Un gigantesco schema Ponzi piramidale da 769 milioni fa tremare il Brasile. La polizia brasiliana, infatti, ha chiuso questa truffa che ha coinvolto migliaia di persone, compresi calciatori, modelle e vip del mondo dello spettacolo.
Secondo Globo e UOL , la polizia ritiene che un uomo soprannominato “Bitcoin Sheikh” (Lo Sceicco del Bitcoin, vero nome Francisley Valdevino da Silva) abbia ideato il progetto che ruota attorno a una società chiamata Forcount e un token chiamato Mindexcoin che però… non esiste. I media brasiliani hanno riferito che la moneta “non ha valore di mercato” e non è quotata nelle borse. L’organizzazione prometteva un guadagno del 20% mensile.
Così sono scattati i blitz. La polizia federale ha così sequestrato lingotti d’oro, contanti, gioielli, automobili e orologi di lusso in alcuni indirizzi legati all’uomo d’affari Francisley Valdevino da Silva, noto come “Sheik dos Bitcoins”, e altri indagati. In un comunicato, Francisley Valdevino da Silva si è detto “disponibile per chiarimenti alla polizia”.
La polizia federale ha fatto sapere che tra le vittime del raggiro c’è anche la modella Sasha Meneghel alla quale il gruppo ha causato perdite per circa 1,2 milioni di real. Secondo la polizia, la figlia del presentatore Xuxa ha investito nell’azienda e non ha ricevuto gli importi investiti. Sono stati truffati anche diversi calciatori, ma i nomi non sono stati resi noti.

Durante l’operazione, la polizia federale e gli agenti delle entrate federali hanno eseguito 20 mandati di perquisizione e sequestro. Le accuse sono di appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e associazione a delinquere. I portavoce della polizia hanno anche aggiunto che, nel classico stile Ponzi, gli operatori del progetto sembrano aver utilizzato i soldi dei nuovi investitori per pagare gli investitori in fase iniziale.
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Richiesta di intervento degli Stati Uniti e dell’Interpol
Il delegato della polizia federale brasiliana, Filipe Hille Pace, ha affermato che l’indagine è iniziata nel marzo di quest’anno, dopo una richiesta di cooperazione internazionale di polizia, avanzata dall’Interpol, su richiesta della Homeland Security Investigations (HSI), del Dipartimento per la sicurezza interna dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Brasília USA.
Il “Bitcoin Sheik” ha agito come capo dell’organizzazione, secondo la polizia. Aveva più di cento società quotate in Brasile collegate a lui che operavano a livello internazionale.
Il gruppo ha operato in Brasile con investimenti in criptovalute e il pagamento di compensi mensili che potevano arrivare fino al 20% del capitale investito. Secondo la polizia, migliaia di vittime sono state danneggiate per essersi fidate dei servizi promessi dalle società, che rivendicavano una vasta esperienza nel mercato della tecnologia e delle criptovalute.
Affermavano di avere un grande team di trader che avrebbe effettuato operazioni di investimento con le criptovalute e si sarebbe assicurato che avrebbero così generato profitti tramite il farming delle cripto.
L’operazione ha evidenziato che l’uomo d’affari contava sui suoi familiari nelle frodi: i membri della famiglia erano dipendenti dell’azienda e si appropriavano delle somme investite dalle vittime.
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Il gruppo operava in più di 10 paesi
L’organizzazione criminale faceva il marketing multilivello, negli Stati Uniti e in altri 10 paesi. Gli indagati hanno persino creato e commercializzato le proprie criptovalute, attraverso le società, con promesse di pagamento di incredibili rendimenti mensili. Tuttavia, secondo l’indagine, le criptovalute non erano garantite e non avevano liquidità sul mercato.
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Operazione Poyais
L’inchiesta si chiama Operazione Poyais, in riferimento a una frode leggendaria nata in Inghilterra nel XIX secolo da un soldato scozzese che si è arricchito vendendo titoli, con un’elaborata campagna pubblicitaria, di un paese che non è mai esistito.
La polizia ha evidenziato che il brasiliano e il suo gruppo facevano una cosa simile, visto che promettevano ingenti profitti tramite servizi che non esistevano.
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