La recente edizione del WMF We Make Future, Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale svoltosi alla Fiera di Rimini dal 15 al 17 giugno, ha riservato grande attenzione ai temi di lotta alla mafia e contrasto alla criminalità. Uno dei temi più discussi tra gli ospiti, che si sono avvicendati sul palco principale è la stretta connessione, che esiste tra lotta sul territorio e utilizzo delle nuove tecnologie, quali strumenti di lotta alla criminalità organizzata. Un tema molto caro agli organizzatori dell’evento, di cui Decripto.org è stato media partner, Cosmano Lombardo, Giorgio Taverniti , i quali sono di Monasterace, un paese di 3mila abitanti in provincia di Reggio Calabria, dal quale esportano innovazione in tutto il mondo.

Le mafie cancellano il futuro
Cosmano Lombardo, Founder e CEO di Search On Media Group e ideatore del WMF, ha spiegato che la diffusione della cultura delle legalità e di lotta alle mafie è un fine proprio di una piattaforma che si propone di costruire un futuro migliore. Il Procura della Repubblica di Reggio, Giuseppe Lombardo, in un intervento dal titolo “Legalità e contrasto alle Mafie” ha affermato che le mafie cancellano il futuro e ha sottolineato che sarebbe un grave errore limitare alla sola Italia questa tematica, dal momento che “l’internalizzazione della mafia è un fenomeno ormai noto: è importante parlarne, è importante capire come si muove e in questo possono aiutarci le nuove tecnologie”.
In un altro momento della manifestazione hanno preso la parola Nicola Gratteri Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, Nicola Altiero, Vice Direttore della DIA e Antonio Nicaso, autore ed esperto di mafia. Quest’ultimo ha affermato che la ‘Ndrangheta ha rapporti con il clan del Golfo in Colombia, con i cartelli messicani, così come in Brasile” sottolineando il fatto che le mafie a livello globale non si fanno la guerra e mettono insieme competenze ed esperienze e ciascuna di esse offre la sua “specializzazione” e ha concluso dicendo che “la stessa cosa bisogna farla quando si pensa all’azione di contrasto”. Nicaso ha proseguito affermando che la “digitalizzazione delle mafie” é già realtà: utilizzano la criptofonia per comunicare e sfruttano le opportunità offerte dalle criptovalute, che consentono loro di aggirare la legislazione anti riciclaggio anche a causa del fatto che non tutti i paesi hanno delle leggi adeguate per combattere il fenomeno.”
“ Dobbiamo assumere hacker”
Il Vice Direttore della DIA Nicola Altiero ha svelato che “le organizzazioni criminali formano i loro sodali mandandoli all’Università affinché diventino esperti informatici o di comunicazione” e ha riconosciuto che le forze dell’ordine devono colmare un gap in questo settore e ha continuato definendo “fondamentale la collaborazione con gli hacker etici, che mettono a disposizione la propria competenza per riuscire a penetrare i server criptati”.
Il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri ha affermato che le mafie rappresentano una sorta di specchio deformato della società civile: “Avanzano mentre noi avanziamo. Mentre noi utilizziamo il digitale per vivere la nostra vita e la nostra connettività, queste tecnologie sono utilizzate anche dalla mafia” e ha rivelato che la maggiore preoccupazione per gli organi inquirenti è il fatto che “le mafie abbiano assunto hacker per costruire nuovi mezzi di comunicazione, piattaforme che stanno sopra le nostre teste che noi non utilizziamo, che non conosciamo. Sino ad ora siamo riusciti a bucare 3 di queste piattaforme.” Gratteri ha proseguito criticando la politica italiana che non ha investito per aumentare il livello di competenza tecnologica delle nostre forze di polizia che definisce “le migliori del mondo a livello giudiziario” e ha espresso la necessità di assumere ingegneri informatici, hacker e ha concluso affermando: “ C’è da fare presto, in fretta e bene. il contrasto alle mafie oggi si trasforma in lotta politica, perché non si ha la levatura per ragionare sul fatto che in discussione c’è non solo la sicurezza dello Stato ma anche l’economia e quindi la democrazia. È questo che non hanno capito [i politici]”

Il ricordo di Peppino Impastato
A seguire grandissimo interesse ha suscitato l’evento “L’importanza della memoria: l’eredità di Peppino e Felicia Impastato nella lotta alla Mafia” di Luisa Impastato, Presidente della Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. “La storia di Peppino ha rappresentato e continua a rappresentare ancora oggi un punto di riferimento ideale per tantissime persone, che continuano ad ispirarsi alle sue idee e alle sue lotte per portare avanti il proprio impegno. Praticare l’antimafia sociale significa anche contrastare un modello sociale sbagliato, assuefatto alla violenza e alla costruzione” racconta Impastato “i temi che portava avanti Peppino sono ancora oggi i nostri temi: parlava di lotta contro la mafia, di giustizia sociale, di lotta per l’ambiente, contro le discriminazioni e le disuguaglianze. È una storia di scelte […] una battaglia interiore contro la sua cultura di appartenenza, lui, nato in una famiglia che mafiosa lo era”