Trips Community è una realtà resa possibile dall’applicazione della tecnologia blockchain, la quale citando Marco Costanza, “ci farà fare cose che adesso non riusciamo a fare”. Ne abbiamo parlato con il founder di Trips Community Luca de Giglio, il quale ha spiegato che:
Trips Community non è un’azienda o una startup, ma una DAO, cioè un gruppo di persone che si coordina attorno a un progetto con l’aiuto di tecnologie legate al Web3, tra le quali il token Trips. Siamo partiti nel 2017 con l’idea di creare un Airbnb decentralizzato, cioè un “Airbnb servizio”, senza “Airbnb azienda”, per poi renderci conto che era troppo presto. Dal 2021 siamo in piena modalità sperimentale: adottiamo le nuove tecnologie e proviamo a giocarci per capire come possono portare dei vantaggi al mondo del Travel. L’anno scorso per esempio abbiamo lanciato la prima prenotazione al mondo via NFT (una villa a Ibiza) e la prima prenotazione di un hotel al mondo via NFT, in collaborazione con Alpitour.
Negli anni abbiamo anche creato una piccola Treasury gestita in maniera collettiva. Abbiamo ricevuto degli airdrops: token regalati da progetti che abbiamo usato o con i quali abbiamo collaborato, e li abbiamo messi in una Gnosis Safe gestita da 9 firmatari eletti con votazioni onchain via token, sulla quale io, il fondatore, non ho nessun privilegio di firma (non sono uno dei firmatari) per cui non ho accesso ai fondi. L’idea è di creare una struttura a metà via tra un’azienda e un’associazione, che sia soprattutto resiliente e riesca a navigare la transizione dal Web2 (quello attuale) al Web3 (quello in arrivo, basato sulle blockchain).
Nessuno è pagato, se non in Trips tokens, e tutti ci lavorano perché ci trovano dei vantaggi personali, soprattutto legati all’acquisizione di esperienze e conoscenze che saranno sempre più importanti.
2) In cosa consiste la rivoluzione tecnologica apportata al settore?
Il passaggio da un sistema feudale, il Web2, a un sistema di stato di diritto, il Web3. Mi spiego: il Web2 non utilizza tecnologie di gestione della proprietà di asset digitali e di conseguenza gli utenti non hanno proprietà. Le piattaforme che utilizziamo quali Facebook, Google, Airbnb e così via, hanno il controllo totale dei nostri account e asset. Per asset intendo per esempio i follower su Instagram o l’annuncio e le recensioni su Airbnb: nulla appartiene all’utente. La prova sta nel deplatforming: Airbnb può chiudere un account senza passare per un potere giudiziale. In questo senso è feudale: l’Host lavora sulla terra di Airbnb ma non ha un titolo di proprietà sul proprio lotto (il proprio account) o un contratto di affitto.
Se Airbnb (il Signore), decide che l’Host (il servo della gleba) ha sgarrato, l’Host sparisce nel nulla con tutti i suoi annunci e recensioni. Non metto in dubbio che il Signore possa disporre dei propri possedimenti come lo desideri, ma sto indicando che stiamo creando un nuovo continente dove non ci sono Re e Signori, ma lo Stato di Diritto: valgono le regole scritte negli smart contract. E valgono per tutti. Questa è la base di tutto il ragionamento e si fonda sul “login with web3” e cioè con wallet che risiedono nel mio device, invece del login con email/password che risiedono nel server delle piattaforme. Da qui derivano una serie infinita di cambi di paradigma nel settore travel, che si manifestano in una redistribuzione del potere dalle piattaforme agli user.

3) A che punto è la rivoluzione?
Il Bitcoin è nato nel 2008, ed Ethereum nel 2014, e siamo ancora lontani dall’adozione di massa di queste tecnologie ma negli ultimi due anni abbiamo visto un’accelerata che ci ha portati dal puramente teorico del 2018, al pratico della Defi (Finanza Decentralizzata) nel 2020 e gli NFT (sopratutto legati all’arte nella loro prima fase) nel 2022.
E quando il Travel?
A mio avviso quando una massa critica sufficiente avrà preso dimestichezza col wallet o i wallet saranno più facili da usare e mettere in sicurezza. Non faccio previsioni di tempi, in quanto la crescita è costante e non lineare. A quel punto qualcuno creerà un’app che migliora un aspetto del travel in maniera evidente e da lì potrebbero partire una serie di altre soluzioni che iniziano piano piano a mitigare i problemi storici del Travel.
Anni comunque, non mesi. In questo momento mi sento di dire che non ho dubbi sul fatto che succederà, perché stiamo assistendo ad un vero e proprio upgrade di internet, e dato che tutti lavoriamo su internet, nessuno può ignorarlo.
4) Quali sono i prossimi step?
Diffusione di wallet o perlomeno sistemi di gestione di identità e asset decentralizzati che facilitano la penetrazione dei concetti qui esposti ed è questa la mission attuale di trips community. Poi, killer app, quell’app che vedi e ti chiedi come hai fatto a farne a meno finora, poi un’esplosione di esperimenti e fork di progetti (la maggior parte sono Open Source e quindi replicabili) e pian piano l’adozione di massa, anche non esplicita (nel senso che stai utilizzando la blockchain e non lo sai) degli asset digitali. Ci sono interessi da parte dei grandi del Web2 affinché ciò non avvenga, e ci saranno molte tensioni e spinte in senso opposto, ma la tendenza ormai è chiaramente segnata.
È importante anche offrire occasione di formazione, come stiamo facendo con la prima conferenza dedicata al Web3 in travel a Porto il 14 Settembre https://web3intravel.com e come sto facendo col mio podcast Web3 in Travel https://www.tripluca.com/podcast (in inglese).
A ognuno la scelta del dove piazzarsi per l’arrivo di questo Tsunami. Sconsiglio di stare sulla spiaggia e pensare “non succederà niente, è solo un effetto ottico, il mare è tranquillo”.
Il mare non è assolutamente tranquillo.