Recentemente ha fatto scalpore la notizia del Museum of Modern Art (Moma) che ha introdotto, all’interno della collezione permanente, delle opere d’arte NFT. Nello specifico acquisendo “Unsupervised — Machine Hallucinations” (2022) di Refik Anadol e un’edizione del progetto “3FACE” dell’anno scorso di Ian Cheng. Queste due sono le prime opere fatte con AI ed NFT presenti al Moma; una delle gallerie d’arte più importanti al mondo, dove sono conservati capolavori come “Notte Stellata” di Van Gogh.
Le acquisizioni storiche sono parte del retaggio del Moma di mostre all’avanguardia che uniscono tecnologia e arte. Il percorso di mostre innovative inizia con la mostra del 1968 “La macchina come vista alla fine dell’era meccanica” e si estende fino alla recente esposizione “Segnali: Come il video ha trasformato il mondo“.
“Queste nuove iniziative sottolineano l’impegno di lunga data del Moma nel sostenere artisti che sperimentano con tecnologie emergenti per espandere il loro vocabolario visivo e l’esplorazione creativa, aumentare l’impatto del loro lavoro e aiutarci a comprendere e navigare i cambiamenti trasformativi nel mondo”, dichiara il comunicato del Museo riguardo alle loro acquisizioni.

L’annuncio recente si è unito alla programmazione digitale autunnale e invernale. Include il debutto di “HANDMADE” di Leslie Thornton (2023) e una mostra online con Feral File all’inizio del prossimo anno. Inoltre il Moma aveva già dato da tempo, notizia del suo progetto di Postcard su blockchain.
Un nuovo capitolo per la storia dell’arte
L’arte generativa sta ridefinendo il valore dell’arte, portando gli artisti a sfruttare l’intelligenza artificiale per creare un’immediata connessione tra pensiero ed espressione visiva. Questa prospettiva apre le porte a una maggiore creatività, dando accesso a strumenti artistici avanzati a molti più artisti. Opere come “Unsupervised” e “3FACE” esplorano concetti complessi, sfidando i canoni tradizionali dell’arte e stimolando riflessioni sulla storia artistica e l’essenza umana.
L’acquisizione da parte del Moma di opere d’arte AI segna un punto di svolta nell’accettazione e riconoscimento dell’arte digitale emergente. Anche se l’arte dell’IA può sembrare ancora sperimentale, questo rappresenta un segnale di un futuro in cui la creatività potrebbe essere rivoluzionata dall’accesso più ampio a strumenti artistici avanzati.

Il Moma si unisce ad altri musei (come il LACMA, ICA, SFMOMA e CENTRE GEORGES POMPIDOU) nel riconoscere il potenziale degli NFT e AI come forme d’arte. Artisti come Anadol e Cheng, lavorando con dati e IA, stanno spingendo i confini dell’arte contemporanea mentre la tecnologia continua ad evolversi. Nei prossimi anni si potrebbe assistere ad una trasformazione radicale nella creatività artistica. Nonostante lo scetticismo verso l’arte AI, la sua capacità di democratizzare l’espressione visiva potrebbe portare a un cambiamento significativo nella percezione e nell’accessibilità dell’arte nel futuro prossimo.
“Unsupervised” l’opera di Anadol
“Unsupervised” di Anadol è diventato un’icona mondiale, suscitando fascino e scetticismo nel pubblico. Realizzato con l’assistenza di Nvidia, utilizza oltre 138,151 pezzi di metadati visivi del Moma per creare una visione AI della storia dell’arte con le caratteristiche distintive di Anadol.
Dopo il lancio nel novembre 2022, “Unsupervised” è stato recensito da molte testate, dimostrando il suo impatto culturale. Nonostante le critiche, l’opera ha conquistato numerosi appassionati e il Moma ha esteso più volte la sua esposizione, alta 24 piedi. Anche dopo la rimozione il 29 ottobre, i visitatori che hanno mintato il loro POAP NFT tramite QR code hanno un pezzo dello spettacolo.

L’acquisizione dell’opera è stata resa possibile da Ryan Zurrer, fondatore di 1 OF 1, insieme alla “RFC Collection” di Pablo Rodriguez-Fraile e Desiree Casoni. Zurrer ha lodato il museo per aver colto l’attualità culturale e ha annunciato la donazione dell’opera, sottolineando il contributo di Anadol nel fornire hardware e componenti per l’opera.
“Complimenti al Moma per aver compreso lo Zeitgeist culturale del momento,” ha detto Zurrer ad ARTnews. “Unsupervised è stato esposto due settimane prima che ChatGPT diventasse pubblico. L’IA è l’argomento principale del momento, e il Moma ha colto questa tendenza. Sono feice di donare questa opera al Moma. Ma devo riconoscere che questa non è solo una mia donazione e di Pablo Rodriguez-Fraile (collezionista) , ma di Refik Anadol che sta fornendo i server, gli schermi e gli altri componenti. L’NFT è solo una parte di questa opera concettuale che ora appartiene al Moma.”

Il Moma inoltre esporrà “HANDMADE” di Thornton nella stessa Gund Lobby, anch’essa su uno schermo di dimensioni paragonabili a quello usato per l’opera di Anadol.
“3FACE” di Cheng
L’artista Cheng evita di associarsi a un marchio specifico. La sua pratica artistica è definita dall’esplorazione continua della psicologia attraverso tecnologie avanzate e non da un’estetica singola. “3FACE” conta ben 4,096 edizioni uniche, nessuna delle quali è stata disegnata direttamente da Cheng. Queste opere del progetto mostrano ritratti visivi adattivi e in costante evoluzione dei loro proprietari, creati utilizzando i dati provenienti da i loro wallet in momenti specifici. Il Moma lo definisce il “più ambizioso lavoro sperimentale di Cheng fino ad oggi, un’indagine sulle tecnologie blockchain e la decentralizzazione dei dati,” espandendo il suo interesse sulla capacità umana di adattarsi al cambiamento.
Cheng, nel suo impegno a rappresentare e modellare l’effimerità della mente, ha dichiarato a Right Click Save l’anno scorso la sua convinzione che “l’arte possa giocare un ruolo nell’affrontare la complessità della nostra risposta inconscia.” “3FACE” celebra la profondità di ogni individuo e con la sua dinamicità, riflette la loro capacità di trasformazione nel tempo.

L’opera è stata donata alla collezione del Moma dalla piattaforma NFT Outland Art. L’artista ha riconosciuto il ruolo di Jason Li e Chris Lew nel supportare l’idea e completare il team per realizzarla. Nonostante il Moma non abbia specificato il numero di serie o il proprietario dell’opera nel suo ingresso pubblico, questo potrebbe essere l’interpretazione di “3FACE” riferita a un wallet aperto contenente esclusivamente “Unsupervised” di Anadol, considerando il modo in cui “3FACE” opera e il recente interesse del Moma per le opere on-chain.