Il 26 giugno presso la Chiesa di San Silvestro al Quirinale a Roma si è tenuto il convegno: “Web3 e Blockchain, il futuro della digitalizzazione in Italia” che avevamo introdotto qui. Molti personaggi importanti del panorama italiano web3 hanno partecipato all’evento trattando vari temi riguardanti la blockchain e il web3. L’evento è stato organizzato da Decripto.org, Olitec e Federitaly in collaborazione con Chainalysis, GPDP e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Era presente anche il capo redazione di Decripto Giorgio Scura che ha tenuto un intervento su “critpo truffe, schema Ponzi piramidali e cosa fare per ripulire il web3“. A questo link è disponibile la registrazione della diretta completa del convegno con tutti gli interventi.

Chi è Giorgio Scura
Giorgio Scura è un giornalista esperto con esperienza nel settore internet. Professionista dei media e della comunicazione con competenze in ottimizzazione per motori di ricerca (SEO), pubblicità, WordPress, editing e relazioni con i media. E’il fondatore Decripto.org e ex responsabile cronaca a Fanpage.it. Ambassador di Olitec/Olivetti.
L’intervento di Giorgio

Giorgio ha parlato del web3 e della blockchain spiegando le caratteristiche e applicazioni possibili, concentrandosi sulle truffe nel mondo crypto, degli schemi Ponzi piramidali e su come poter ripulire il web3.
Il discorso integrale: “Innanzitutto, grazie ai presenti, agli straordinari relatori che mi seguiranno qui al microfono, ai frati che custodiscono questo gioiello di Chiesa e che hanno avuto la gentilezza e il buon cuore di aprire le porte di questo luogo sacro a un evento in apparenza così lontano.
Web3 e Blockchain, che cosa sono davvero? Cercheremo di iniziare a capirlo con questo convegno che ha come obiettivo la divulgazione della conoscenza di queste nuove tecnologie e rappresenta un primo passo in un percorso di avvicinamento tra il mondo delle istituzioni e della politica e il web3.
Tutto comincia con la tecnologia Blockchain, che nasce nel 2008 con Bitcoin. Non ci serve ora entrare nei dettagli tecnici di funzionamento, basti immaginare la blockchain come un registro pubblico, immutabile, incorruttibile, distribuito, quindi decentralizzato, che tutti possono consultare e verificare. La blockchain non è altro che questo, un quaderno su un tavolo. Quasi una banalità che però è destinata a cambiare la rete Internet per sempre. Ed essendo noi ormai una società fortemente digitalizzata, è di conseguenza destinata a cambiare la società in cui viviamo.
Non è facile, neanche per me che faccio il giornalista da 23 anni, comunicare la portata di questo cambiamento. La blockchain, infatti, introduce, oltre alla decentralizzazione, un concetto inedito in ambiente web: il possesso. Eh già perché, proprio perché abbiamo la possibilità di usare in maniera condivisa quel “quaderno sul tavolo”, possiamo appuntarci sopra qualsiasi cosa: un valore monetario, come nel caso delle cripto valute, una certificazione da cristallizzare e rendere pubblica, un modo di archiviare dati in maniera criptata e decentralizzata per fare un grande salto in avanti nella sicurezza dei dati, elemento così prioritario nelle agende dei governi di tutto il mondo, un atto di proprietà di un bene fisico o digitale e molto molto altro.
Il bene digitale, che tutti già abbiamo, ma senza possederli. La nostra mail in realtà è del nostro provider, il nostro numero di telefono in realtà è della nostra compagnia telefonica, le nostre foto che in realtà sono di Meta e TikTok.
Ecco allora che iniziamo un attimo a vedere gli orizzonti di questo Web3 che altro non è che il nuovo web che sarà costruito sulla blockchain perché non c’è dubbio che nel giro di pochi anni praticamente tutte le aziende e le istituzioni dovranno confrontarsi e si troveranno a usare questa tecnologia. Da lì in poi avverrà l’adozione di massa che sicuramente passa da “killer app”, casi d’uso estremamente potenti, che già si iniziano a intravedere.
Decentralizzazione e possesso, basta concentrarsi sul significato e sulle immagini più o meno astratti che restituiscono queste parole per iniziare già a vederlo questo mondo di domani. E Vincenzo Rana del Politecnico di Milano tra poco ci porterà per mano in questo viaggio nel futuro. Decentralizzare vuol dire, per esempio, addio ai server, addio a qualcuno delegato alla custodia e alla conservazione (ma anche sfruttamento) dei dati. I dati saranno spalmati su tutta le blockchain, ognuno controllore e controllato, seconde le regole scritte nella tecnologia stessa, grazie ai contratti intelligenti, smart contract che, una volta programmati, seguiranno quelle regole, comuni per tutti, in maniera trasparente in modo che chiunque possa controllare, ma nessuno possa barare e giocare sporco.
E qui tocchiamo un altro concetto fondamentale e meraviglioso della tecnologia blockchain, la trasparenza. Sappiamo che l’uomo è fallibile, se può, mente, se può, ruba, se può diventa abbietto ed egoista. La blockchain solleva in qualche modo l’uomo da quesiti etici perché con la blockchain, semplicemente, non si può barare. Se qualcuno provasse a cambiare i dati, spostando dei soldi per esempio, o cambiando i dati di una proprietà, questo cambiamento farebbe sfasare tutta la blockchain, che – essendo strutturata come una catena di blocchi, lo dice anche il nome – non può essere modificata solo in una parte, senza che questo invalidi tutte le altre transazioni palesando la cosa pubblicamente e immediatamente. Non bisogna più fidarsi di nessuno, infatti la chiamano tecnologia “trustless”, perché non ha bisogno di fiducia.
Decentralizzazione, possesso, trasparenza. Le parole d’ordine, mentre i casi di uso davvero si sprecano. La sicurezza dei dati, ma ne parlerà sicuramente meglio di me il colonnello Berutti della Guardia di Finanza qui per l’Agenzia Nazionale per la CyberSicurezza, le certificazioni, e Carlo Verdone di FederItaly ci parlerà di quella sul Made in Italy che la sua associazione sta promuovendo, l’autotutela legale (i dati che vengono “cristallizzati” su blockchain hanno valenza legale dal 2019), ma da giornalista vorrei concentrarmi sulla fake news. Tutti ricordate una delle prime foto create dall’Intelligenza Artificiale in cui si vede il Papa vestito da rapper, a prima vista indistinguibile da una foto vera. Come faremo a distinguere le foto vere da quelle artificiali in futuro quando l’Intelligenza Artificiale sarà uno strumento diffuso e ancora più potente, come faremo a capire se una foto o, peggio, un video è veritiero oppure frutto di un’app? Anche qui la soluzione la offre la blockchain: foto e video (ma anche loghi, articoli, interviste) ufficiali di qualsiasi ente, privato o pubblico, vip o politico dovranno essere necessariamente registrati su blockchain, magari sarà cliccabile una spunta che rimanderà alla transazione sulla blockchain dove sarà certificato, sempre in maniera pubblica, incorruttibile e imperitura, che quella foto o quel video appartiene effettivamente al Vaticano e quindi è vera. Ma non è finita qui. Silvia Bertelli, COO di OnlyMusix, ci racconterà di quello che la blockchain può fare con gli Nft, altra parola ostica, ma sono semplicemente dei token non fungibili. Lo so che non vi ho detto molto di più, allora immaginateli semplicemente come un contenitore, una scatola da riempire di oggetti digitali, sempre registrati su blockchain. E in questa scatola cosa posso metterci? Di tutto, davvero di tutto. E arriviamo al turismo, ai biglietti, alle prenotazioni degli hotel, passando per la logistica, la cultura, le donazioni, che finalmente potranno essere tracciate nella massima trasparenza, e ancora le certificazioni anti contraffazione, le certificazioni legate al carbon footprint e al carbon credit, fino al settore pubblico dove in realtà si intravedono gli usi più efficienti e straordinari. Vivremo la tokenizzazione della società, un token, inteso come premio o reward per un comportamento virtuoso, e non solo una penalità (una multa, una contravvenzione, una condanna) nel caso di comportamenti deviati. Premiare i cittadini che si comportano bene e, ora, finalmente, abbiamo uno strumento formidabile per farlo. Ci sono tanti italiani che danno un valore enorme alla nostra Nazione nel silenzio più assoluto, il web3 servirà anche a riconoscere quel valore, a concretizzarlo. E poi c’è la realtà aumentata e il Metaverso e avremo l’onore di avere Massimiliano Nicolini, direttore del laboratorio Olitec, di Olivetti Tecnologia, che a questo si dedica da anni e che ci aprirà uno scenario molto diverso sul futuro digitale.
Certamente poi ci sono molti problemi. Il primo è, paradossale ma vero, un problema di fiducia. Purtroppo questa tecnologia per prima è stata imbracciata da un esercito di truffatori e furbetti di ogni risma che, usando queste parole “buzz”, rubano centinaia di milioni a centinaia di migliaia di italiani ogni anno. E qui parlo per esperienza del nostro lavoro quotidiano a Decripto dove riceviamo quintali di segnalazioni di progetti truffaldini da persone che purtroppo si sono fidate appunto di un amico o un parente che, a volte innatamente, li hanno trascinati dentro questi pericolosi schema Ponzi piramidali legati al mondo cripto di cui ormai siamo diventati tra i massimi esperti. Hyper, Uefa, Blackfort, Swag, la lista è molto lunga. Quando ero a Fanpage, a dirigere la cronaca nazionale, qualche volta mi era capitato di imbattermi in questi oscuri “progetti” come vengono chiamano da loro, ma non mi sarei mai immaginato che si trattasse di un fenomeno così diffuso e soprattutto così sotterraneo, non raccontato da nessun mezzo di comunicazione. Siamo riusciti a rompere questo muro di gomma in occasione dello scam Uefa Fund, un ponzi piramidale classico che, promettendo il 2,5% di interessi al giorno, era riuscito a coinvolgere almeno 50mila italiani. Dalle nostre analisi on chain, abbiamo poi scoperto il flusso enorme di soldi derivanti da questa truffa. Miliardi, di cui, 274 milioni di dollari sono finiti in un portafoglio su FTX proprio pochi giorni prima che questo, che era considerato il più affidabile exchange (banca crypto) americana, affondasse portandosi dietro decine di miliardi di risparmiatori. La fiducia appunto. E il mancato controllo visto che in Ftx aveva investito tutta la Wall Street che conta e l’exchange era tra i primi donatori sia dei repubblicani sia dei democratici.
Insomma, abbiamo bisogno di ritrovare la fiducia in una tecnologia a cui al fiducia in realtà non servirebbe. Un bel paradosso, e una bella sfida. Fatta di regolamentazioni, certo, e di compromessi come quello tra privacy e sicurezza di cui parlerà la persona più competente d’Italia in questo settore, l’avvocato Guido Scorza per il Garante sulla privacy. Abbiamo bisogno di aiuto da parte delle istituzioni e della politica perché questa cosa è troppo grande per poter essere ignorata. A forza di ignorarla è finita in mano a gente senza scrupoli che la userà solo per scopi criminali, e Nicola Buonanno di Chain Analysys ce lo spiegherà ancora meglio. Non si può ignorare l’elefante nella stanza, dobbiamo studiarlo, capirlo, agevolare il dibattito e la conoscenza. Solo così, se lo riterremo opportuno, potremo sfruttare le potenzialità incredibili di questa tecnologia. Lasciatemi chiudere con due dediche, la prima è a Giovanni Falcone, l’inventore del follow the money come strumento investigativo. Se non ce lo avessero tolto così brutalmente, oggi sono certo che userebbe la blockchain e l’adorerebbe. La seconda è per un grande italiano, protagonista di una storia mai raccontata abbastanza, che ha portato questo paese a un passo da farlo diventare la patria della tecnologia. Ad Adriano Olivetti e la sua visione di un futuro più equo e “decentralizzato”, parole sue, va il mio pensiero, perché se la storia si ripete, commettere gli stessi errori sarebbe da sciocchi