Nessun candidato politico è stato eletto al primo turno delle elezioni presidenziali che si stanno svolgendo in Argentina, con due candidati agli antipodi che sono riusciti a spuntarla.
Il ballottaggio
Il 19 novembre, giorno in cui il secondo turno deciderà le sorti del Paese sudamericano, gli argentini dovranno decidere se votare per Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia di centro-sinistra, o per Javier Milei, sedicente libertario “anarco-capitalista”, considerato dalla maggior parte degli osservatori di estrema destra per le sue posizioni radicali. In Argentina, un candidato può essere eletto automaticamente alla carica presidenziale al primo turno di votazione se riesce a ottenere il 45% dei voti o se ottiene il 40% con un vantaggio superiore al 10% sul secondo candidato. Questa volta, nessun candidato è riuscito a conquistare la presidenza in modo assoluto. Sergio Massa si è imposto con il 36,69% dei voti, con quasi il 7% di vantaggio sul suo rivale Javier Milei, che è entrato in politica nel 2021.
Risultati del primo turno delle elezioni presidenziali del 2023 in Argentina

Il programma rivoluzionario di Milei
Javier Milei, che si è aggiudicato il secondo posto in queste elezioni presidenziali argentine, vuole dollarizzare l’Argentina per risolvere la situazione economica del suo Paese, che detiene lo sfortunato record di avere uno dei tassi di inflazione più alti al mondo (138% su base annua), con una moneta che continua a svalutarsi. In passato Milei si è espresso a favore del Bitcoin, affermando che il re delle criptovalute potrebbe affermarsi come alternativa ai “truffatori delle banche centrali”. In generale, il candidato populista tende a essere anti-sistema, sostenendo un sistema ultra-liberale e volendo alleggerire il peso dello Stato nel Paese, in particolare abolendo il welfare, i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e abolendo la banca centrale argentina. Un programma radicale, ma che sembra piacere ad alcuni argentini. Comunque sia, il popolo argentino dovrà scegliere tra Milei e Sergio Massa nella prossima tornata elettorale, la cui investitura è prevista per il 10 dicembre.
Da parte sua, Sergio Massa sostiene un discorso più sostenuto e ha fatto appello a “tutti coloro che condividono i nostri valori democratici”, oltre ad aver promesso di convocare un “governo di unità nazionale” se eletto.
La visione di Milei sui Bitcoin
Il sostegno di Milei al Bitcoin non è un mero espediente politico, come riporta Bitcoinist. Radicato profondamente nella scuola austriaca di pensiero economico, Milei si identifica come un “anarco-capitalista” e vede il Bitcoin come uno strumento per contrastare le malversazioni percepite dei sistemi finanziari centralizzati. In una candida conversazione, Milei non ha usato mezzi termini, affermando che “la Banca Centrale è una truffa. È un meccanismo con cui i politici imbrogliano la brava gente con la tassa sull’inflazione”. Per Milei, il Bitcoin incarna l’essenza stessa della libertà e dell’autonomia finanziaria. Elaborando il potenziale del Bitcoin, Milei ha osservato in una precedente intervista: “Il Bitcoin rappresenta il ritorno del denaro al suo creatore originale: il settore privato. Il Bitcoin ha un algoritmo che prevede che un giorno raggiunga una certa quantità e non ce ne sia più e che possa competere con altre valute”.