La pressione del bear market sui CEX (Centralized Exchange) continua a essere spietata, costringendo i vari exchange centralizzati a ricorrere a contromisure poco piacevoli.
Questa volta è toccato a Bitstamp, che nonostante un volume giornaliero di scambi di oltre 160 milioni di dollari come si può vedere da Coingecko, ha deciso di introdurre le fee per gli utenti inattivi. Come annunciato sul loro blog hanno inviato una mail a tutti i loro clienti avvisandoli che a partire dal 1 Agosto per gli utenti inattivi verrà addebitata una commissione di €10 al mese per fronteggiare i costi relativi al mantenimento dell’account.
Niente fee agli USA
L’exchange ha chiarito che le fee non saranno addebitate agli utenti statunitensi e che la commissione di inattività è legata a vari fattori, verrà quindi applicata a tutti quelli che:
- Non hanno fatto movimenti negli ultimi 12 mesi
- Hanno un saldo inferiore ai €200
- Non hanno prelevato o versato FIAT (EURO/GBP/USD), messo in stake sulla loro piattaforma o tradato crypto negli ultimi 12 mesi
Come evitarle
Come spiega Bitstamp ci sono 3 modi per evitare le fee:
- comprare o vendere crypto
- fare un deposito o un prelievo di FIAT (minimo €25)
- mettere in stake su Bitstamp Earn
Ci sono dei costi da fronteggiare
Hanno inoltre aggiunto:
“Keeping inactive accounts on the books is a cost, and in order for us to continue providing great services to all our customers, we made the hard decision to implement the Inactivity Fee.”
“Mantenere i conti inattivi sui libri contabili è un costo e, per poter continuare a fornire ottimi servizi a tutti i nostri clienti, abbiamo preso la difficile decisione di implementare la Tassa di Inattività”.
Il crypto winter raffredda un po’ gli animi di tutti, Bitstamp infatti non è il solo ad aver introdotto le fee per gli utenti inattivi, non molti giorni fa anche Crypto.com e eToro hanno adottato la stessa strategia, mentre Gemini, FTX e Coinbase hanno già effettuato tagli al personale per fronteggiare la crisi che è sopraggiunta dopo l’ultima bull run.
Crypto.com ha però puntato agli utenti negli stati uniti, mentre eToro a coloro che non hanno effettuato il login nell’ultimo anno.
Verso altri exchange?
La community su Twitter non ha preso bene la notizia, definendoli patetici e paragonandoli a realtà come 3AC, Vauld, Celsius e CoinFlex, argomentando come queste decisioni portano a guardare verso altri exchange.
L’unica buona regola che sembra rimanere è che detenere le proprie chiavi private sia l’unico modo per rimanere in totale possesso delle proprie crypto, nel mentre staremo a vedere cosa altro ci riserva questo inverno delle crypto.