In piena pandemia mentre qualcuno imparava a preparare il pane e a fare yoga, la regista spagnola Ana Ramón Rubio è avvicinata al mondo delle criptovalute. Conosciuta per alcuni suoi precedenti lavori Almost Ghost (2019) e We All Wanted to Kill the President (2018), ha iniziato a girare Bull Run, un documentario in cui ha raccontato il suo viaggio nel mondo delle criptovalute documentando una febbre mai raccontata prima.
Il film
La trama ci presenta una regista cinematografica che si appassiona al trading di criptovalute durante la pandemia. Quando il padre e il marito la costringono ad andare dallo psicologo per essere curata dalla sua dipendenza, decide di riconquistare la fiducia della sua famiglia realizzando un documentario sulla mania delle criptovalute.
È il secondo lungometraggio di Ana Ramón Rubio, che si avventura nell’oscuro mondo delle criptovalute per analizzare se rappresenteranno la rivoluzione che modificherà definitivamente il sistema finanziario. Lo fa dal punto di vista della sua scandalosa esperienza personale, quella di una regista che si appassiona a qualcosa che si trova all’estremo opposto dell’arte: il trading di criptovalute. Parla anche dei cicli di mercato, della speculazione e delle implicazioni sociologiche dell’adozione di questa nuova tecnologia. Le riprese del film, prodotto da Cosabona Films, si sono svolte in Spagna, Argentina, El Salvador, Messico e Venezuela. Presentato in anteprima alla recente edizione del Cinema Jove, pieno di umorismo e di sorprese, sarebbe diventato anche il primo film spagnolo ad essere finanziato dalla vendita di token, raccogliendo 320.000 euro in meno di 24 ore.
Ana Ramón Rubio ha ricevuto il Premio CIMA-PNR per la migliore regia di un lungometraggio nel 2019 e il Premio per il miglior documentario all’Arizona International Film Festival per Almost Ghosts, sulle città fantasma lungo la Route 66, e con la sua serie We All Wanted to Kill the President ha ottenuto tre nomination agli Academy of Web Television Awards negli Stati Uniti.
la storia della Rubio
Ha iniziato a interessarsi alle criptovalute, racconta la regista. “perché ho visto qualcun altro, con poche conoscenze finanziarie, che stava facendo soldi”. Questa è la fase del “Bull Run”, quando tutto sale, il valore delle criptovalute è forte, non importa in cosa si investe e se non si ha alcun talento in campo finanziario, perché è chiaro che si faranno soldi. Anche una scimmia farebbe soldi con un telefono in quella fase, ma questa fase è di breve durata, e quello che bisogna saper gestire dopo è quando le cose vanno male. “Ero all’inizio della pandemia, spiega con poche occasioni di lavoro, e ha deciso di provare investendo all’inizio poche somme. “Penso che una cosa che non viene spesso insegnata sul trading sia proprio la gestione delle emozioni, per dire “wow, come faccio a gestire l’ansia e tutto questo” precisa la regista, la quale continua dicendo che, raccontando la sua storia, ha voluto che le persone capissero come funzionano i cicli di mercato delle criptovalute e come gestire le implicazioni emotive. “Ho attraversato momenti migliori e peggiori, ora che tutto è in ribasso e non sale, sto aspettando un’opportunità per tornare. Mi sto allenando, cercando di imparare di più, perché è una tecnologia incredibile e vasta” racconta in una lunga intervista al sito Elspagnol.com
La febbre da Crypto
Scrivendo molti articoli sulle ragioni psicologiche ha individuato che rendono irresistibili le criptovalute è arrivata alla conclusione che ce ne sono tre principali, a suo giudizio. La prima ha a che fare con quella caratteristica di volatilità che affascina le persone ossessivo-dipendenti spiegando “il denaro crea dipendenza. Apri la tua app e vedi che si muove continuamente, i tuoi 100 dollari in due secondi diventano 105, in tre secondi diventano 99 e in un attimo hai 110 dollari; non è come quando hai i soldi in banca. Tutte le fluttuazioni lo rendono molto coinvolgente e credo che questo sia il motivo principale del fascino, oltre all’accessibilità, perché si scarica un app con il telefono e si può iniziare a investire partendo da somme molto piccole”.
“Diventare ricchi, senza fare nulla, è la seconda ragione” – ha continuato la regista –“Questa è la grande bugia che attira molte persone, ma non è reale, la vita non è fatta per diventare ricchi senza fare nulla, magari” e ha spiegato che personalmente non ha mai pensato di diventare ricco, ma solo di fare soldi. “Eravamo in piena pandemia, non avevo molte possibilità di lavoro e quindi ho voluto provare; infatti, non ho mai messo una grande quantità di denaro che, se si fosse moltiplicata, mi avrebbe permesso di smettere di lavorare”. E’ questo un elemento che attira molte persone che si lasciano ingannare dalle aspettative, che non sono nemmeno reali.
Il terzo elemento relativo alle implicazioni psicologiche dell’investimento in criptovalute ha a che fare con il fatto che trattandosi di un’innovazione tecnologica, attiri i visionari. I veri visionari, secondo la Rubio, sono coloro che hanno visto il potenziale nel 2009 e 2010 e ne hanno approfittato. Lei non si è sentita una visionaria e definisce la sua esperienza patetica e, da questa prospettiva, ha realizzato il suo film, che pur essendo una commedia, racconta l’amaro legato alle implicazioni psicologiche, appunto, dell’investimento in criptovalure durante una fase di Bull Run, anche perché afferma che quello che è successo a lei potrebbe accadere nella prossima. “Pensiamo di essere così intelligenti, ma tendiamo a commettere gli stessi errori e alla fine o impari e rimani o dici: “Ehi, questo non fa per me” e te ne vai” conclude amaramente.