Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Anatoly Legkodymov, un cittadino russo residente in Cina, di gestire un’attività che si rivolgeva a quelli che lui stesso ha definito “truffatori”. Secondo l’accusa, Bitzlato avrebbe trattato fondi illeciti per oltre 700 milioni di dollari violando le norme volte a contrastare il riciclaggio di denaro.
Legkodymov arrestato a Miami
“Le istituzioni che commerciano in criptovalute non sono al di sopra della legge e i loro proprietari non sono al di fuori del nostro raggio d’azione”, ha dichiarato il procuratore degli Stati Uniti Breon Peace durante la conferenza stampa di mercoledì, annunciando l’arresto. Secondo le accuse Bitzlato si è venduto ai criminali come uno scambio di criptovalute, che non faceva domande, e ha raccolto centinaia di milioni di dollari di depositi come risultato”. Dal 2018, l’exchange registrato a Hong Kong ha elaborato transazioni di criptovalute per un valore di circa 4,5 miliardi di dollari, secondo la denuncia.
I fatti
Le autorità americane hanno argomentato che “l’azienda richiedeva un’identificazione minima ai suoi utenti, permettendole di diventare un rifugio per i proventi criminali e i fondi destinati all’uso in attività criminali”. I procuratori sostengono che l’azienda fosse consapevole dei problemi, citando un documento interno che descriveva Bitzlato come gestore di “denaro sporco” senza procedure standard di verifica dei clienti, e accusano Anatoly Legkodymov di avere gestito Bitzlato in un modo specificamente progettato per evitare le normative finanziarie negli Stati Uniti e altrove, vantandosi di lavare denaro sporco. L’exchange, secondo le autorità statunitensi, ha gestito più di 15 milioni di dollari in pagamenti di ransomware e ha scambiato più di 700 milioni di dollari in criptovaluta con gli utenti di Hydra, uno dei market darknet di maggior successo e più duraturi della storia.
Le autorità statunitensi hanno collaborato con le forze dell’ordine in Francia e in altri Paesi nell’operazione.