Dopo la prima lezione, particolarmente apprezzata dai lettori di Decripto, Giacomo Zucco ci delizia con un nuovo video short, con la consueta chiarezza espositiva sulla materia di cui è massimo esperto e divulgatore. A partire dalla sua genesi, non troppo remota, ecco cosa si intende nello specifico per Bitcoin:
“La parola Bitcoin indica almeno tre cose. La prima è un’idea nata nel 2008 da un gruppo anonimo di ricercatori, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto – ricorda Giacomo Zucco – che prova a portare avanti un’alternativa alla cosiddetta moneta Fiat, quella che utilizziamo tutti i giorni, moneta controllata dagli Stati nazionali, dalle banche centrali. Un’alternativa che possa evitare da un lato la censura, l’esclusione finanziaria, la facilità di confisca o di sorveglianza che caratterizza la valuta, moneta attualmente utilizzata; dall’altra che escluda o riduca la possibilità di manipolazione di stampa continua, di svilimento e svalutazione della moneta stessa”.
Il concetto di decentralizzazione, spiegato da Zucco, e il suo scopo
Il metodo utilizzato per portare avanti questa alternativa, in modo che non possa essere fermata dagli attuali controllori del sistema monetario, è quello della decentralizzazione: l’utilizzo di varie tecnologie informatiche e crittografiche, dai sistemi distribuiti al software open source e libero alla firma digitale alla cosiddetta blockchain, o timechain al fine di creare un sistema che non possa fermare nessuno, e che raggiunga poi gli obiettivi. Bitcoin, ancora con la B maiuscola, indica sempre anche il programma informatico che va a concretizzare e implementare quell’idea. Il software è il protocollo che emerge dallo stesso, che fa funzionare quell’idea preposta da Satoshi.
Le implementazioni
Non è soltanto il software creato da Satoshi Nakamoto e lanciato nel 2009 ad essere chiamato Bitcoin ma qualunque altro programma informatico compatibile con le stesse regole, con lo stesso protocollo. Ci sono molti strumenti informatici che vengono associati a Bitcoin senza essere necessariamente simili al primo programma di Satoshi: i cosiddetti wallet o portafogli informatici per detenere e trasmettere Bitcoin. Esistono anche vari strati dei quali la tecnologia Bitcoin si compone, come ad esempio il Lightning network”.
Il terzo significato
Ci sono degli asset, i cosiddetti bitcoin con la b minuscola, che sono unità di misura arbitrarie che vanno ad indicare il valore generato da questo network. Si dice che esistono 21 milioni di bitcoin, unità arbitrarie che possono essere suddivise a loro volta in 8 cifre decimali. Come un grammo d’oro da un chilo d’oro. Queste unità fondamentali si possono dividere in quantità più piccole, e quella standard è detta appunto bitcoin.