Dalla Calabria, a Bali, a organizzare la Crypto Week, passando per gli Stati Uniti. Bruno Calabretta racconta a Decripto la sua esperienza. Ha girato il mondo per lavoro negli ultimi anni, rimanendo bloccato in Usa durante il lockdown. Durante la sua permanenza negli States ha acquisito i paradigmi dell’ “American dream”, che pervade quella nazione e, quando ha constatato che l’azienda nella quale lavorava non gli veniva permesso di esprimere appieno tutto il suo potenziale, ha deciso di mollare tutto per dedicarsi a un progetto tutto suo.
Calabretta arriva dal settore farmaceutico dove in qualità di Technical Manager si occupava di garantire la tracciabilità di ciascun farmaco, utilizzando codici di identificazione univoci associati al farmaco in fase di produzione e packaging, processo che ne permette la tracciabilità in tutti gli steps del suo cammino dal produttore al consumatore. Questa similitudine con la tecnologia blockchain ne ha facilitato la transizione dal campo farmaceutico al mondo decentralizzato. La differenza tra le due tecnologie è che la blockchain è una rete pubblica gestita da una serie di computer distribuiti e non da server di proprietà di un’entità centrale, qui tutte le informazioni immesse al suo interno sono non solo tracciabili ma anche immutabili.
Calabria, Stati Uniti, Indonesia, Blockchain. Le tappe del suo percorso di vita e professionale. Ci racconti un po’ quale è stato il tuo viaggio che ti ha portato così lontano dalla tua terra di origine?
Sono nato a Vibo Valentia, in Calabria, e come tanti calabresi ho lasciato la mia terra e dopo la laurea, la prima a Pisa e poi a Firenze, ho fatto un lavoro che mi ha portato a girare il mondo. Dopo tanto tempo fuori dall’Italia avevo intenzione di costruire il mio futuro professionale nel mio Paese, ma, purtroppo, non ho trovato nessun interlocutore valido e una scarsa cultura relativa alla tecnologia blockchain e ho deciso di andare all’estero. La destinazione l’ho lasciata decidere a mia moglie, che lavora pure in questo settore e la sua scelta è stata Bali. Posso dire una scelta felice perché in sei mesi da perfetto sconosciuto sono diventato un personaggio di prima grandezza nel settore in tutta l’Indonesia, ho organizzato la “Crypto Week Baly”, che sono stati una serie di eventi Crypto dedicati a sensibilizzare ed educare trattando le tematiche più interessanti del momento, partendo da metaversi ed NFT, coinvolgendo Blockchain e regolamentazioni: il più grande evento di questo tipo in Indonesia, con più di 1200 persone presenti a tutti gli eventi. Tra poco sarò l’host dell’evento dedicato alla blockchain nell’ambito del Trade Expo Indonesia legato al G20.

Quindi una bella differenza rispetto all’Italia
A malincuore devo dire di sì perchè in Indonesia chi ha voglia di fare ed è considerato una risorsa viene favorito per sviluppare la sua attività e Bali è un centro che attrae eccellenze nel settore blockchain da tutto il mondo ed è un luogo magico che favorisce la realizzazione di idee e progetti anche in poco tempo e in modo inaspettato.
Quali sono gli elementi più importanti della tua attività?
A tutti quelli che si rivolgono a me io insegno prima cosa che il sapere è essenziale, e spingo a considerare le criptovalute come un’innovazione tecnologica e un asset di investimento nel lungo periodo. Sono personalmente contrario al trading giornaliero in quanto soprattutto i non esperti potrebbero facilmente cadere nella trappola di modus operandi simili a quelli del gioco d’azzardo. Io parlo delle basi della blockchain, spiego cosa sia il Bitcoin e le altre criptovalute, come approcciare questo mondo con confidenza, focalizzandomi nel condividere le mie esperienze su come gestire tutte quelle situazioni che possono sembrare difficili a chi si approccia a questo mondo senza alcuna conoscenza. Il mio obiettivo è fornire alle persone e ai business che cercano il mio aiuto gli strumenti per conoscere il settore e come effettuare quella transizione digitale necessaria oggi come oggi.
Hai detto in passato che il Bitcoin è espressione del cambiamento che sta caratterizzando il mondo. Ci vuoi parlare di questo?
Il Bitcoin ha il potenziale di sconvolgere le basi degli attuali sistemi economici e finanziari. Esso fece la sua comparsa proprio in seguito alla crisi finanziaria del 2008, la quale fu provocata proprio dalle banche tramite il loro operato alquanto sconsiderato, e per rispondere alla perdita di fiducia nei sistemi finanziari tradizionali Satoshi Nakamoto creò uno strumento che rende possibile transazioni economiche in maniera decentralizzata eliminando in questo modo ogni intermediario (le banche). E’ questa la rivoluzione del Bitcoin e della blockchain, che sconvolgerà la dinamica dell’economia e l’organizzazione della sua governance. Inoltre sono favorevole che il sistema Bitcoin e delle altre cripto sia regolamentato per evitare che i truffatori possano lucrare sulle spalle della gente.
Siamo ancora lontani, a tuo giudizio, dal pieno impatto della tecnologia blockchain e le sue applicazioni sulla realtà quotidiana?
Attualmente chi non ha un conto corrente bancario è tagliato da tutto un universo di operazioni necessarie per avere la vita felice che tutti i media main stream dicono che dobbiamo avere; si tratta di quasi 4 miliardi di persone. Tramite tecnologie come Bitcoin esse possono inviare e ricevere denaro e accedere a tutti quei servizi che ad oggi gli sono negati. Io penso che entro 5/10 anni la blockchain diventerà la spina dorsale della nostra società, impattando a livello totale la vita delle persone poiché è una tecnologia che migliora la loro vita e quando tutti conosceranno i suoi benefici nessuno si negherà il vantaggio di adottarla.
Cosa c’è nel futuro di Bruno Calabretta?
Sto lavorando per realizzare un incubatore di imprese, che accompagni ciascuna azienda nel passaggio dal Web2 al Web3 in ogni step del processo per consentire loro di fruire di tutti i vantaggi di questa innovazione tecnologica in maniera concreta ed importante.