Il 24 agosto 2022 l’imprenditore messicano Martin Mobarak carica un video su YouTube in cui brucia Fantasmones Siniestros, un’opera di Frida Khalo dal valore, da lui dichiarato, di 10 milioni di dollari.
La “geniale” trovata di marketing non è altro che la presentazione del suo nuovo progetto: Frida.NFT.
Frida.NFT è una piattaforma, nata il 25 maggio 2022, che promette di portare il mondo dell’arte fisica nel web3 e nel metaverso (anche se non ci è dato sapere come). La road map è tutto un susseguirsi di VIP Launch e Premier Event, ed è quindi poco chiara, ma nella video-presentazione viene spiegato come la vera opera d’arte bruciata verrà “sostituita” da 10.000 NFT in “Limited Edition” e che verranno venduti a scopo di beneficenza al costo di 3.5 Ether.
Avrà rispettato le promesse costate ben 10 milioni di dollari? No. Controllando EtherScan vediamo infatti che sono stati mintati solo 27 NFT mentre le vendite, secondo Zerion.io, sono state due, per un valore totale di circa 10mila dollari. Della tanto sbandierata beneficienza (non sappiamo verso chi) non c’è traccia. Nel frattempo però l’Istituto di Belle Arti del Messico ha avviato un indagine per distruzione di tesoro artistico nazionale.
Chi è Martin Mobarak?
Nonostante sia balzato agli onori delle cronache solo da qualche giorno, risalire al passato dell’imprenditore messicano non è difficile. Sul sito di FridaNFT troviamo infatti un comodo link al profilo LinkedIn di Martin Mobarak e quello che balza subito all’occhio è un suo precedente progetto sempre nel mondo crypto: AGcoin.
AGcoin è un progetto lanciato ad ottobre 2020 che ha l’obiettivo di tokenizzare il mercato dell’argento permettendo scambi e transazioni più efficienti. La road map sembra promettente ed auspica addirittura una partecipazione alle aste per aggiudicarsi una parachain di Polkadot (DOT), con successivo lancio di una propria dApp con relativo staking e swap. Le promesse sono state rispettate? No.

AGcoin aveva lanciato la propria ICO sulla Binance Smart Chain (anche se il progetto in teoria doveva essere su Polkadot) ed ha subito smesso di rilasciare qualunque tipo di aggiornamento relativo al progetto ed alla road map. I profili Twitter e Medium non postano da metà 2021 ed il canale Telegram è stato eliminato, inoltre, controllando su BSCscan, il token è stato scambiato appena 20 volte, l’ultima il 15 agosto 2021.
Il precedente
Anche se può sembrare incredibile la trovata di Martin Mobarak non è stata la prima di questo genere nel settore. Durante l’inverno 2020 il progetto DeFi Injective Protocol acquista “Morons (White)” una stampa originale e numerata di Bansky. Nel marzo 2021, il collettivo dietro Burnt Finance (che ha Injective Protocol tra gli investitori) brucia e distrugge per sempre l’opera creandone però un’unica copia sotto forma di Non Fungible Token.
L’asta per l’NFT di Bansky, conclusa il 7 marzo 2021, è andata oltre le più rosee aspettative. Injective Protocol aveva acquistato la copia fisica dell’opera per circa 95mila dollari e l’ha rivenduta per ben 228.69ETH. Al prezzo dell’epoca erano circa 350mila dollari che sono diventati più di 1 milione qualche mese dopo (al momento della scrittura sono 300.000USD).
Conclusioni
Mentre la distruzione dell’opera di Frida Khalo è un fatto gravissimo ed un’offesa alla più importante artista della storia messicana, quello che è stato fatto alla stampa di Banksy è invece in linea con la filosofia del writer anonimo ed è un gesto che lo stesso artista aveva già eseguito.
Martin Mobarak è inoltre un personaggio per niente affidabile con già un progetto fallito (sempre nel mondo crypto) alle spalle. FridaNFT ha per ora mintato solo lo 0.2% del totale degli NFT promessi.
Come spesso succede il nome NFT viene purtroppo accostato a progetti poco chiari, senza un reale use case e al limite del truffaldino (su questo staremo a vedere) con il solo scopo di acquisire visibilità dal trend del momento. Così facendo la tecnologia viene però messa in secondo piano facendo passare al pubblico mainstream solo la parte peggiore di questo settore.