Secondo un documento interno del 2 marzo scorso, Circle, la società che gestisce la popolare stablecoin USDC, una criptovaluta il cui valore è ancorato al dollaro Usa, aveva depositato 3,3 miliardi di dollari, nella Silicon Valley Bank (SVB), ora chiusa.

Oltre a SVB, Circle ha elencato tra le altre istituzioni finanziarie in cui aveva depositato propri fondi la fallita Silvergate Bank.
La chiusura della Silicon Valley Bank
Secondo i comunicati stampa delle autorità di regolamentazione, il Dipartimento per la protezione e l’innovazione finanziaria della California ha chiuso SVB e ha nominato la the Federal Deposit Insurance Corp. come curatore fallimentare, che ha, a sua volta, creato la Deposit Insurance National Bank of Santa Clara, la quale ora detiene i depositi assicurati della SVB. Le autorità hanno affermato che gli assegni ufficiali di SVB continueranno a essere emessi e che i clienti assicurati avranno accesso ai loro depositi entro lunedì mattina. A quel punto riapriranno anche le filiali di SVB, sotto il controllo dell’autorità di vigilanza, la quale ha fatto sapere che a fine dicembre SVB aveva circa 209 miliardi di dollari di attività totali e 175,4 miliardi di dollari di depositi totali. La FDIC ha dichiarato che non è chiaro quale parte di questi depositi sia al di sopra del limite assicurativo. L’assicurazione standard della FDIC copre fino a 250.000 dollari per depositante, per banca, per ogni categoria di proprietà del conto. Non è chiaro come i conti più grandi o le linee di credito per le aziende saranno influenzati dalla chiusura. La FDIC ha annunciato che pagherà ai depositanti non assicurati un dividendo anticipato entro la prossima settimana, con potenziali ulteriori pagamenti di dividendi man mano che l’autorità di vigilanza venderà le attività di SVB.
Come si è arrivati al fallimento
Le azioni della Silicon Valley Bank erano crollate di oltre il 60% il 9 marzo, con un effetto a catena su altri istituti bancari: secondo il Wall Street Journal le quattro principali banche americane hanno perso 52 miliardi di dollari nella sola giornata di giovedì. A metà settimana la Silicon Valley Bank aveva lanciato una vendita di azioni per un totale di 1,75 miliardi di dollari, alla luce di un buco da 1,8 miliardi causato dalla vendita di un portafoglio obbligazionario – composto da bond sovrani statunitensi – in perdita di 21 miliardi, con rendimenti ben al di sotto della media.

I timori del mercato
Il crollo della SVB, un attore chiave nella comunità dei capitali tecnologici e di rischio, lascia le aziende e gli individui facoltosi in gran parte incerti su cosa accadrà al loro denaro. Il mercato teme che anche altri istituti di credito possano avere problemi simili a quelli della Silicon Valley. Lo dimostra il forte calo dei titoli bancari statunitensi e dei loro omologhi europei. L’indice bancario KBW Nasdaq è sceso di oltre il 7% giovedì, registrando il maggior calo in un solo giorno dal 2020. E anche l’industria delle criptovalute ha visto una delle sue entità più forti collegata alle istituzioni ora chiuse.