Bitcoin sta diventando un incentivo a investire in energia pulita. Oggi spesso gli incentivi al risparmio e al minor inquinamento non sono sufficienti a spingere uno stato verso l’adozione di impianti energetici legati a fonti rinnovabili. Questo semplicemente poiché tali interventi sono molto costosi e la situazione di debito in cui si trova generalmente uno stato è più tendente a promuovere progetti volti al guadagno che all’efficientamento.
I miner hanno bisogno di energia
In questo precedente articolo abbiamo iniziato a trattare l’argomento dell’impiego energetico del protocollo Bitcoin. Se osserviamo bene la meccanica del processo di mining di bitcoin, ci accorgiamo che i nodi minatori facenti parte della sua rete sono fortemente promossi a rendere un servizio da una moltitudine di incentivi capaci di restituire ottimi risultati per loro e per il network.
Trattandosi di vere e proprie attività di business, è chiaro che anche la riduzione dei costi sia parte integrante della loro priorità operativa. Infatti, ad oggi più del 50% dell’energia necessaria da questa industria è prodotta da fonti rinnovabili, proprio poiché i miner stessi sono incentivati a risparmiare sui costi potendo così aumentare i propri utili.


Energia verde per Bitcoin
Immaginiamo una nazione povera di capacità produttiva interna, ma ricca al contempo di varie risorse usufruibili per generare energia green. Senza un substrato aziendale richiedente, è logico dedurre che la sola necessità energetica civile non giustifica l’investimento di risorse in fonti rinnovabili poiché darebbero un feedback troppo sul lungo periodo rispetto ad acquistare subito energia da paesi limitrofi a costo più alto di quello rispetto a cui la si potrebbe avere autonomamente in futuro.
Se invece (come già inizia ad accadere) questa nazione implementasse impianti di mining alimentati ad energie rinnovabili, quindi investendo in entrambe queste aree, potrebbe di fatto diventare un “produttore energetico” altamente efficiente.
Potrebbe rivendere i BTC estratti per rientrare dei costi di investimento e diventare ben presto un “produttore di Bitcoin ed energia” per il resto del mondo, oltre ad ottimizzare come risultato parallelo l’efficientamento energetico del proprio comparto civile.
Potrebbe di fatto rivendere energia “sotto forma di bitcoin”… Approfondirò questo aspetto in un prossimo articolo.
Conclusioni
Il protocollo Bitcoin potrebbe, alla luce di questo e altri approfondimenti, diventare un enorme volano di efficientamento energetico. Il che lo farebbe balzare ben oltre alle limitate visioni ostracizzanti di “mero consumo energetico” in voga in questo periodo da chi vuole screditarlo poichè non è capace di abbracciare ciò che lo spaventa.
Se astraiamo quindi la nostra visione dal semplice andamento momentaneo dal prezzo e approfondiamo le vere necessità che il protocollo Bitcoin sarà sempre più in grado di risolvere negli anni a venire, diventiamo ben presto capaci di comprendere come un esempio del sistema sopra descritto possa diventare un verso investimento per il futuro sotto una miriade di punti di vista.
A tal riguardo ecco un approfondimento parallelo per poter ampliare la propria visione personale.
Le discussioni su un solo aspetto portano a conclusioni sterili ricche si frasi fatte che nulla apportano se non addirittura tolgono possibilità di ampliare la propria visione per chi le pronuncia.
Se invece continuiamo a studiare e ad approfondire, scopriremo che la tana del Bianconiglio è sempre più profonda..