Sta facendo molto scalpore il documentario in quattro puntate su Netflix intitolato Wanna, e dedicato interamente alla figura di Wanna Marchi. La storica tele imbonitrice italiana non ha bisogno di presentazioni: per anni ha rifilato centinaia di migliaia di inutili prodotti ed è stata condannata, assieme alla figlia Stefania Nobile, a nove anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed estorsione.
“I coglioni vanno truffati” dice la Wanna nazionale nel documentario scritto da Alessandro Garramone e Davide Bandiera e diretto da Nicola Prosatore. Peccato che la legge non dica questo, non esiste nessuno così stupido da meritare di essere vittima di un reato come quello della truffa.
Il web è pieno di nuove Wanna Marchi
Su questo giornale, quotidianamente, raccontiamo di truffe legate al mondo cripto, le famose crypto scam, e di altrettanti schema Ponzi che spesso molti di voi commentano così: “Ma come si fa a credere a cavolate così evidenti? Se ci perdono i soldi peggio per loro”. In Rete è pieno di nuove Wanna Marchi che, al pari della televenditrice pregiudicata, sponsorizzano, reclamano, o, meglio, shillano, come si dice nel Web3, progetti senza alcuna sostenibilità o utilità, al pari delle creme scioglipancia che servivano solo a dissolvere i conti correnti delle vittime.
Chi shilla le crypto scam è come Wanna Marchi
E attenzione Wanna Marchi non era produttrice di un bel niente. Lei vendeva e basta. A volte, come racconta nella serie, vendeva prodotti che non esistevano ancora e che comunque non era affatto importante corrispondessero a quanto da lei promesso, urlando dagli schermi di innumerevoli tv locali. Qui cambia il mezzo, siamo sul Web2 parlando di Web3, non in tv, ma la sostanza è la stessa. Chi si spende nel “vendere”, promuovere, diffondere, allargare le reti delle crypto scam, degli schema Ponzi e di tutte le altre truffe del mondo cripto, sta facendo come Wanna Marchi.
Promette cose irrealizzabili, in cambio di denaro, usando tutti i mezzi possibili: prima erano alghe che promettevano dimagrimenti impossibili, ora sono Ponzi che ti garantiscono il 2,5% di interesse giornaliero, prima erano i numeri fortunati del mago Do Nascimento, ora sono i bot quantistici che vincono tutti i trade. Entrambi vendono un’illusione, entrambi commettono reato di truffa, spesso in associazione, entrambi dimostrano un palese sprezzo di una qualsiasi pietas umana nell’alleggerire dei risparmi milioni di famiglie.
Prima le telefoniste, oggi gli influencer
Sono dei malviventi. E attenzione perché assieme a Wanna Marchi, sono stati condannati i collaboratori, le telefoniste, i dipendenti che, mossi da giusta vergogna, hanno evitato il processo patteggiando la pena, quindi ammettendo le loro colpe. Chi si mette a collaborare con la diffusione degli schema Ponzi e delle crypto scam, soprattutto se ci prende sopra una commissione, è complice di truffa. Ripetiamo, chi partecipa a queste cripto truffe e fa entrare anche solo una persona rischia di finire alla sbarra, come le telefoniste. All’epoca erano le telefonate, oggi sono i messaggi su Telegram e i vari social. Dalle telefoniste agli influencer, il passo è breve.
Difendere le vittime
Certo, il quesito psicologico sul perché qualcuno voglia partecipare o acquistare qualcosa che già sa essere inutile e dannosa, rimane. Ma è materia da lasciare ai Junghiani e Freudiani. Noi, molto più modestamente, facciamo i giornalisti, e cerchiamo di difendere le persone, anche le più naif e ingenue, che spesso hanno anime candide e pure, che diventano prede troppo facili per i tanti senza scrupoli, senza parola e senza onore.
Decripto.org continua la sua quotidiana attività giornalistica anti scam, anti truffa, nel mondo Web3. Se avete dei dubbi sui progetti che vi interessano mandateci una mail a [email protected] e lo analizzeremo nei dettagli per voi. Lo metteremo ai raggi X e vi daremo una chiara, affidabile e indipendente recensione di quel progetto.
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