Il 26 giugno presso la Chiesa di San Silvestro al Quirinale a Roma si è tenuto il convegno: “Web3 e Blockchain, il futuro della digitalizzazione in Italia” che avevamo introdotto qui. Molti personaggi importanti del panorama italiano web3 hanno partecipato all’evento trattando vari temi riguardanti la blockchain e il web3. L’evento è stato organizzato da Decripto.org, Olitec e Federitaly in collaborazione con Chainalysis, GPDP e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Durante il convegno è intervenuto anche Vincenzo Rana CEO di Knobs e docente del PoliMI parlando di “come sarebbe l’Italia nel 2030 se nel 2023 avesse investito sul Web3“
A questo link è disponibile la registrazione della diretta completa del convegno con tutti gli interventi.

Chi è Vincenzo Rana
Vincenzo Rana è un professionista di spicco nel campo della tecnologia blockchain e ha ricoperto diversi ruoli di rilievo nel settore. È il CEO e co-fondatore di KNOBS, una società di sviluppo software specializzata in tecnologia blockchain. Attraverso KNOBS, Rana si impegna a fornire soluzioni innovative basate su questa tecnologia emergente.
Oltre al suo ruolo imprenditoriale, Vincenzo Rana è anche un rinomato ricercatore nel campo della blockchain. Collabora con l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger Technology e il Blockchain Innovation and Solutions Hub presso il Politecnico di Milano, che si dedicano alla ricerca e alla divulgazione nell’ambito della blockchain. Questi enti mirano a facilitare la creazione di ecosistemi nel settore blockchain e a promuovere la conoscenza in questo campo in rapida evoluzione.

La sua esperienza nel settore si riflette nella sua attività di brevettazione e pubblicazione accademica. Vincenzo Rana è l’inventore di quattro brevetti relativi alla tecnologia blockchain e ha scritto oltre 80 pubblicazioni presentate in conferenze di rilievo internazionale e riviste specializzate.
Come socio fondatore e consulente scientifico, Rana è coinvolto nella crescita di diverse realtà italiane che si occupano dello sviluppo di progetti e soluzioni basate sulla tecnologia blockchain. Ad esempio, è coinvolto con BCode, uno spin-off del Politecnico di Milano che fornisce servizi di notarizzazione e gestione di token non fungibili (NFT) tramite API. Inoltre, collabora con Urania, una holding di partecipazione industriale con un focus predominante sulla tecnologia blockchain.
Oltre al suo coinvolgimento nel settore privato, Vincenzo Rana mette a disposizione le sue competenze come consulente tecnico e consulente tecnico di ufficio giudiziario (CTU) in indagini relative alla blockchain e alle criptovalute per la Procura di Firenze. Ha anche fornito consulenza alla CONSOB, l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari. Inoltre, è membro del Blockchain Steering Committee di Assolombarda e collabora con San Marino Innovation per la valutazione delle iscrizioni al Registro degli Enti Blockchain di San Marino.
Grazie alla sua vasta esperienza nel settore blockchain, Vincenzo Rana contribuisce attivamente alla progettazione, gestione e realizzazione di progetti di rilievo nazionale e internazionale. Ha lavorato con importanti organizzazioni come Poste Italiane, ENEA, Edison ed RSE, offrendo la sua consulenza e competenza nella realizzazione di progetti basati sulla blockchain.
L’intervento
“Ciao a tutti è un piacere per me essere qui, ringrazio Giorgio per l’invito. Il titolo dell’intervento era molto complesso, ho dovuto pensare molto a cosa dire finché sono riuscito a trovare una risposta semplice concisa e brillante; ovvero non lo so. Una risposta sconfortante che può rattristare ma proviamo a fare un percorso insieme per capire dove potremmo finire tra qualche anno. Sono partito da una considerazione in cui credo fortemente e credo sia vera, ovvero che siamo all’alba di una nuova era tecnologica. Non è la prima che viviamo, tutti abbiamo vissuto quantomeno quella che c’è stata con internet e l’impatto di questa prima grande rivoluzione digitale. L’avvento dei personal computer del web di internet, l’avvento di queste tecnologie ha avuto degli impatti enormi a livello sociale economico e politico e si è formata la cosiddetta società dell’informazione in cui in alcuni casi, anzi in molti, l’informazione vale più di altre attività come l’industria, è quasi pazzesco se ci pensate, una cosa così eterea come un’informazione può valere così tanto. Questa in realtà non è l’unica rivoluzione che abbiamo vissuto, forse quella più vicina e immediata, ne stiamo vedendo un’altra quella dell’IA dove vediamo i grandissimi progressi che arrivano. Che differenza c’è secondo me tra le rivoluzioni che abbiamo visto e quelle che stanno arrivando? Sicuramente l’IA è qualcosa alla quale siamo stati abituati; leggiamo libri, vediamo film, più o meno tutti quanti siamo quasi esperti dell’IA, è arrivato chatGPT abbiamo iniziato a giocarci ma era come se sapessimo già cosa era, mentre quando è arrivato internet non è stato così facile; era una tecnologia difficile da capire, ha attraversato diverse fasi, ha richiesto il deploy la messa in opera di infrastrutture ricordiamoci che c’è stato il cablaggio, prima internet non arrivava dappertutto, poi c’è stata la connessione il cdn, l’adsl, il 3G ecc; ora siamo arrivati a un punto in cui la connessione è onnipresente. Ha richiesto le infrastrutture e i dispositivi degli utenti che non tutti avevano computer o cellulari che inizialmente non erano connessi e piano piano questa cosa è stata sdoganata, una rivoluzione che ha richiesto tempo, inizialmente secondo me non eravamo neanche pronti quando è arrivato Internet non si è capito da subito; ci sono dei filmati bellissimi, uno che cito sempre è un video di 2 minuti che vi consiglio di Bill Gates che parla con Letterman e prova a spiegargli cosa è internet, fa fatica a farlo e viene quasi preso in giro quindi per dirvi, il filmato del 1995, non era facile; piano piano lo è diventato e oggi siamo tutti abituati. Arriva blockchain e il web3 e queste tecnologie cosa portano di cambiamento? Per capirlo provo a fare un discorso, probabilmente avrete già sentito parlare di web1 web2 web3 e le loro differenze, provo a ripercorrerla dicendo cose che già sapete magari aggiungendo qualche dettaglio. Inizialmente internet ha permesso lo scambio d informazioni, in realtà la fruizione di informazioni, mi potevo collegare a un sito, leggere delle news, guardare previsioni del tempo applicazioni di questo tipo; è già una rivoluzione perché prima non era possibile per esempio avere informazioni in tempo reale quando ero fuori casa, oggi pensare di vivere senza queste informazioni è quasi impossibile, muoversi senza navigatore, non potersi dare appuntamento, è quasi impossibile. Però quella non è stata una grande rivoluzione, o meglio interessante poter fruire delle informazioni ma la vera rivoluzione secondo me è arrivata con il secondo passaggio nel quale la creazione, lo scambio dell’informazione è stata democratizzata, da entità centrale di questi siti internet che poteva fornire informazioni un po’ come avviene per la televisione c’è un ente che fornisce informazioni a chi vuole fruirne in modo passivo, si è passati a una versione nella quale i contenuti vengono creati da tutti, ognuno di noi crea contenuti, con l’avvento dei social ad esempio, si scambiano informazioni ed è arrivata una rivoluzione che ha cambiato un po’ tutto: ha cambiato i rapporti sociali, sono arrivati nuovi lavori come gli influencer, ci sono nuove modalità di marketing, insomma è cambiato tanto. Cosa porta blockchain in più di questo? Porta una cosa interessante, noi siamo pieni di informazioni che sono tendenzialmente detenute da poche entità centrali, solitamente le aziende che forniscono un servizio hanno questi dati e li sfruttano in qualche modo, ma noi utenti in generale non abbiamo queste informazioni, siamo pieni di informazioni ma che non possiamo dimostrare come ad esempio cosa avete mangiato oggi a colazione, cosa avete fatto negli ultimi 10 anni, avete un sacco di informazioni che vi portate dietro, di cui voi sapete che sono corrette ma che sono difficili dimostrare, a volte anche io mi trovo in difficoltà adesso per delle operazioni mi hanno chiesto una prova di residenza e dimostrare dove risiedo non è banale, devo chiedere un certificato a qualcuno ma per me dovrebbe essere una cosa assolutamente istantanea; so benissimo dove vivo devo solo dimostrarlo. Allora la blockchain porta una cosa interessante, come diceva Giorgio possiamo immaginare la blockchain come un quaderno dove scriviamo informazioni che vengono certificate e assumono un valore interessante, a quel punto sono in qualche modo dimostrabili, comincio a prendere questo quaderno e scrivere informazioni e non soltanto, posso scrivere queste informazioni che quando le scrivo diventano valore e certificate, assumono uno status un po’ più elevato, un’informazione può essere persa travisata modificata, qui è certificata e sicura, posso associarla a una persona e posso certificare il possesso di quel valore e posso iniziare a fare delle cose interessanti. Per farlo ho bisogno di associare quest’informazione a qualcuno, o meglio, una volta che l’informazione diventa valore mi piacerebbe poter dire chi ha quel valore e ne può disporre, in realtà non è che l’identità non esisteva prima, esisteva nel web1 nel web2 e nel web3 però ha subito un’evoluzione molto grande, nel web1 era fondamentalmente quasi inesistente, io potevo essere identificato tramite l’indirizzo IP che associava l’identità a un’attività su internet, però un’identità che variava se gli indirizzi IP erano dinamici, senza andare nei dettagli, nel tempo quindi diventa anche poco interessante, quando abbiamo iniziato a creare informazioni è diventato più interessante avere qualcuno a cui legarle, quindi chi ha creato i contenuti, chi li sta condividendo, chi sta mettendo like, e quindi sono nate delle identità per ogni applicazione che utilizzate. Blockchain prende questi valori e fa si che sia possibile associare un’identità trasversale interoperabile su tutto il sistema del web, e queste identità possono mantenere e scambiare queste informazioni, quindi venderle, per esempio cederle e così via. Una volta che io posso prendere queste informazioni e farci qualcosa diventa interessante il passo successivo, io sono abituato a prendere informazioni e elaborarle e questo lo faccio per esempio con l’automazione, qua abbiamo delle identità che sono certificate in qualche modo, so chi sono, abbiamo visto prima sono pseudo anonime, sono una via di mezzo tra anonimato e il trasparente, si possono realizzare tutte e tre le tipologie di identità quindi sia trasparente, che in qualche modo anonime sia di mezzo. Ho dei dati associati a queste identità e posso processare questi dati, questo è interessante perché ci sono un sacco di diciamo attività che sono state automatizzate, la digitalizzazione che è in corso nelle istituzioni, nelle aziende e così via, c’è una piccola cosa di cui si deve tenere conto: ogni volta che io digitalizzo o automatizzo un processo, volente o nolente, introduco un layer di opacità, un processo automatico è più difficile da ispezionare, questo è il motivo per cui per esempio quando si deve fare un’estrazione è più facile farla con un bussolotto con dentro dei numeri che con un computer, con un computer è più difficile dimostrare che sia fatta a caso davvero. Se io prendo un processo e lo rendo digitale introduco questo strato di opacità, immaginate di mettervi in fila per fruire di un servizio in un centro commerciale, vedo chi c’è davanti e chi arriva dopo e si mette dietro, a un certo punto uno potrebbe dire automatizziamo questo processo, facciamo un’applicazione all’interno della quale io chiamo il numero che si iscrive e dico a chi tocca di volta in volta senza stare in coda. In quel momento però perdo traccia del fatto che qualcuno che magari è arrivato dopo di me mi sia passato avanti e questo è diffiicile da garantire con un processo automatico. Blockchain rende tracciabile e trasparenti i processi digitali, quindi abbiamo dati certificati, identità che li possono detenere e scambiarli e processi che possono essere certificati, ve ne dico uno su tutti, immaginatevi le votazioni elettroniche che sono un dibattito sempre aperto, qua si potrebbero avere dei meccanismi per dimostrare che una certa serie di persone hanno votato una certa cosa o meno. Se vogliamo riassumere blockchain da certezze, garanzie su 3 scale temporali diversi: dare garanzie nel passato perché i dati che scrivo su blockchain posso certificarli e posso avere uno storico sicuro di quello che è successo nel passato, posso dimostrare che determinati avvenimenti sono avvenuti in una certa data che ha anche una validità legale e che nessuno ha potuto alterare quei dati; delle garanzie nel presente perché io posso dimostrare la mia identità e avere accesso a determinati servizi o prodotti, pensate banalmente se io voglio dimostrare che sono maggiorenne per accedere a un sito, oggi devo cliccare si o no che non è una grande garanzia, pensate se potessi dare una garanzia di un dato certificato che sono maggiorenne senza rivelare la mia identità dimostrando che sono maggiorenne, avrei risolto questo problema nel presente ma cosa pazzesca, posso dare garanzie nel futuro, posso creare dei pezzi di codice, dei programmi che gestiscono valore e che mi danno garanzia assoluta che qualcosa nel futuro avverrà, questa è la base sulla quale si è sviluppata la finanza centralizzata, in qualche modo anche le cryptovalute, avrete sentito parlare di bitcoin ethereum e altre, sono la prima applicazione di blockchain ovvereo un registro molto semplice, dei balance con il saldo dell’utente che può detenere valori e cederlo ad altri e le identità sono certificate, il valore anche e le regole con cui si scambia questo valore sono certe, nessuno potrà contraffarle o rubare ciò che hai; le cryptovalute diventano la prima e la singola applicazione della blockchain, pensate come se fossero poter vedere le previsioni meteo su internet e pensate allo scompiglio che questa semplice applicazione ha portato nel nostro mondo, tutto il probelma degli illeciti, delle stable coin, degli investimenti, della finanza decentralizzata, queste sono le prime applicazioni ma ce ne sono altre come gli NFT nell’arte, pensate banalmente al patrimonio artistico italiano e quanto possa essere importante certificare un’opera e tracciarla, dare diritto di seguito alla vendita successiva alla prima, questo può cambiare il mondo dell’arte ma anche della musica. Pensate quanto è importante la certificazione di filiera quindi l’originalità di un prodotto, da dove arriva, la certificazione di origine, qualità o tirature limitate, posso creare un prodotto e un certificato digitale per questo prodotto in tiratura limitata e dare a chi lo acquista il certificato, e un’altra cosa può dimostrare a qualcun’altro che quel prodotto che ho acquistato è originale perché ho il token di originalità del prodotto e può scambiarlo sul mercato secondario, quindi io azienda o istituzione posso tracciare l’oggetto fisico tracciando il bene digitale che accompagnano l’oggetto fisico nella sua vita, potrei tracciare questo e usarlo anche nel mondo virtuale, potrei nel metaverso dimostrare i beni fisici che ho acquistato nel mondo reale. Questi beni che tracciano oggetti non servono solo a tracciare la filiera ma anche per crearne un certificato, immaginate il passaporto digitale della tonale è un oggetto che accompagna l’automobile e ne certifica i km di strada percorsi, immaginatevi quegli enti e registri come il catasto dove salvo informazioni verrebbero bene su blockchain. Potete immaginare quanto questa tecnologia sia importante per operazioni di marketing community, engagement, quindi io posso avere un contatto diretto con utenti che hanno acquistato un prodotto, partecipato a un certo evento e quindi questo può cambiare completamente i modelli di marketing e comunicazione presso gli utenti finali. Oggi tutti gli utenti di un social sono in realtà utenti del social non del brand collegato, esempio semplice se uno di questi social fallisce l’azienda perde il contatto con gli utenti, questo potrebbe essere dannoso per un’azienda che basa su quello il suo valore. Ultimo ma ne abbiamo già parlato prima, anche se sembra assurdo questa tecnologia può aiutare nella garanzia della privacy dei dati e la sicurezza perché con questa tecnologia posso fornire prove dimostrabili come essere maggiorenne senza fornire la mia identità, questo potrebbe in un certo senso aiutarmi nella minimizzazione di dati che fornisco per dimostrare certe informazioni, oggi devo dare tutte le informazioni per dimostrare una piccola cosa quando potrei dare solo quella. Quindi tantissime applicazioni trasversali su tantissimi settori, avete visto su quanti settori può impattare e la domanda è potrebbe essere questa una rivoluzione, l’Italia come è messa? Bene molto bene, siamo ai primi posti per quanto riguarda progetti realizzati e prototipi ma anche a livello di ricerca, in qualche modo abbiamo un’opportunità da cogliere, possiamo cogliere quest’opportunità continuando a fare quello che stiamo facendo, se io dovessi diciamo proporre dei passi da seguire sarebbero questi, capire un po’ meglio questa tecnologie che oggi viene spesso associata a attività illecite o solo alle crypto o ai collectibles, a dei settori limitati mentre può permettere molto di più, non credo che gli utenti finali avranno la possibilità di comprendere la tecnologia ma dovranno capirne i vantaggi, le aziende e istituzione devono capire cosa può fare questa tecnologia per poterla sfruttare, infatti il secondo punto da fare è quello di sperimentare questa tecnologia. Fare progetti pilota prendere delle metriche e capire se in quel settore può avere un vantaggio, se lo troviamo incanaliamo questi test all’interno di prodotti reali per dare agli utenti vantaggi tangibili, stando attendi agli utilizzi illeciti che esistono ma in questo caso sono più evidenti e amplificati di quanto lo sono in realtà.”