Il protocollo Bitcoin, tra le sue varie funzionalità e prospettive, ha una caratteristica di possibile riequilibrio globale finanziario molto interessante da approfondire. Ossia quella di poter rimettere “la palla al centro”, o per meglio dire, di creare un campo equo di sana speculazione finanziaria.
Speculazione, significato
Ricordiamo che il termine appena citato, spesso usato all’interno di critiche poco costruttive, non indica nulla di negativo in sè. Ogni giorno ognuno di noi “specula”, ossia compie operazioni che spera apporteranno dei vantaggi.
Lo facciamo scegliendo il tragitto più efficiente per andare a lavorare in automobile, oppure selezionando le offerte al supermercato e così via, anche se queste magari non saranno le scelte più efficienti per l’ecosistema in cui viviamo.
Eh sì perchè magari il percorso più efficiente per noi è più inquinante di uno che esuli le tratte principali, evitandoci di contribuire a creare ingorghi stradali; oppure il prodotto in offerta non è appartenente ad una filiera rispettosa dell’ambiente.
Poco importa, la speculazione è un atto privato mirato ad ottenere un vantaggio personale. Non ha nulla di malvagio in sè, anche poichè il vero cambiamento (ossia dove possiamo fare qualcosa di realmente giusto e costruttivo) ha sede in aeree poste ben più alla base della piramide finanziaria rispetto al tragitto o il mezzo che scegliamo per andare al lavoro o i prodotti acquistabili del supermercato.
Il campo di gioco equo
A tal proposito mi ricollego a quanto accennato ad inizio articolo: scegliere una moneta che ci consenta di promuovere un equo campo di gioco mondiale finanziario. Qui sì che stiamo parlando delle basi “del mondo” in cui viaviamo. Stiamo parlando anche dell’unica reale vera forma di voto se ci pensiamo un attimo di più, ma approfondiremo magari questo aspetto in un altro articolo.
Restiamo sul mezzo di pagamento; perchè il protocollo Bitcoin e la moneta da esso derivante, il bitcoin (con la “b” minuscola) potrebbero costituire un’atto rivoluzionario alla base del sistema finanziario? Perchè dovrebbero rendere più equo il sistema?
Scarto subito un’dea dilagante e populista, ossia quella che Bitcoin dovrebbe poterci rendere tutti equamente ricchi. Questo è molto sbagliato anche solo da pensare, siccome la ricchezza ha una natura intrinseca di raggruppamento relazionata direttamente all’impegno e all’imprenditoria del singolo individuo o ente; ergo, ci sarà sempre chi si impegnerà più di altri nel creare attività o nel studiare soluzioni e sarà giusto e costruttivo che la ricchezza affluisca a lui in relativa misura rispetto a chi si impegna di meno; è però assolutamente rivalutabile il fatto che altre forme di privilegio seguano questo parametro. Altra cosa da approfondire in altra sede però.
L’economia del debito come una droga
Quello di equo che manca oggi principalmente, non è la capacità capitalista del fare questo ma bensì un campo nel quale “giocare questa partita” senza avvantaggiare certi rispetto che altri. Sto parlando di quello che nella scuola di Economia Liberale Austriaca viene chiamato effetto cantillon.
Per spiegarlo molto brevemente, si tratta di un disequilibrio causato dalla stampa di denaro a discrezione di una politica variabile in base agli eventi. Sembrerebbe una cosa bella e comoda ma si sta rivelando in realtà uno dei più grossi motori di crisi finanziaria degli ultimi anni.
Quando una banca centrale emette moneta discrezionalmente, basandosi sul voler incrementare o decrementare il vigore economico di spesa di chi dipende da lei, tende a causare un problema di elasticità dell’offerta nel lungo termine nonostante manovre come queste sembrino estremamente comode.
Ma, come si sà, ogni droga dà dei vantaggi nel breve periodo. Il problema sta nel dopo sbornia o nel diventare dei tossico dipendenti. Ecco, questa è una bella metafora che rubo, degnamente citandolo, al nostro Giacomo Zucco.
Cenni sull’effetto Cantillon
I primi fortunati enti, posizionati per natura industriale o politica vicino “alla stampante” potranno godere di un afflusso monetario mentre la moneta in questione ha un valore TOT. Grazie a questo afflusso potranno intraprendere investimenti ad un prezzo vantaggioso, siccome il mercato “lontano dalla stampante” dovrà ancora percepire l’inflazione monetaria, e quindi alzare i prezzi di conseguenza. Questi enti avranno perciò un vantagio competitivo non da poco, soprattutto in virtù del potere d’investimento che detengono.
Ora non è questa la sede di approfondire troppo la questione dell’effetto cantillon ma le sole parole appena citate dovrebbero bastare a far scattare un campanellino nella vostra testa ed accendere una lampadina di ragionamento indipendente sul gigantesco limite che questa problematica, che ripeto è by design ossia nella natura progettuale della moneta fiat emessa da banca centrale, porta all’intero sistema finanziario.
Giocate con questo pensiero, create degli scenari sempre più vasti e vedrete come maggiore è il campo che esaminate, più ampio sarà il disequilibrio.
Allocate ora questo scenario alla Banca Centrale Americana, la Federal Reserve che stampa dal nulla dollari americani, ossia la “riserva di valore” (fa ridere solo a scriverlo…) del mondo intero. Ora ponetevi in un gigantesco EDGE fund a ridosso della FED e immaginate quanta strada, quanti salti di mano, quanto tempo impiegato a favore di chi ha ricevuto prima l’afflusso monetario, faranno i dollari immessi nel mercato per “stimolare l’economia” sino ad arrivare all’ultima persona emarginata in un paese sottosviluppato (che magari non usa dollari come valuta a corso legale ma li adopera come sottostante per essa, quindi poco se non nulla cambia).
Otterrete un gigantesco divario di perdita di potere d’acquisto degli ultimi a vantaggio di un’enorme potere di investimento per chi, per ragioni strategico / politiche, ha ricevuto questi dollari e ha potuto usarli prima che l’intero mondo ne deprezzasse il valore aumentato dall’offerta con cui venivano comparati i beni.