A Bologna è nato il progetto Loblò: realtà virtuale e realtà aumentata a supporto dell’inclusione e dell’accessibilità a proposte di intrattenimento, con l’obiettivo di abbattere quanto più le barriere architettoniche e socio-economiche per persone con fragilità attraverso un accesso agevolato ad esperienze artistico-culturali. L’obiettivo di Loblò è dare accessibilità all’arte contemporanea e alla cultura a persone fragili o con difficoltà di spostamento attraverso le nuove tecnologie di realtà virtuale. Si tratta anche di un progetto di ricerca riguardo al deterioramento cognitivo umano. L’importanza è testimoniata da diversi studi nel settore psico-cognitivo che hanno evidenziato come le esperienze con la realtà virtuale e la realtà aumentata costituiscano un importante strumento per la gestione di diversi sintomi legati proprio al deterioramento cognitivo.

Ne abbiam parlato con il visual designer Gianluca Benvenuti, che è uno dei promotori del progetto.
Come è nato il progetto Loblò?
Il progetto Loblò è nato nel 2021 dalle sperimentazioni di utilizzo di realtà virtuale e contenuti immersivi che ho compiuto assieme a destinatari affetti da deterioramento cognitivo lieve presso il centro diurno “Margherita” di ASP Città di Bologna. L’idea che ha fatto partire il progetto è nata dalla convinzione che le nuove tecnologie possano essere utilizzate per aumentare l’inclusione e l’accessibilità a contenuti artistici, con l’obiettivo di stimolare un miglioramento delle condizioni psicofisiche per i fruitori attraverso l’intrattenimento culturale e la restituzione simbolica percepita di sentirsi attivi (“in comando”) durante la fruizione.
Nel 2022, in partnership con ZED Festival (di cui sono diventato il responsabile tecnico), è stato invece attivato un laboratorio presso l’associazione di volontariato “Il Ponte” di Casa Santa Chiara (Bologna), dedicato a persone con disabilità gravi, in cui abbiamo proposto i contenuti performativi di videodanza promossi da ZED Festival.
Quali sono le sue attuali applicazioni e i suoi sviluppi futuri?
Il progetto si è ulteriormente sviluppato grazie alla partnership con la start-up Arsoluta e all’associazione RAPSO APS, insieme alle quali abbiamo partecipato al percorso di BATTITI organizzato e promosso da Emilbanca e Kilowatt (Bologna). Durante questo percorso abbiamo conosciuto e avviato una nuova collaborazione con l’associazione Onlus AIAS di Bologna, insieme alla quale abbiamo realizzato una prima giornata (il 27 Aprile 2023) dedicata alla presentazione e all’utilizzo di strumenti di realtà virtuale e aumentata per alcuni frequentanti anziani di un laboratorio dedicato alle tecnologie organizzato da AIAS.
Come hanno reagito coloro che hanno testato gli strumenti della realtà virtuale?
Il feedback è stato positivo e un ulteriore conferma riguardo lo sviluppo del progetto: è stata apprezzata la presentazione di entrambe le tecnologie XR (fondamentalmente e profondamente diverse tra loro), realtà virtuale e aumentata, come sono stati apprezzati i contenuti artistico-performativi e la loro facilità di utilizzo.
Potrebbe essere questo l’inizio di una nuova era per l’assistenza agli anziani e, più in generale, alle persone fragili?
Senza entrare in un discorso troppo ampio, sicuramente è forte la convinzione che le nuove tecnologie andranno sempre di più a facilitare alcune attività della vita quotidiana e non. Un impatto auspicabile è riuscire a fornire sempre più nuovi strumenti a persone con fragilità, laddove è possibile, per sentirsi quanto più possibile indipendenti e attivi, oppure in seconda istanza aumentare gli strumenti a disposizione dei caregiver.
L’applicazione dell’idea alla base del progetto potrebbe essere applicata ad altri campi del cosiddetto terzo settore?
Siamo convinti che in un certo senso già sia applicata in altri campi del terzo settore, soprattutto quelli più relativi al monitoraggio o più in generale alla cura dei bisogni primari, mentre il nostro progetto vuole rispondere alle esigenze dei bisogni secondari, quali intrattenimento e socialità.