Il 26 giugno presso la Chiesa di San Silvestro al Quirinale a Roma si è tenuto il convegno: “Web3 e Blockchain, il futuro della digitalizzazione in Italia” che avevamo introdotto qui. Molti personaggi importanti del panorama italiano web3 hanno partecipato all’evento trattando vari temi riguardanti la blockchain e il web3. L’evento è stato organizzato da Decripto.org, Olitec e Federitaly in collaborazione con Chainalysis, GPDP e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Tra i protagonisti anche Silvia Bertelli (COO Onlymusix) che ha discusso di “come gli NFT cambiano il mondo della musica“.
A questo link è disponibile la registrazione della diretta completa del convegno con tutti gli interventi.

Chi è Silvia Bertelli
Silvia Bertelli ha un background diversificato nel marketing e nella tecnologia. Ha lavorato per sette anni in un’agenzia di web marketing, specializzandosi nelle strategie digitali e nel marketing sui social media per clienti nei settori del design, della moda e della produzione tessile. Successivamente, ha fatto il passaggio al campo della sicurezza informatica e del DevOps, unendosi a THE I per sviluppare le sue competenze in queste aree. Attualmente, ricopre il ruolo di COO presso Onlytech Industries, guidando progetti innovativi nel settore della blockchain e lanciando Onlymusix, il primo mercato NFT per l’industria musicale. Ha una grande passione per la tecnologia blockchain e crede nel suo potenziale di rivoluzione in diversi settori.

L’intervento
Silvia ha parlato di come gli NFT possono aprire nuove opportunità all’industria musicale e di come Onlymusix voglia proporsi come punto di riferimento per l’applicazione della tecnologia blockchain alla musica. L’intervento integrale:
“La musica e la ricerca scientifica derivano dalla stessa fonte di ispirazione e si completano a vicenda nel senso di liberazione che procurano.” – Albert Einstein.
La scienza, la tecnologia e la musica sono da sempre strettamente intrecciate. L’era della musica registrata ha avuto inizio con l’invenzione del fonografo, un dispositivo rivoluzionario che ha consentito per la prima volta di catturare e riprodurre il suono, aprendo un mondo di possibilità per musicisti e ascoltatori. All’improvviso, la musica poteva essere ascoltata al di là delle esibizioni dal vivo, raggiungendo un pubblico più vasto. Successivamente, sono stati introdotti i dischi in vinile, che ancora oggi rappresentano oggetti di culto per gli appassionati e gli audiofili.

Tuttavia, è stata l’avvento delle musicassette, dei CD e soprattutto degli MP3 a rivoluzionare il modo di ascoltare e condividere la musica. I file audio digitali hanno permesso di memorizzare, trasferire e accedere facilmente alla musica su dispositivi portatili e computer. Questa tecnologia trasformativa ha dato vita a piattaforme come Napster, la prima piattaforma peer-to-peer, che ha consentito agli utenti di condividere liberamente i file musicali, inaugurando una nuova era del consumo di musica digitale e dando inizio alla cosiddetta pirateria.
Lo sviluppo successivo di piattaforme legali di musica digitale come iTunes e, in seguito, di servizi di streaming come Spotify ha ulteriormente trasformato il panorama musicale. Queste piattaforme hanno reso la musica più accessibile che mai, offrendo ampi cataloghi di canzoni per lo streaming e il download. Gli artisti possono raggiungere un pubblico globale con pochi clic e gli ascoltatori possono godere della comodità di un accesso immediato a una libreria di musica virtualmente illimitata.
È impressionante la quantità di musica prodotta oggi, che supera di gran lunga la quantità che può essere attivamente consumata. Il catalogo di Spotify, ad esempio, conta 82 milioni di canzoni, il che significa che per ascoltarle tutte almeno una volta ci vorrebbero circa 465 anni. Questo rende difficile emergere e guadagnare per gli artisti emergenti, che in media guadagnano solo 0.003 dollari per ascolto. Anche per Spotify non è facile sostenere il servizio e pagare le royalties, soprattutto per gli artisti con miliardi di ascolti.
Non siamo qui per demonizzare Spotify. Sebbene questi progressi tecnologici abbiano portato numerosi vantaggi sia agli artisti che agli ascoltatori, hanno anche introdotto delle sfide. Vogliamo darvi un breve sguardo su ciò che la tecnologia Blockchain può rappresentare per l’industria musicale e in che modo può rispondere a queste sfide.
Il modello economico basato sullo streaming, che per un certo periodo sembrava essere una soluzione, sta iniziando a mostrare dei limiti. Ci troviamo di fronte a un consumo vorace di musica, ma anche a una scarsa valorizzazione dei musicisti, che si trovano intrappolati in modelli di remunerazione iniqui. A meno che non si sia un “big”, diventa difficile vivere di musica e guadagnare abbastanza dalle piattaforme di streaming.
Anche se i social network, le piattaforme di condivisione e di streaming hanno offerto la possibilità di creare comunità, a un’analisi più approfondita sembrano aver creato ancora più distanza di quanto ce ne fosse prima, almeno dal mio punto di vista.
La tecnologia Blockchain può intervenire in questo contesto, offrendo nuove opportunità sia agli artisti che all’industria musicale. Trasparenza, autenticità, disintermediazione, decentralizzazione e tracciabilità sono alcune delle caratteristiche fondamentali della tecnologia Blockchain che possono fornire nuovi modelli per il settore musicale.
Come nel settore artistico, anche per il settore musicale gli NFT (Token Non Fungibili) e, più in generale, la Blockchain, offrono un’enorme gamma di opportunità. Da un lato, grazie agli NFT e alla Blockchain, gli artisti stanno trovando nuovi modi per monetizzare la propria arte, generando guadagni anche da fonti che solitamente non sono monetizzate o monetizzabili. Dall’altro lato, si stanno introducendo innovative forme di coinvolgimento per i fan, consentendo agli artisti di costruire community di fan più forti e connesse tra loro.
Quando parliamo di una nuova fonte di guadagno per gli artisti, intendiamo il fatto che possono effettivamente associare e vendere come NFT anche materiale che non riguarda le tracce audio. Per la prima volta, i fan possono diventare investitori a tutti gli effetti dell’artista.
La community, attraverso l’acquisto di NFT, può sostenere il progetto artistico e potenzialmente investire sull’artista e sul suo futuro, specialmente per gli artisti emergenti, aiutandoli nella loro carriera, nella produzione di un album o “scommettendo” sul loro successo e motivandosi a contribuire a raggiungerlo.
Tutto ciò, che ha le sue radici nel crowdfunding, diventa trasparente, tracciabile e mantenibile nel tempo grazie alla tecnologia Blockchain. Chi investe o supporta attivamente l’artista può ricevere guadagni per sempre e in modo automatico, eterno e disintermediato.
La connessione tra il fan e l’artista viene memorizzata sulla Blockchain, consentendo agli artisti di interagire direttamente con i loro collezionisti nel modo che preferiscono, senza essere legati a una specifica piattaforma, grazie alla decentralizzazione della tecnologia Blockchain.
Non sono solo gli artisti emergenti o indipendenti a beneficiare della Blockchain, ma anche gli artisti affermati possono sfruttare questa tecnologia. Piattaforme come Onlymusix stanno sviluppando strumenti per rendere queste dinamiche semplici e permettere agli artisti di offrire contenuti ed esperienze esclusive.
Gli artisti possono monetizzare sulle royalties e sfruttare la Blockchain per creare esperienze uniche e coinvolgenti per i fan, come NFT esclusivi o accesso privilegiato ai backstage. Questo rappresenta un’evoluzione del merchandising e un nuovo modo di veicolare contenuti musicali esclusivi, offrendo ai fan un valore aggiunto, coinvolgimento più profondo e diretto e una reciproca connessione.
In sintesi, l’utilizzo della tecnologia Blockchain nel settore musicale offre esperienze uniche digitali nel metaverso o in presenza, opere digitali o fisiche da collezione, partecipazione alle royalties, licenze commerciali di utilizzo dell’opera e molte altre possibilità.
La Blockchain garantisce trasparenza, tracciabilità e certificazione di un asset. Coniando un NFT, l’artista rimane per sempre tracciato come autore dell’opera e i fan hanno piena trasparenza sull’autenticità e l’origine degli acquisti che fanno. Questa tracciabilità garantisce anche il diritto di seguito, ovvero una percentuale che l’autore riceve su tutte le rivendite successive.
Anche le etichette discografiche possono trovare nuove opportunità nella Blockchain. Editori, etichette e altri stakeholder devono trovare modi per valorizzare ciascun artista in modo nuovo, sfruttando gli strumenti che nascono dalla Blockchain.
Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare per il mercato musicale NFT, tra cui modelli di business sostenibili e creazione di esperienze utente convincenti. La barriera tecnologica per accedere al Web3 è ancora troppo alta e occorre lavorare per offrire un’esperienza utente migliore e semplificata.
Il futuro del Web è pieno di promesse e opportunità, e insieme possiamo costruirlo grazie all’evoluzione della tecnologia, della cultura e al dialogo e alla condivisione di conoscenze come avviene in contesti come questo.”