Bitcoin è il miglior modo di stoccare e trasferire energia. Bitcoin oltre a rivoluzionare il sistema monetario, stravolgerà anche quello energetico. Stiamo esagerando? Forse no. E vi proviamo a spiegare il perché. Partendo dall’inizio.
Isaac Asimov teorizzò che esiste un diretto e proporzionale rapporto tra l’impiego di energia e il grado di sviluppo di una civiltà. Non bisogna consumare di meno, bensì impiegare meglio energia, ossia di origine più sostenibile. Una civiltà che utilizza meno energia è una civiltà che genera meno funzioni e sostiene un minor sviluppo, vivente e tecnologico; quindi è una civiltà ancor poco sviluppata o in declino.
L’espressione massima di progressione tecnologica e di civiltà a suo avviso sarebbe stata una sfera di Dyson (non quello degli aspirapolveri…), ossia un sistema di pannelli circondanti interamente una stella al fine di ricavarne tutta l’energia emessa da trasmettere poi al/ai pianeta/i della civiltà in questione o addirittura un intero mondo artificiale, talmente grande da circondarla per intero ad una distanza abitabile ed utilizzarne tutta la produzione energetica.

Bitcoin, il miglior modo di stoccare energia
Ad oggi, ormai dal 3 gennaio 2009, data del Genesis Block di avviamento del protocollo Bitcoin, l’umanità può cominciare ad usufruire di un metodo molto più efficiente di quelli mai creati sino ad ora per stoccare e trasferire energia. Grazie al suo metodo di consenso, la Prova di Lavoro (Proof of Work) il protocollo Bitcoin è in grado di “trasformare” energia in moneta e quindi di trasferirla sotto forma di essa per poi essere riconvertita mediante acquisto al momento dell’occorrenza. Semplice e geniale. Rimandiamo qui a un altro nostro articolo di approfondimento.
Come accade tutto ciò
Il valore del coin è garantito dal valore delle risorse nel mondo reale necessarie per “coniarlo”, o ancora più precisamente “estrarlo” dal protocollo; processo che ricordiamo, avviene come ricompensa alla chiusura di un blocco della sua time chain, in virtù della risoluzione dei calcoli necessari a rendere questo lavoro impegnativo e di valore.
Ricordiamo che i bitcoin sono “deflazionistici” (come si può dire semplificando). Indifferentemente da quale sia la moneta fiat alla quale sono paragonati, e anche se questo non avvenisse, all’aumento della domanda il loro valore di cambio o capacità di acquisto crescerà sempre poiché il protocollo garantisce una supply limitata (i famosi 21 milioni) correlata ad una politica monetaria inelastica.
La moneta dell’energia
Lo stesso Albert Einstein teorizzò una forma di moneta che potesse essere correlata all’energia. Oggi, grazie al protocollo Bitcoin, abbiamo la possibilità di usufruire (e non di “creare”) di una forma monetaria capace di essere ciò. I nodi minatori, impiegando energia per compiere un lavoro di convalida transazionale del protocollo, dimostrano al network la loro capacità di farlo funzionare e di metterlo in sicurezza mediante la competizione con gli altri, e il valore di bitcoin risiede proprio nella sua capacità di essere la moneta di un protocollo libero, sicuro ed efficiente.
Ricordo che la citata messa in sicurezza si rifà al parametro conosciuto come hash rate, ossia per riassumere molto sinteticamente, la capacità d calcolo di tutto il network Bitcoin. Più questa è grande, più sarà costoso poter effettuare un attacco di disturbo al sistema, più quindi questo dimostra la propria resilienza e quindi il suo valore.
Perché ricordiamocelo, il vero valore di Bitcoin è la libertà della sua capacità transazionale unita alla proposta di una politica monetaria in cui nessun ente centrale / essere umano possa metter mano e quindi cadere in fallibilità. Errare è umano, il protocollo Bitcoin non lo è.
Con Bitcoin si accumula e trasporta energia facilmente
Accumulare energia non solo è enormemente dispendioso ed inquinante; sì perché estrarre il Litio per costruire costose batterie è sia un procedimento anti ecologico che costoso, anche in termini di prodotto finale. Doverla poi trasportare è sciocco e limitato poiché la dispersione è enorme, o enormi sono i costi di struttura e sostegno energetico per ridurne l’effetto durante il trasporto; ergo, in ogni caso il consumo è alto.
Trasformando invece energia in bitcoin attraverso il mining possiamo poi trasportarla costo 0 se paragoniamo l’impiego di risorse. Nel primo caso manca sostanzialmente uno stoccaggio efficace ed economico; nel secondo è implicito tutto l’opposto.
Il quantitativo solido e limitato dei bitcoin correlati all’energia impiegata per minare il blocco di fatto la “trasforma e conserva”, rendendo inoltre il trasporto immediato, ossia un tempo di chiusura blocco di 10′ per avere un settlement immediato con la controparte ricevente, con fee di transazione irrisorie, soprattutto se prese in esame come “costi di trasporto energetico”, oltre ad una dispersione inesistente.
Senza dimenticare inoltre che l’elettricità generata, trasportata e stoccata, richiede ulteriore energia per mantenere vivo lo stoccaggio, caratteristica che rende praticamente simultanea all’estrazione, o al massimo a seguito immediato del trasporto, la necessità di utilizzo.

Grazie al protocollo Bitcoin non solo invece possiamo stoccarla nei nostri cold wallet, ma addirittura rivenderla ad un prezzo che sarà presumibilmente maggiore anni a seguire (ricordo di ragionare almeno ad un ciclo di halving di distanza per fare speculazioni anche solo teoriche sul prezzo), magari proprio per acquistare una quantità di energia elettrica o di altro tipo che ci servirà in quel momento.
In un altro articolo, abbiamo approfondito come questo incentiva la creazione di impianti green in aree prive di incentivi altresì coperti dai vantaggi legati al mining. Ecco perché il protocollo Bitcoin potrebbe essere la nuova evoluzione in campo energetico oltre che monetario.