vera e propria dashboard chiamata Virtual Office dove è possibile gestire il proprio business e visualizzare l’andamento della propria rete. Come se non bastasse, nel documento di presentazione (pagina 26), è chiaramente scritto che “L’Infinity Rental Reward (cioè il sistema di commissioni della propria rete) è la vera rendita del progetto Swag”. Per approfondire vi rimando al nostro primo articolo sull’argomento.

Chi c’è dietro Swag?
Essendo la società Swag OÜ iscritta al registro OAM i suoi componenti sono ben noti. La società ha sede nella capitale estone Tallin, in un anonimo palazzo nel centro città. I suoi soci, come appare nel registro delle imprese estone, sono:
Giovanni Lionetti
CEO e fondatore di Swag, è un personaggio noto ed influente nel mondo del network marketing su blockchain. Ha partecipato come speaker a varie conferenze di settore tra cui il Blockchain Revolution Summit di Bolzano.
Nel suo passato troviamo tracce in progetti tutt’altro che cristallini. Tra il 2016 e il 2017 è tra i fondatori di StarBit, un’azienda con sede a Dubai fondata insieme a Riccardo Vieri, altro specialista di network marketing coinvolto in altre truffe (Centurion e Crypto Network su tutte) e a Luana Sicari anche lei promoter affermata che annovera nel suo curriculum il premio (insieme a Vieri) di miglior distributrice al mondo per Sisel, altro schema multi-livello. StarBit si occupava di proporre finti progetti crypto, ma in realtà era l’ennesimo erede dell’appena defunto OneCoin.
In Estonia Lionetti risulta beneficiario di 7 società (tutte con sede allo stesso indirizzo) di cui alcune, visti i bilanci, sono solo delle semplici scatole vuote. Una di queste, Bitminer Ultradev OÜ, ha un debito con il fisco estone di soli 100€ da quasi 3 anni.
In Swag Giovanni Lionetti è il principale socio detenendo il 63,56% delle quote, corrispondenti a 158.892€ di capitale sociale versato.
Il CEO è presente nei database stilati dal Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo perché socio, insieme a Fiodor Lavagetto (di cui parleremo dopo), di BoomBetz International LTD e BoomBetz World LTD, due società di comodo che appaiono nei Paradise Paper (lista di milioni di società off-shore sospette venuta fuori da un’inchiesta del 2017). Le due società sono collegate all’omonimo progetto BoomBetz, una piattaforma che univa il mondo delle scommesse con il network marketing.

Gabriele Stampa
Volto noto del settore crypto italiano, nel 2017 fonda Bitminer Factory, la prima azienda che si occupa esclusivamente di mining di criptovalute nel nostro paese. Nel 2018 lancia la ICO del token BMF collegato ad un fantomatico progetto di mining sostenibile, il progetto raccoglie 2 milioni di dollari ma non vede mai la luce. La società, che nel frattempo si era trasferita in Bosnia e Erzegovina, fa causa ad Unicredit per aver bloccato loro i conti correnti collegati al progetto. Nel 2022 Unicredit deve 130 milioni di euro a Bitminer Factory per aver perso la causa. In Swag è socio con 6000€ di capitale versato
Fiodor Lloyd Martino Lavagetto
Ex giocatore di poker e socio di Lionetti già nel 2014 con Boombetz, anche lui appare nei Paradise Paper. Fondatore di Fretcha, azienda di consulenza e formazione per mindset e public speaking, sul sito ufficiale si descrive come “Nato nel Network Marketing, ho costruito reti di migliaia di persone e aiutato moltissime persone a realizzare i propri sogni sviluppando rendite importantissime per loro e nello stesso tempo per me”. In Swag è socio con 19325€ di capitale versato.
Francesco Giampieri
Esperto di network marketing, già coinvolto nella già citata Starbit e in un altro schema multi-livello chiamato Organogold. In Swag è il secondo socio per capitale versato con 45 138€, il 2 marzo 2022 esegue un aumento di capitale per 15402€ tramite Phoenix Payment LTD, altra azienda che appare nei Paradise Paper e che fa parte una rete di diverse società off shore aperte a Malta.

Altri soci e rappresentanti
Tra gli altri soci troviamo Antonio Di Pasquale, socio di Fiodor Lavagetto in Fratcha e Ferdinando Campana.
All’interno del board c’è anche l’unico soggetto non italiano coinvolto, almeno dalle carte, nel progetto. Si tratta di Aleksandr Škirin, estone e socio insieme a Lionetti e Giampieri di altre società di comodo con sede in Estonia come: Switch OÜ e Coin Star OÜ. Aleksandr Škirin, secondo CrunchBase, risulta anche il fondatore di Midex, progetto ICO scam del 2018.
Dove sono e come fanno a rendere così tanto i miner?
Al contrario di quanto si possa pensare le attività di mining non sono affidate alla società del socio Gabriele Stampa, Bitminer Factory. Da come si apprende sul sito ufficiale di Swag, il miner che controlla le macchine che i clienti noleggiano è BitRiver, azienda controllata dall’oligarca russo Oleg Deripaska.

BitRiver è stata sanzionata dagli Stati Uniti nel 2022 in seguito alla guerra in Ucraina, è accusata di aggirare le sanzioni occidentali tramite l’uso di criptovalute.
Il rendimento che teoricamente le macchine di BitRiver rendono a Swag e ai suoi utenti è però eccessivamente alto e non fattibile, nemmeno con le più moderne attrezzature per il mining.
I rendimenti promessi oscillano infatti tra l’8% (investendo 1.000€) al 14% (se si investe 50.000€). L’interesse corrisposto agli investitori è sicuramente alto rispetto alle logiche del mercato tradizionale ma non così eccessivo da far urlare immediatamente allo scam; non fosse che i rendimenti sono garantiti e che il costo del noleggio della macchina verrà rimborsato all’utente dopo un anno.
Il bundle miner x2 prevede un rendimento del 10,8% annuo con rimborso totale dei 3500€ investiti passati 365 giorni dal deposito. Di fatto Swag promette soldi gratis se ci prendiamo il rischio di depositarli nella loro piattaforma per un anno.
Per fare un esempio, una delle più potenti macchine da mining attualmente presenti sul mercato, l’Antminer S19+ Pro Hyd (che ha un costo di 3600€), richiede più di 500 giorni solo per poter rientrare nell’investimento con i costi energetici russi (dove ha sede BitRiver). Senza contare che quando la macchina si usura o la tecnologia avanza, la resa diminuisce, quindi ad una certo punto andrà cambiata.
La carta di debito Mastercard
Un altro ramo di Swag è SwaggyBank, la “divisione bancaria” dell’azienda estone che si vende come una piattaforma di digital banking con carta di debito fisica, app mobile e servizi di cambio valuta.
Come per tutti i prodotti Swag il sito è ben fatto e senza un approfondimento SwaggyBank può sembrare un servizio fintech tradizionale che, grazie anche al brand Mastercard, rende apparentemente più sicuro ed affidabile tutto l’ecosistema.

Andando però ad approfondire scopriamo come in realtà SwaggyBank sia solo un logo applicato sopra alle carte di debito. Swag infatti non ha un’autorizzazione bancaria e brandizza solamente i prodotti di un’altra banca, SatchelPay UAB. Leggendo la privacy policy possiamo vedere come Swag non sia neanche il titolare del trattamento dei dati dei propri clienti, anche questo è infatti affidato a SatchelPay.
Possiamo quindi affermare con certezza che SwaggyBank formalmente non esiste.
Conclusioni
I nostri forti dubbi sul progetto sono stati confermati dall’analisi che abbiamo effettuato sulla società e sui suoi componenti.
Ad un sistema di rete multi-livello promosso con eventi e meeting su tutto il territorio italiano si aggiunge il passato, non proprio cristallino, dei soci di Swag e delle aziende con cui collabora. Nonostante questo l’OAM continua a tenere la società all’interno dei suoi registri fornendole una sorta di garanzia di sicurezza e legittimità verso gli utenti. Che nel frattempo accorrono in massa nel silenzio generale.