Cambiano nome, cambiano promesse, ma la sostanza resta sempre la stessa: una gigantesca truffa, uno schema Ponzi enorme, che ha danneggiato centinaia di migliaia, se non milioni (non lo sapremo mai) di risparmiatori nel mondo e tantissimi anche in Italia. Ecco cosa sono HyperFund, HyperVerse e il neonato HyperNation, tra i peggiori progetti cripto sulla blockchain che hanno visto la luce finora, una delle truffe più pericolose di sempre. E vediamo perché.
Gruppo Telegram truffati da Hyper
La redazione di Decripto, dopo il clamore del caso Uefa, molto simile ai casi Hyper, ha attivato un gruppo I truffati di Hyper dove si raccolgono informazioni utili, materiale e testimonianze sul multi scam Hyper.
Interessi folli
Prima si chiamava HyperFund, poi ha cambiato nome ed è diventata HyperVerse, e in questi giorni ecco un altro “rebranding”: HyperNation. La sostanza non cambia: è uno dei più classici schemi Ponzi. Il funzionamento è semplicissimo: si acquista una cripotvaluta (Hu, in questo caso) sulla quale si promettono guadagni esorbitanti, tre volte il capitale in pochi mesi oppure lo 0,3% di interessi al giorno, e si danno incentivi percentuali se si coinvolgono nella truffa altre persone, amici e parenti. Un multilevel piramidale insomma, un’arma micidiale. Sì perché tutt’ora, i tantissimi truffati, continuano a professare la bontà del progetto e a cercare di tirare dentro altri investitori con l’unica, lontanissima, speranza di recuperare i propri soldi. Non sapendo che così facendo si rendono anche loro complici della truffa, visto che ormai è risaputo che si tratta di progetti fraudolenti.
L’abbaglio del guadagno facile
La realtà è che i prelievi sono bloccati, i fondatori di questa “geniale” trovata, Ryan Xu (chiamato il marziano) e Sam Lee, spariti nel nulla, e diversi Paesi hanno aperto inchieste penali per cercare di trovare e punire questi criminali. A loro si aggiungono Steven Reece Lewis e Grigorij Richters, assunti come attori per metterci la faccia. Ma sono moltissimi, a un livello più basso, gli “ambasciatori” di questi progetti che ora rischiano a loro volta una denuncia penale.
Ma com’è possibile che così tante persone sia cascate in una truffa così evidente? Sì perché a fronte di promesse mirabolanti di guadagni pazzeschi, pochissimi si sono presi la briga di verificare se tecnicamente c’era qualcosa di valido (ovviamente no, solo fuffa). L’abbaglio di un guadagno facile, dai tempi di Pinocchio, il Gatto e la Volpe e l’albero delle monete, affascina, anzi acceca, più di qualsiasi altra cosa.
Nient’altro che uno schema Ponzi
Di fatto questa azienda non fa nulla e, nonostante un abbondante uso di buzz world come nft, metaverso, defi etc, quello che rimane è solo il più classico degli schemi Ponzi. Lo schema Ponzi è molto semplice: si raccolgono soldi promettendo grandi vantaggi cercando di pagare con i soldi degli ultimi arrivati i guadagni dei primi. Poi, ovviamente, i soldi non bastano più e il sistema crolla. E così anche per HyperFund, HyperVerse e probabilmente lo sarà per HyperNation: dopo una fase di marketing a tamburo battente (in cui si comprano articoli su improbabili siti di news, post da influencer da quattro soldi e recensioni positive e false di youtubers prezzolati), iniziano le difficoltà di prelievo, poi il blocco totale, e la fuga/sparizione con la cassa in un baleno. E chi è rimasto dentro, rimane con il cerino in mano, senza la possibilità di fare nulla.

Ryan Xu e Sam Lee: chi sono i creatori della truffa
Ma chi c’è dietro questo complesso e fraudolento progetto che finora è costato milioni e milioni ai risparmiatori? Le società coinvolte sono diverse, cambiano nome, ma il “core business” non cambia: Blockchain Global, Hypertech, HyperCapita, Hyperverse. Se doveste imbattervi in una di queste, meglio fuggire. Si chiamano invece Ryan Xu e Sam Lee i “padri” di questo universo finalizzato alla truffa, ovviamente sono entrambi irreperibili. Ma la cosa curiosa è che entrambi sono i protagonisti di un documentario sulla blockchain su Amazon Prime. Annamo bene, direbbe la Sora Lella.
La partnership con la “Genaro Network”
Non stiamo qui a ripercorrere tutte le super cazzole, le prese in giro, gli annunci roboanti fatti da questi mascalzoni, che trovate riassunti anche qui, ma certo la partnership con la “Genaro Network” presentata come la salvezza, è una chicca che merita almeno una citazione. Visto che pure la Genaro Network è stata la protagonista di un’altra bella truffa, del genere rug pull (un’altra fuga con la cassa), nel 2018/2019. La Genaro Network, fantastico.
E le forze dell’ordine?
Per quanto siano state aperte delle indagini in diversi paesi, sarà molto difficile vedere i protagonisti di questa colossale truffa consegnati alla giustizia (anche se, per esempio, Sam Lee è ricercato in Australia). Al momento – come raccontato da Antonio Russo sul suo blog – risultano indagini in Inghilterra, Germania, India (ci sono stati anche degli arresti), Nuova Zelanda, Nepal e Bermuda.
E in Italia? Per ora si hanno notizie di parecchie denunce depositate sia al Nord sia al Sud, ma di inchieste ancora nulla. Per altro, basandosi questa truffa su un meccanismo multilevel, al quale si può accedere solo se si è presentati da qualcuno, potrebbero scatenarsi una serie di denunce verso le singole persone, truffate a loro volta, che però hanno coinvolto amici e parenti per cercare di recuperare le perdite.