Sarebbe da non crederci, se non fosse vero. Twitter, nella nuove gestione targata Elon Musk, ha causato un grosso disastro economico: almeno 14 miliardi sono andati persi. Come? Tutta colpa delle famose “spunte blu” e della “geniale” idea di Elon Musk di metterle in vendita a 8 dollari al mese. In un momento di scarsa credibilità e crisi di fiducia, secondo il proprietario di Tesla, sarebbero bastati 8 dollari al mese per risolvere questo problema e magari pure salvare i conto in profondo rosso del social dei cinguettii. Ma cosa è successo? E cosa c’entra l’insulina gratis? Andiamo con ordine.
Spunte blu a 8 dollari
Qualche giorno fa Twitter annuncia la messa in vendita delle “spunte blu”, una sorta di “bollino” di garanzia delle pagine e profili sui social. Un vessillo bramato profondamente da influencer e personaggi famosi e meno famosi. Una certificazione di autenticità e di visibilità. Per i social media manager di tutto il mondo, il santo Graal.
Il trionfo dei troll
Ora non si sa bene come sia stato possibile, ma chiunque, semplicemente pagando 8 dollari, poteva richiedere la certificazione di qualsiasi pagina, con qualsiasi nome, e ottenere la “spunta blu”. Senza alcun controllo. Ovviamente tutto il web ci si è buttato a pesce. Soprattutto troll di ogni genere che hanno creato pagine dedicate a personaggi e aziende famosi per fargli dire qualsiasi cosa da un profilo certificato e quindi, a prima vista, immediatamente riconoscibile come autentico. O almeno così è stato finora. Ma finché George Bush twitta: “Mi manca uccidere in Iraq” (con tanto di cuoricino di Tony Blair) o finché la Coca Cola twitta: “È meglio la Pepsi” si potrebbe tutto ricondurre a qualche buontempone con tempo a disposizione.

La fake news sull’insulina
Il problema è sorto quando un anonimo utente ha creato un profilo con il nome di nota casa farmaceutica, la Eli Lilly and Co, e, pagando i famosi 8 dollari, ha avuto il tanto desiderato bollino blu. Il tweet è stato tanto semplice quanto dirompente: “Siamo felici di annunciare che da oggi l’insulina è gratis”. Peccato che la notizia sia falsa, l’insulina, di cui la Eli Lilly detiene i diritti, costa come l’oro. Ma ormai la frittata era fatta. Il tweet viene preso per vero e va virale. Il farmaco salvavita che serve per controllare i livelli di zucchero nel sangue nelle persone con diabete, arrivano a costare centinaia di dollari a fiala e ci furono grosse proteste in passato. La fake news certificata da Twitter si abbatte sul mercato dove il titolo della Eli Lilly arriva a perdere il 4,5% bruciando una cifra vicina ai 14 miliardi di dollari in poche ore. Twitter ha poi sospeso la vendita delle spunte blu, ma ormai il disastro era compiuto.
“Well done, Elon” verrebbe da dire se questo caso non fosse preoccupante per il futuro: nei giorni del crollo di FTX, manipolare il mercato o fare annunci non ponderati sui social da parte di questi miliardari senza scrupoli potrebbe portare a tsunami economici improvvisi sempre più forti. Un film raccontò bene la deriva della società dominata da informazioni false e non verificabili che portarono a decisione stupide e scenari apocalittici. Si chiamava Idiocracy.
