Giunge, dalla provincia di Treviso, la notizia di una cripto-truffa italiana. In ballo vi sono fra i 50 e i 100 milioni di euro raccolti in circa quattro anni dalla New Financial Technologies. La società è italiana, pur avendo la sede legale presso Soho (Londra) e alcune ramificazioni fra Svezia ed Emirati Arabi Uniti. Il numero delle persone coinvolte è altrettanto importante: alcune stime citano in causa circa seimila investitori.
Convinti a investire dalle enormi rendite promesse
Attirare diverse migliaia di investitori è cosa particolarmente difficile, ma l’impresa diventa meno ardua se si promettono guadagni mensili del 10% sulla somma investita. Il caso specifico coinvolge utenti provenienti in gran parte dalle regioni Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. Il modus operandi della NFT (sigla curiosamente simile a quella dei Non-Fungible Tokens) si basava sulla dinamica conosciuta come “Arbitraggio”. Sfruttavano il prezzo oscillante dei Bitcoin nelle varie piattaforme di vendita per acquisire la criptovaluta al minor prezzo di mercato. La differenza di prezzo favoriva il guadagno che veniva poi redistribuito fra gli investitori. Pian piano è collassato il castello di carte in seguito al crollo dei mercati cripto che, ovviamente, non ha più permesso di utilizzare adeguatamente la dinamica dell’arbitraggio.
Blocco dei prelievi: spauracchio o truffa con Schema-Ponzi?
La paura che possa trattarsi di un caso di cripto truffa italiana, non certo il primo come scrive qualche quotidiano, cresce a dismisura, minuto dopo minuto. Il sito di riferimento della NFT International è ritornato operativo soltanto da poche ore ma permane il blocco dei prelievi. Complica la vicenda sapere che nessuna piattaforma di exchange o compravendita di crypto riconosciuta, pur nei momenti peggiori di calo dei prezzi, proibisce il prelievo. Ciò alimenta le preoccupazioni di tutti i coinvolti che, da qualche giorno, si stanno riunendo in diversi gruppi e forum per discutere di eventuali azioni legali. Uno degli avvocati della società, intervistato dalla Tribuna di Treviso, ha escluso che si tratti di un mero Schema-Ponzi. Le perplessità non si diradano con una semplice dichiarazione, visto e considerato che i soci principali risultano irreperibili.
Il messaggio della società NFT contro le ipotesi di truffa
Chiamata in causa da un ragionevole tumulto incessante, la New Financial Technologies, volendo smentire le voci sulla presunta truffa, ha inoltrato un messaggio agli investitori. Esso è leggibile integralmente di seguito e contiene informazioni su alcuni problemi interni. Come principale via di uscita dai suddetti, viene riconosciuto come obiettivo primario quello di risarcire quantomeno del capitale investito le persone coinvolte. Le modalità non sono ancora note ma, si legge, nei prossimi quindici giorni ne sapremo di più.

Resta però un ulteriore appunto da fare riguardo il capitale sociale della società a responsabilità limitata NFT. Esso ammonta a sole 1180 euro dell’attuale cambio dalla sterlina inglese e, sulla base degli investimenti milionari pervenuti, è decisamente povero. Così come potremmo evidenziare che i problemi principali corrispondano cronologicamente al momento in cui sono diminuiti drasticamente gli ingressi degli investors nella s.r.l.
Siamo a disposizione di tutte le persone coinvolte e di chi abbia qualcosa da dire sull’argomento. La e-mail di riferimento è [email protected]