Genesis società specializzata nell’erogazione di prestiti in criptovalute, ha presentato una istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 nel distretto meridionale di New York. Secondo i documenti presentati la società ha passività stimate tra 1 e 10 miliardi di dollari e attività della stessa entità. Nelle settimane precedenti la società aveva informato che avrebbe intrapreso questa strada se non fosse stata in grado di raccogliere capitali per arginare la sua crisi di liquidità. I fatti dimostrano che non è riuscita in questo intento.
La procedura di bancarotta
Il piano prevede un processo “aperto” che dovrebbe portare al conferimento dell’azienda ad un altra proprietà. Le attività di Genesis nel settore dei derivati, del trading, del broker-dealer e della custodia di titoli non rientrano nel procedimento del Chapter 11 e continueranno la loro normale operatività. La società ha inoltre dichiarato di avere più di 150 milioni di dollari in contanti, che ritiene “forniranno ampia liquidità per sostenere le operazioni commerciali in corso e facilitare il processo di ristrutturazione”, che sarà guidato da un “comitato speciale indipendente” del consiglio di amministrazione della società.
I fatti che hanno portato alla bancarotta
L’azienda aveva sospeso i prelievi dalla sua piattaforma nel novembre 2022 in seguito alle turbolenze del mercato causate dal crollo di FTX. La mossa ha colpito, in particolare, gli utenti di Gemini Earn, un prodotto fruttifero per gli utenti dell’exchange di criptovalute Gemini gestito da Genesis.
5/ We have been preparing to take direct legal action against Barry, DCG, and others who share responsibility for the fraud that has caused harm to the 340,000+ Earn users and others duped by Genesis and its accomplices.
— Cameron Winklevoss (@cameron) January 20, 2023
Cameron Winklevoss, cofondatore di Gemini, ha twittato che la bancarotta è una procedura avviata per dare la possibilità agli utenti di Gemini di recuperare i loro beni, ma ha affermato che DCG e il suo CEO Barry Silbert “continuano a rifiutarsi di offrire ai creditori un accordo equo” e ha minacciato di intentare una causa “a meno che Barry e DCG non rinsaviscano”. Sia Genesis che Gemini sono state accusate dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti per aver offerto titoli non registrati attraverso il programma Earn.
La società madre di Genesis, DCG, teme di dover vendere parte del suo portafoglio di venture capital da 500 milioni di dollari per cercare di compensare le passività di Genesis. Il 17 gennaio DCG ha interrotto il pagamento dei dividendi con l’obiettivo di “ridurre le spese operative e preservare la liquidità”. Si starebbe valutando anche la vendita di CoinDesk, il suo organo di informazione sulle criptovalute, che potrebbe fruttare 200 milioni di dollari.